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Strizzai lo straccio freddo poggiandolo delicatamente sulla fronte, la febbre sembrava non calare.
Non facevo ciò da quando Giada era piccina, rammentai di quando le vennero degli incubi per la forte febbre.

Lamentandosi appena si voltò facendo cadere lo staccio, probabilmente anche lei stava facendo degli incubi.

Presi il termometro che era poggiato sul comodino abbassandole un po' la felpa.
La pelle chiara era imperlata di sudore, la clavicola bel definita era visibile fino alla spalla, sbuffi caldi di respiro mi sfioravano il braccio mentre rossa in viso piagnucolava qualcosa.

Oh Cristo, non avere pensieri perversi proprio adesso.

Mi pizzicai il ponte del naso cercando di calmarmi, il cervello nom voleva collaborare e schiaffeggiandomi il viso mi ricomposi.
Le infilai il termometro sotto al braccio per poi constatare che la febbre si fosse alzata.

"Dai, devi riprenderti, devi gironzolarmi intorno, ok?" Dissi guardandola e mettendole lo straccio nuovamente immerso nell'acqua fredda.
La sua mano mi prese la felpa stringendola delicatamente e socchiudendo gli occhi mi guardò.
"Elia" il flebile tono in cui pronunciò il mio nome mi provocò tenerezza e di nuovo brutti pensieri facendomi arrossire e stringere le labbra in una linea sottile.

"Si?" Chiesi asciugandole una perla di sudore, tirò appena la mia manica mettendo sù un musino.
"Non andare" quasi come una supplica sentii il cuore sciogliersi a quelle semplici parole.

Quella ragazza mi faceva del male.

"Non vado da nessuna parte" risposi facendola sorridere appena prima che si riaddormentasse.

(Ania's Pov)
Aprii gli occhi da una dormita che sembrò durare 100 anni, mi stropicciai un occhio stranendomi quando sentii la mia mano calda.
Il calore proveniva da quella di Elia che accasciato dormiva al bordo letto tenendomi la mano.

Pensavo se ne fosse andato.

Gli accarezzai i capelli intenerendomi quando mormorò qualcosa, mi si scaldò il cuore pensando che fosse stato tutto quel tempo al mio fianco.

"Elia" lo chiamai facendolo mormorare ancora.
"Hey" gli scossi delicatamente la spalla facendogli aprire un occhio.
Sorrise trascinando le nostre mani unite sotto al suo viso richiudendo poi gli occhi.
"È notte fonda, dovresti tornare a casa"
"Sei tu che mi hai chiesto di non andare" la voce ancor più roca del solito mi sorprese, glielo avevo chiesto io?

"Dovresti riposare, devi esser stanco per essermi stato accanto" strofinò la guancia contro le nostre mani come un piccolo gattino.
"Non voglio andare" borbottò.
Ridacchiando mi spostai e scherzando picchiettai al mio fianco.

Non se lo fece ripetere due volte e s'infilò sotto le coperte.
"Guarda che stavo scherzando" alzando le coperte fin sotto al naso lasciò che gli occhi guardassero ogni dettaglio del mio viso.
"Troppo tardi" rispose prendendomi per la vita e avvicinandomi.

"È come se fossi una stufa umana" borbottò abbracciandomi, poggiò la testa nell'incavo del mio collo facendomi arrossire.
"Fai così con tutte le tue amiche?" Chiesi prendendo il laccio della sua felpa.
"No" sbarrai gli occhi sentendo il volto in fiamme.
"E- e perchè con me si?"
"Perché voglio" rispose strofinando la guancia sulla mia spalla.

"Non credo che gli amici si comportino così" dissi lasciando il laccetto, si staccò dalla mia spalla poggiandosi sul cuscino trovandoci così faccia e faccia.
"Ma io voglio, non m'interessa cosa facciano gli amici normalmente" gli occhi scintillavano mentre il profondo blu era accompagnato da tratti azzurri, scuse le labbra tirando un profondo sospiro.

"Non ti senti in imbarazzo a farti vedere con me?"
"Perché dovrei?" Rise spostandomi i capelli dal viso.
"Perché sei popolare e ti fai vedere con una nerd"

Di solito quando passavo vicino ad un gruppo come quello di Elia mi prendevano sempre in giro, ogni tanto mi buttavano i libri per terra facendomi sentire "diversa".
"Ma tu sei la mia piccola nerd, non m'interessa cosa pensano gli altri" rispose stringendomi a sè.

Riportando la testa nell'incavo del mio collo mi trovai senza presa d'aria.
"Elia non respiro, morirò"
"Allora muori" rise stringendomi di più, gli tirai un pugno sul petto per poi minacciarlo con uno dei miei fazzoletti pieni di muco.

Si abbassò poggiandosi sul mio petto, avvolgendo la mia vita chiuse gli occhi rilassando i muscoli, gli accarezzai i capelli chiudendo a mia volta gli occhi e ci lasciammo cullare dalla notte.

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Aprii gli occhi al rumore della pioggia battere contro la finestra, Elia era ancora sul mio petto mentre mi racchiudeva in un abbraccio.
Allungando la mano pescai il termometro misurando per un'ultima volta la febbre, fortunatamente era scesa e accarezzando i capelli al corvino cercai di svegliarlo.

Avvampai in volto, guardare un così bel ragazzo giacere sul mio petto e stringermi tra le sue braccia era davvero una sensazione strana.
"Non mi dai il bacio del buongiorno?" Borbottò mentre la voce roca suonò più bassa per la dormita.
"Dovresti spostarti oppure non riuscirò a vestirmi"
"Ti vesti con me?" Alzò lo sguardo nella mia direzione ridendo quando poi il cellulare gli squillò.
Gli tirai un piccolo pugno sul braccio mentre ridendo si alzava a sedere e prese il telefono.

"Elia dove sei? C'è qui Ilaria che mi sta esaurendo!" Sentii Giada urlare anche se non era in viva voce.
"Si, arrivo" sospirò attaccando, gli sorrisi ma creando una smorfia, d'improvviso il mio umore sembrò cambiare.
"Scusa, devo andare" disse alzandosi dal letto.
"Non preoccuparti" risposi cercando di tener sù un sorriso.

Sbuffando scavalcò velocemente il balcone ritornando a casa sua.

_____________

Era passata circa mezz'ora quando tornai in camera con una tazza calda di caffè e il muffin al cioccolato, mi accucciai a gambe piegate alla scrivania con ancora la coperta addosso.
Infilai gli occhiali aprendo il Mac e prendendo le cuffie e dopo un pochi minuti delle figure attiraroni la mia attenzione.

La bella ragazza della scorsa volta si stava togliendo il cappotto mentre si avvicinava ad Elia, inclinando il viso fece muovere il caschetto biondo poggiando le mani sulle sue spalle.
Elia sembrò resistere alla ragazza voltando il viso che ben presto venne voltato dalla stessa.
Avvicinandosi lentamente gli stampò un bacio avvolgendo le braccia al suo collo, lui impassibile non sembrò nè ritrarsi nè ricambiare.

Un peso allo stomaco fece capolino mentre la scena aveva atto davanti ai miei occhi, uno strano senso di nausea e disgusto mi opprimeva.
Decisa a non voler vedere più il continuo mi avvicinai alla finestra e nello stesso momento Elia si voltò.

I nostri sguardi s'incontrarono e con un espressione indecifrabile sembrò studiare il mio viso.
Io, al mio canto, non riuscii a nascondere l'angoscia e con un sorriso afflitto chiusi le tende lasciando che i suoi occhi si sbarrassero prima che non furono più visibili.

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