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(Elia's Pov)
Aprii la porta trovando Ilaria seduta sul divano, Giada , che provava profondo odio nei suoi confronti, sbuffò sonoramente facendo cadere le braccia sui fianchi.

"Ce l'hai fatta! Dove sei stato tutta la notte?" Incrociò le braccia, sorrisi ricordando la tenera serata con Ania.
"È successo qualcosa?" Chiesi guardando Ilaria, si alzò dal divano avvicinandosi e prendendomi per mano.
"Te ne parlo in privato" rispose trascinandomi sopra.

Quando chiusi la porta incrociò le braccia al mio collo avvicinandosi.
"Dove sei stato tutta la notte? Ti stavo cercando" borbottò mettendo un muso lungo.
"Da un'amica" risposi facendole spalancare gli occhi nocciola.
"Amica? Amica come me?" Chiese baciandomi il collo.
"Sfortunatamente no" sorrisi amaramente, mi prese il volto tra le mani baciandomi, rimasi impassibile ancora con quelle parole nella testa.

Amica, amica, amica.

Sospirando mi voltai quando si staccò e sbarrai gli occhi quando trovai il soggetto delle mie ultime attenzioni guardarci.
Un sorriso afflitto spuntò sul suo viso uscendo quasi come una smorfia, chinando lo sguardo prese le tende per poi chiuderle velocemente.

"Ania" sussurrai inconsciamente, Ilaria ascoltando la mia voce si voltò in direzione della finestra.
"Chi è? La tua amica?" Chiese ritornando a dare attenzione al mio collo.

Amica.

Perché avevi quell'espressione se sei solo una mia amica?

Corrugando le sopracciglia mi pizzicai il ponte del naso.
Dovevo smetterla, qualunque cosa sperassi potesse succedere tra di noi era a senso unico.
Fu la prima cosa che mi avvisò di fare, l'unica clausola del nostro patto, l'unica cosa che continuava a ripetermi.

"Sono il tuo caro amico"
"Brindiamo alla nostra nuova amicizia"

Sempre e solo quella parola.

Presi Ilaria di peso che avvolse le gambe al mio busto, la bacia con voracia sperando di spegnere il cervello.

Devo stare al mio posto, non devo rovinare la nostra amicizia.
Un verso di piacere lasciò le labbra della bionda quando la spinsi sul letto, con ancora le labbra sulle mie pescai il piccolo telecomando accendendo lo stereo e alzando il volume.

(Ania's Pov)
Sospirando aprii gli occhi quando l'ennesimo tuono risuonò, avevo dormito poco essendo che la musica strimpellante di Elia aveva suonato fino al mattino.
E ora conoscevo bene il perché della musica.

Mi alzai a sedere prendendo il cellulare, finalmente era domenica e non avrei dovuto nemmeno fare lezioni ad Elia, anche perché non volevo vedere il suo viso.
Sapevo si comportava in quel modo con me perché eravamo amici ma forse stavo fraintendendo i suoi gesti pensando forse di piacergli.

Scossi la testa come per scacciare quei pensieri, non saremo mai potuti essere più di degli amici, eravamo totalmente diversi e la nostra era una bella amicizia, sarebbe stato un peccato rovinarla.

Mi alzai dal letto mentre Giada rispose al mio messaggio, mi avvisò che sarebbe stata impegnata essendo che sarebbero stati dai genitori.
Scorrendo nella rubrica cliccai sul nome che non appena due squilli rispose.

"Hey Stefano, oggi sei impegnato?"

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Stavamo girando nel centro quando il sole cominciò a calare, trascinai Stefano dal gelataio mentre stanco per la lunga camminava, ridendo, mi chiedeva di rallentare.
Iniziai a gustare la mia coppetta al cioccolato mentre lui stava ritirando la sua a nocciola.

"Che dici di sederci lì?" Indicai la panchina vicino al molo che mostrava il bellissimo mare coperto da raggi arancio.
"Certo" ci sedemmo e con un sospiro, Stefano, si voltò nella mia direzione.
"Ora capisco perché sei così magra, cammini parecchio" risi continuando a gustare il gelato.
"Vuoi assaggiare?" Mi chiese porgendomi il cucchiaino, annuii e presi il suo cucchiaio.
Strinsi gli occhi quando mi gelai i denti facendolo ridere per la mia smorfia.

"Sto davvero bene con te Ania, sei una ragazza particolare, mi piaci molto" disse sorridendo, ricambiai a mia volta abbassando la coppetta.
"Anch'io sto bene con te" quando il vento freddo ci inondò mi strinsi nella felpa sentendo poi la giacca di Stefano sulle spalle.
"Credo sia ora di tornare" annuii alzandomi e guardai per un'ultima volta il mare dove il sole ,ormai, non era più presente.

Stefano aveva insistito nell'accompagnarmi e mano nella mano arrivai al pianerottolo del mio palazzo.
"Ania" mi tirò gentilmente la mano attirandomi a sè.
"Ti ho già detto che mi piaci quindi ti dispiacerebbe se..." la frase non terminò ma intuii a cosa si riferisse quando poggiò una mano sulla mia guancia.
Si avvicinò lentamente mentre gli occhi verdi si alternavano dal guardare le labbra e le mie iridi.

Non sarebbe stato male provarci seriamente con Stefano, era un bravo ragazzo e sembrava gli piacessi per davvero.
Pensando a quelle parole chiusi gli occhi dandogli conferma e rimasi sorpresa quando ancora attendendo il contatto tra le nostre labbra non avvenne.
Quando aprii gli occhi trovai bensì Elia che aveva poggiato una mano sulla bocca di Stefano che corrucciato lo guardava stranito.

"Elia, ma che diavolo?"  Sbottai prendendogli la mano e togliendola dal viso di Stefano.
"Prendetevi una stanza" sbottò girando i tacchi ed entrando in casa sbattendo la porta.
"Mi dispiace" dissi portandmi una mano alla fronte.
"Figurati, vuol dire che avrò un'altra opportunità per vederti" ammiccando Stefano mi accarezzò una guancia e sorridendo annuii.
"Allora buonanotte"
"Buonanotte" si allontanò salutandomi ancora una volta agitando la mano e quando la macchina fu fuori il mio campo visivo entrai in casa.

Non appena poggiai la borsa sul divano il campanello suonò.

Stefano aveva dimenticato di dirmi qualcosa?

"Ste..." mi bloccai quando gli occhi azzurri si fissarono nei miei.
"Posso entrare?" Si portò i capelli all'indietro premendo le labbra in una linea sottile.
"Certo" chiusi la porta alle mie spalle e salii le scale seguita da Elia.

"Qualcosa non va?" Chiesi mentre, come suo solito, si buttava di pesò sul letto.
"Volevo chiederti se ti andava di fare un viaggio con me e Giada" m'illuminai in viso ascoltando quelle parole.
"Davvero?"
"Certo" sorrise notando la mia reazione esagerata.
"Grazie alle tue lezioni i miei voti si sono alzati e quindi miei ci hanno concesso una vacanza, volevo ringraziarti e pensavo fosse un buon regalo"
"Non ci credo, grazie!" Felice mi avvicinai al letto abbracciandolo, avevo sempre desiderato viaggiare e finalmente l'avrei fatto!
"Se sapevo che reagivi così te ne regalavo uno al mese" scherzò ricambiando l'abbraccio, gli tirai un pugno scherzoso sul petto e il suo sorriso si spense.

"Tutto ok con il becchino?"
"Non chiamarlo in quel modo!" Borbottai mettendomi a sedere, strisciò nella mia direzione poggiando la testa sulle mie gambe.
"A te tutto bene con la biondina?" Chiesi mordicchiandomi l'unghia.
Annuì prendendo un filo che fuoriusciva dalla tasca dei miei jeans cominciando a giocarci.

"Ti piace così tanto che vi vedrete di nuovo?" Chiese alzando gli occhi nella mia direzione.
"Hai origliato?" Ridacchiai cercando di alzarmi, mi venne proibito dalle sue braccia che mi avvolsero la vita.
"Probabilmente, rispondi adesso"
Feci spallucce facendolo sospirare e imbronciare, ridendo gli spostai le braccia alzandomi dal letto.

"Su, devo mettermi il pigiama"
"Se vuoi ti do una mano" ghignò mentre lo spingevo.
"Non demordi mai" risi quando aprì la finestra.
"Buonanotte" si avvicinò lasciando un lungo bacio sulla mia guancia, a testa china si voltò e scavalcò il balcone.
"Buonanotte" sussurrai flebilmente toccando la guancia dove sembrava fosse rimasto un marchio indelebile delle sue labbra.

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