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Poggiai la valigia sul prato sistemando la visiera nel mio cappello, il forte sole di Ischia ci diede il benvenuto non appena uscimmo dalla stazione.

Il tempo sembrò volare e ci trovammo al giorno della gita, Giada era ancora su di giri mentre si concordava su cosa fare in quei tre giorni e due notti con Donato.

E io mi trovavo come la candela dietro di loro.

Sospirai cercando di far slittare le rotelle del mio trolley, una grande mano mi aiutò alzando con facilità la valigia.

"Devi star attenta a questo sole, la tua pelle è molto chiara e potresti scottarti facilmente" Stefano portò in spalla il trolley bianco porgendomi un sorriso.

Grazie a Dio, magari non avrei fatto il terzo in comodo.

"Non preoccuparti, l'aiuterò io con la crema solare" una mano si poggiò sulla mia spalla facendomi voltare verso Elia che mi ammiccava, sorpresa spalancai gli occhi, erano giorni che mi evitava.
"Ora se non ti dispiace, noi andiamo, portala nella sua stanza quella" indicò la mia valigia mentre mi prendeva sottobraccio.

"Mi hai preso per uno chauffeur?" Sbottò Stefano irritato.
"Esattamente" con questo Elia concluse il discorso trascinandomi con sè.

"Ma che ti prende?"
"Questa è un'ottima opportunità per fare nuove esperienze, non era questo il nostro patto?"

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"Elia, non vedo nulla" sibilai quando eravamo a teatro, lo spettacolo di Don Chisciotte stava per iniziare e dovevamo ancora trovare posto.

"Tanto non capiremo lo stesso un cazzo" mi prese per mano facendomi strada.

Vero, eravamo entrambi una frana in francese.

Un sospiro di sollievo abbandonò le nostre labbra quando trovammo due sedie libere, ci buttammo di peso su di esse esultando internamente.
Dei riflettori si puntarono sul palco inquadrando Don Chisciotte sul cavallo, poggiai la testa sul dorso della mano cercando di comprendere parole che, per il mio cervello, erano sconosciute.

"Non è iniziato nemmeno è già mi sto annoiando" si voltò nella mia direzione facendomi raddrizzare dalla sorpresa, non mi ero resa conto che mi stavo per addormentare.
"Hey, ho capito che abbiamo fatto un lungo viaggio, ma almeno aspetta almeno mezz'ora" ridacchiò prendendo la mano che sorreggeva la mia testa.

Delicatamente prese il mio volto tra le mani poggiandomi sulla sua spalla, lui intanto poggiò il capo sul mio.

"Lo so ma ultimamente sto dormendo poco" risposi trovando la sua spalla estremamente comoda.
"Allora siamo in due"
"Troppe donne che entrano nella tua stanza?" Risi per prenderlo in giro, poggiando il braccio sulla mia spalla cominciò ad accarezzarmi creando cerchi immaginari.
"Nha, è colpa solo di una"

Arrossii comprendendo cosa intendesse e senza trovar le parole in risposta rimasi in silenzio.
I miei occhi diventarono improvvisamente pesanti, trovai difficile tenerli aperti e inconsciamente mi feci cullare dalle carezze di Elia e le note del musical.

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Sentii le mie spalle essere scosse mentre un forte sottofondo mi faceva mugugnare qualcosa.

"Altri cinque minuti" borbottai sbiascicando.
"Cazzo Ania, devi svegliarti, adesso" aprii leggermente l'occhio sotto la voce disperata di Elia.
Alzai lo sguardo per guardarlo mentre sorrideva imbarazzato a qualcuno davanti a sè.

Quando spostai lo sguardo verso il soggetto della sua attenzione scattai nel sedermi composta, il cantante del musical si trovava davanti a noi mentre continuava a suonare la chitarra bloccato nel continuare il giro.

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