"Mettimi giù!" Urlai calciandogli il petto con le gambe, le persone che si trovavano in giardino ci guardavano come se fossimo una coppia comica.
"Fermati, siamo quasi arrivati" disse poggiando una mano sulle mie gambe per fermarle.Ben presto aprì lo sportello della macchina poggiandomi sul sedile del passeggero, incrociai le braccia fulminandolo con lo sguardo quando si mise al posto del guidatore.
"Calmati, ora torniamo a casa e parliamo"
"Non voglio parlare, di cosa diavolo vorresti parlare poi? Mi hai appena fatto fare una figuraccia davanti a tutti e davanti a Stefano"
Mimò la mia voce cercando di fare una voce stridula mentre metteva in moto, gli tirai un pugno sul braccio facendolo ridere."Andiamo"
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Mi misi sulla sedia girevole quando entrammo nella mia stanza, chiuse la porta alle sue spalle per poi sedersi sul bordo letto.
"Ania..." la luce tenue della luna cadeva gentilmente sulla sua figura mentre il buio ci circondava, nella stanza scura sembrò risuonare la sua voce tenue che pronunciò il mio nome.
Facendo rigirare i pollici puntò lo sguardo sul pavimento facendo cadere una ciocca dall'acconciatura perfetta, mi morsi il labbro inferiore trovandomi ancora una volta punto e accapo."Mi dispiace, non volevo farti assistere a ciò che è successo con quella ragazza" prendendo un respiro alzò lo sguardo nella mia direzione facendo brillare gli occhi azzurri.
"Già, non volevo assistere a ciò che ho visto e sentito" risposi arricciando il naso."Ciò che è successo, non doveva succedere. Ero sincero quando dicevo che mi piacevi ma quella sera ero ubriaco e lei ti som..."
"Basta" lo bloccai pizzicandomi il ponte del naso, afflitto strinse le labbra in una linea sottile.
"Elia è sempre così, fai sempre qualcosa che faccia pensare che io ti piaccia e la sera stessa ti ritrovi con un'altra.
Non è che non ti creda quando tu mi chiedi scusa ma di certo delle scuse non cancellano ciò che fai" sentendosi forse colpito cominciò a portare lo sguardo in diverse direzioni, una fitta mi colpì la testa facendomi bloccare per dei secondi."Non puoi cambiare ciò che sei e sappiamo entrambi che io non sono come te o le persone con cui sei, abbiamo iniziato la nostra amicizia proprio su questo.
Ciò non toglie che ti voglio bene e non voglio perderti ma rimarrei solo male se le cose continuassero così"
"Oh..." corrugò le sopracciglia formando un profondo cipiglio, calò la testa mordendosi il labbro inferiore e portandosi poi una mano sulle labbra."Ok" sussurrò ancora guardando il pavimento.
"Voglio ancora che siamo amici" dissi dando voce ai miei pensieri, una stretta al petto mi fermò quasi il respiro quando annuì afflitto.
"Amici" sussurrò ancora guardandomi.Un'altra fitta mi colpì la testa facendomi mugugnare e portare le mani alle tempie, velocemente si avvicinò mettendosi sulle ginocchia per essere alla mia altezza.
"Vuoi che ti prenda un'aspirina?" Chiese prendendo la mia mano e accarezzandola dolcemente.
"Si, grazie"Annuendo si alzò e uscì dalla stanza, con un nodo in gola sospirai cercando di trattenermi dal piangere e sentii il calore della sua mano, man mano, sparire dalla mia.
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"Quindi, ragazzi, quest'anno la gita si svolgerà..." il professore continuava a parlare di questa gita da ormai due mesi, la sua voce divenne ormai lontana mentre venivo distratta dal ticchettio dell'unghia di Giada.
"Allora, ci andiamo?"
"Dobbiamo, non abbiamo molta scelta" risposi sospirando, sicuramente ci avrebbe fatto fare un saggio sopra quindi eravamo costretti ad andarci.
"Beh, potremmo conoscere molte persone, molti ragazzi" sogghignò Giada alzando e abbassando un sopracciglio.Sapevo stava cercando di distrarmi su ciò che era successo con Elia, le ero molto grata, non credevo, però, di sembrare così disperata da far notare che stessi male.
"Tu credi? Pensi altre classi si uniranno a questa..." il cellulare le vibrò prima che finissi la frase, sbarrò gli occhi per poi guardarmi.
"Elia mi ha chiesto se noi andiamo... alla gita del professor Marquez"
"Oh" mi grattai la nuca, per quanto gli avessi detto di essere amici era ancora imbarazzante."Per me non c'è problema, siamo amici, non guardarmi in quel modo" le dissi spingendola leggermente alla spalla mentre mi guardava rattristata.
"Sicura non ti rovinerai la gita?"
"Certo" sorrisi, dovevo cercare di togliere quell'imbarazzo di mezzo per non rivinare la nostra amicizia.La campanella suonò non appena il professore finì il suo discorso, presi lo zaino in spalla per poi trovare Stefano poggiato allo stipite della porta quando alzai lo sguardo.
"Hey" salutai avvicinandomi, notai Giada mimare qualcosa alle sue spalle per poi farmi un occhiolino e fuggire.
"Hey, come va?" Mi sorrise gentilmente per poi affiancarmi mentre camminavo.
"Bene, tu?"
"Bene, ero un po' preoccupato per l'altra sera..." inclinò di poco lo sguardo facendo notare un velo di preoccupazione nei suoi occhi."È tutto ok e mi scuso ancora per averti lasciato lì nonostante fossimo andati insieme"
"Figurati, l'importante è che tu stai bene" mi prese la mano facendo intrecciare le nostre dita.Che tenero.
"Allora, ho sentito che anche voi andrete alla gita del professor Marquez"
"Come lo sai?" Risi mentre arrossendo guardava intorno a sè.
"Eravate nella lista dei partecipanti"
"Il professore deve aver aggiunto tutto il corso di sua volontà"
"Beh, adesso che lo so, mi sono aggiunto anch'io" s'inumidì il labbro inferiore per poi guardarmi, arrossii comprendendo lo avesse fatto per me.Notaii sottecchi un'alta figura in lontananza che ben presto si allontanò velocemente, mi avvicinai al punto che aveva lasciato e guardando il mozzicone di sigaretta, ancora fumante, sospirai comprendendo il soggetto in questione.
(Elia's Pov)
Stavo guardando il cellulare attendendo una risposta da parte di Giada quando la risata stridula di Donato fece capolino dritta nelle orecchie."Hey bro, che fai qui fuori?" Mi poggiò una mano sulla spalla ancora ridendo mentre un suo amico, alquanto basso, rideva a sua volta.
"Aspetto mia sorella e..." presi la sigaretta tra le dita per poi prendere la sua mano con quella libera."Ho saputo che stai frequentando Giada, da quand'è? Come mai non ne sapevo nulla?" Gli storsi leggermente il polso facendogli fare una risata di circostanza che si tramutò in smorfia quando provò dolore.
"Lo sapevano tutti ormai!" Affermò il tappo al suo fianco, lo fulminai con lo sguardo e velocemente il suo sorriso scomparve."Trattamela bene sennò ti ritroverai il colon pieno di cicche" sbottai ridendo e scompigliandogli i capelli.
"Ah, ti adoro, amerò sempre te prima di tua sorella" mi stampò un bacio sulla guancia mentre tentava di sorregersi sulle punte.
"Si, si, ok, basta smancerie" sbottai allontanandolo e voltandomi per evitare le sue smanie.Il mio sguardo si posò su due figure che camminavano mano per mano, il mio sorriso si spense osservando la scena svolgersi davanti ai miei occhi.
"Bro, tutto ok? Sei sbiancato d'improvviso"
"Si, tutto ok" risposi allungando un po' il collo per cercare di vedere meglio la scena.Notai le guance del becchino arrossire e lei sorridere, rise delicatamente poggiando una mano sulla sua guancia.
Strinsi la sigaretta tra i denti quasi dividendo il filtro in due parti, scossi la testa per poi buttare con forza la cicca e andarmene di lì.
Donato continuava a chiamarmi ma continuai a camminare, avrei aspettato Giada in macchina.Quando mi sedei sul sedile poggiai la testa al volante sospirando sommessamente.
Sarei riuscito a sopportare tutto ciò?"Ania, Ania, Ania, cosa devo fare con te?"

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Dream On
ChickLitAnia era una normalissima ragazza, adorava leggere e stare ore davanti al pc giocando per intere ore ininterrottamente. Elia era il solito ragazzo con la testa in un mondo a parte, col suo vizio del fumo e la voglia di riuscir a conquistare più raga...