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Cominciammo ad entrare in acqua ancora mano nella mano, l'acqua era gelida mentre cominciava a salire.

"Si ma non andiamo lontano, io... non so nuotare" ammisi stringendogli la maglia.
"Davvero?" Rise prendendomi per la vita, poggiai una mano sul suo petto per il gesto improvviso.
"Ti tengo io, non preoccuparti"
"O-ok"

Mentre camminavamo mi arrivò una slanciata d'acqua in volto, aprii e chiusi gli occhi sorpresa sotto la risata di Elia.
"Ma...i capelli!" Urlai trovando i capelli attaccati al viso, il risposta tirai l'acqua addosso ad Elia.
"Oh, vuoi giocare?" Mi chiese ghignando e portandosi indietro i capelli bagnati, sembrava esser uscito fuori da uno spot pubblicitario di qualche profumo.

Mi buttò altr'acqua facendomi boccheggiare, la battaglia ebbe inizio tra Elia che cominciava a buttare più acqua e me che iniziavo ad arrancare.

Mi trovai ben preso in panico quando la distesa di sabbia finì e non riuscivo più a reggermi in piedi, le mani di Elia mi presero la vita e velocemente portai le braccia intorno al suo collo.

"Wow, attenzione" disse stringendomi a sè, a poca distanza fissai gli occhi nei suoi, il magnifico azzurro era contornato dalle folte ciglia che contenevano ancora piccole goccioline dovute alla nostra lotta, una goccia scivolò dai suoi capelli rigandogli i lineamenti del viso.
Inconsciamente la seguii fin quando non si poggiò sulle sue labbra piene, distolsi lo sguardo per non farmi cogliere in fragrante ma il suo sguardo fisso su di me mi fece comprendere fosse impossibile.

"Da bambino mio padre ci raccontava che se c'è la luna piena bisogna fare il bagno al mare al centro del riflesso di essa e si avrà molta fortuna" disse a poca distanza dal mio viso.

Mi guardai attorno notando che fossimo esattamente al centro del riflesso bianco, aveva iniziato quel gioco per spingermi senza paura più in largo per portarmi qui.

"Credi sia vero?" Chiesi mentre lui, poggiando la sua fronte contro la mia, mi strinse più a sè.
"Sta facendo già effetto"
Mandai giù l'enorme groppo formatosi alla gola mentre lui si passò la lingua tra le labbra.

Le poggiò sulla mia guancia e chiusi gli occhi beandomi di quella sensazione, era diverso da quando mi salutava tutti i giorni, la delicatezza e il tempo prolungato regalava una sensazione totalmente differente.
Le poggiò ancora una volta al bordo del mio labbro stringendomi con forza la vita, trattenni il respiro fissandolo negli occhi quando si staccò.

Mi guardò come per chiedermi il permesso mentre portava i miei capelli, totalmente bagnati, dietro le mie spalle, lasciando correre la mano lungo la mia figura.
Le sue mani furono ben presto sulle mie gambe che mi spinsero nel racchiuderle intorno al suo busto, la distanza si ravvicinò ancora mentre con respiro veloce mi guardava senza mai staccare il contatto visivo.

"So che forse mi pentirò di ciò che sto per fare e che finirai per odiarmi ma credo proprio di voler mandare al diavolo quella clausola del cazzo" strofinò il naso contro il mio affondando le dita nella mia pelle, il mio cuore batteva a mille mentre m'incitava a non pensare a cosa sarebbe successo se fosse accaduto qualcosa.

Quando fu quasi ad un nonnulla di distanza sentimmo un rumore che ci fece balzare dalla sorpresa e voltare di scatto.
A quanto pare non fummo gli unici a pensare di fare un bagno notturno ma un gruppo di ragazzi, ridendo e scherzando, si tuffò velocemente in acqua.

La nostra bolla fu esplosa da quel evento e tornammo ben presto alla realtà, chinai lo sguardo mentre lui irritato guardava i diversi ragazzi avvicinarsi.

"Credo sia ora di rientrare" dissi cercando di evitare il contatto visivo.
"Si" rispose flebilmente iniziando ad avviarsi alla riva tenendomi ancora stretta.

La sua presa sembrò amplificarsi, probabilmente per l'irritazione, quando sorpassammo il gruppo che cominciò a fischiare e a fare commenti poco puri.

Quando fummo fuori l'acqua cercai di evitare di guardarlo, i vestiti bagnati riuscivano a far vedere tutte le sue forme lasciando poco all'immaginazione.

"Dovresti rientrare, oppure quei ragazzi potrebbero vedere... beh, tutto" disse lasciando correre gli occhi lungo tutta la mia figura.
Chinando lo sguardo notai la maglia bianca mostrare tutto il mio intimo e imbarazzata portai le mano al petto.
"Non vorrei dover far svegliare i carabinieri a quest'ora per un omicidio di massa" ridacchiai alla sua battuta mentre, lentamente, rientrammo in albergo.

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La nostra seconda meta era lo spettacolo di Shakespear, ossia Romeo e Giulietta, io da grande fan ero elettrizzata mentre aspettavamo ad entrare.
Giada continuava a borbottare imprechi perché non le andava di assistere alle due ore e mezzo di spettacolo mentre io la incitavo a seguire, con attenzione, cossichè anche lei si sarebbe appassionata.

Quando fummo finalmente all'interno del teatro mi appostai giusto al centro fila per avere la vista migliore, questa volta nemmeno un sonnifero mi avrebbe fatta addormentare.
Mentre benedicevo che lo spettacolo sarebbe stato in italiano trovai Giada sul cellulare che digitava velocemente sulla tastiera con i pollici.

"Donato?"
"Si, sta entrando proprio adesso anche il suo corso" a quelle parole la luce si spense ed io, emozionata, mi stampai un sorriso sul viso.

"Nella bella Verona s'apre la nostra scena,
dove fra due famiglie di pari nobiltà
da un rancore antico s'arriva a una novella lotta..." il coro cominciò a narrare il prologo quando i fari furono puntati su di essi, sentii passi alle nostre spalle per poi ascoltare le poltrone aprirsi.

Quando fummo al terzo atto ed entrò Mercuzio sentii i miei capelli essere accarezzati, mi voltai trovando Elia giocherellare con essi mentre Danilo, al suo fianco, parlava con Giada.
"Sembra ti piaccia davvero molto" la roca voce fu sussurrata nelle mie orecchie facendomi voltare mella sua direzione.
"Adoro shakespear, è uno dei miei autori preferiti" risposi ancora dando attenzione allo spettacolo.
"Davvero? Anch'io lo adoro, credo di saper a memoria Romeo e Giulietta" rispose poggiando la testa sulla mia spalla.
"Dici sul serio?" Mi voltai scettica trovandomi faccia a faccia con Elia che, sorridendo, rispose.
"Solo perché sono un dongiovanni ciò vuol dire che io non possa essere appassionato alla letteratura?"

Rimasi sbalordita conoscendo qualcosa di nuovo su di lui, lui ancora ridacchiando si ripoggiò allo schienale continuando ad accarezzarmi i capelli mentre Tebaldo andò a parlare con i Capuleti.

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Erano le 23 quando io e Giada rientrammo in camera dopo il tour di Ischia, i magnifici palazzi e paesaggi del luogo contornati con le sue suggestive luci riuscivano a rendere tutto magico.

Uscita dalla doccia misi il pigiama scuotendo i capelli bagnati con l'asciugamano.
Alla ricerca del mio cellulare rigirai la stanza soffermandomi alla finestra quando trovai qualcosa poggiato sulla piccola sporgenza.

Una rosa rossa era posata su di essa mentre un bigliettino l'accompagnava.

Presi la rosa portandola al naso odorandone il profumo fresco, pensai fosse stato un gesto dolce di Donato ma alzai le sopracciglia in sorpresa quando il bigliettino, con su una frase di Romeo e Giulietta, mi svelò il mittente.

Aprii la porta velocemente alla ricerca della sua presenza ma i corridoio vuoti mi accertarono fosse stato in quella camera tempo prima.
Ritornando alla finestra rilessi il biglietto stringendolo forte al petto, insieme alla rosa, poggiandomi alla piccola sporgenza e guardando il cielo stellato con un sorriso.

"Ma tu chi sei che avanzando nel buio della notte inciampi nei miei più segreti pensieri?"

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