Pensieri sconnessi

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NOTA: sono presenti schizzi di poesie, frammenti di pensieri. Questo capitolo verrà aggiornato ogni qualvolta mi venga dell'ispirazione. Se non sei interessato/a puoi pure saltare, non è una storia o un racconto. Buona lettura/skip.


I colori del cielo

Ho sempre creduto che il cielo fosse azzurro, nero di notte e rosso al tramonto, ma comunque azzurro. Ho scoperto che il cielo non ha un colore, rispecchia semplicemente l'infinito che ci circonda, o magari prende ordini da qualche Dio soprannaturale ed i suoi sbalzi d'umore. Tutte le mie teorie sono andate distrutte: i colori, i puffi, le nuvole. Un giorno però, quando mi chiedevo cosa ci facesse la luna mentre il sole brillava, ho compreso molte cose. Il cielo, o meglio dire lo specchio dell'aldilà possibile ai nostri occhi, non è altro che un intero mondo di allucinazioni a cui l'essere umano ha dovuto attribuire un significato, uno spicchio di sfondo confuso e incoerente, lo stesso che racchiude astronomia, astrofisica e altre materie scientifiche a me sconosciute.
Come ho fatto a capirlo?
Semplice, sono andata sulla luna e da lì ho visto non solo la terra, ma anche il sole, le stelle e il cielo, pieno di qualsiasi forma tu possa immaginare. Quindi, voglio concludere ponendoti una domanda molto difficile a cui non saprai mai rispondere del tutto, forse.
Un cielo, tu, ce l'hai?
Mi raccomando però, non interrogarti su questa questione importante proprio ora, anche se credi di essere la persona più felice del mondo o la più triste, tu aspetta, chiudi gli occhi sogna il cielo, perché non è solamente il blu sopra la tua testa, ma è il tuo cuore che ogni giorno prova qualcosa di diverso che ti fa tremare le ossa e ingoiare i sospiri. Pensala come vuoi, credi in ciò che ti va, ma una cosa non smettere mai di ricordarla: il tuo cielo, sei tu.


Nessuno è per me

Il di' e la notte sono coloro su cui il nostro mondo si crea, le fondamenta della nostra vita, il cambiamento che ci permette di andare avanti o, a volte, di fermarci per sempre. Non pensare che l'universo giri attorno a te, non sentirti la protagonista del tuo sogno perché ci sarà un momento, quello attimo indimenticabile, in cui capirai anche tu che non sei altro che un granello di sabbia in mezzo al mare. Le tue emozioni non contano, puoi essere sensibile o impassibile, empatico o apatico, a chi importa?
Alla famiglia? C'è chi non ne ha una vera da tempo.
Agli amici? Non tutti sono benvoluti dagli adolescenti.
Quindi chi resta? Nessuno.
Nessuno può dirti cosa fare e non, chi osa prendersi il diritto di scegliere al posto tuo? Le regole. Si pensa che le regole servano per mantenere il controllo, per rendere il più chiaro possibile i limiti della vita. Le stesse regole che vengono prontamente stracciate, ignorate, infrante un po' come delle promesse che sai non essere in grado di mantenere ma a cui decidi di porre un sostegno, invisibile e inesistente.
Chi siamo noi, dunque?
Nemmeno il presidente degli Stati Uniti o il giudice più ricco del mondo può dare una risposta concreta e reale.
Ti senti distrutto? A chi importa.
Felice? Chi se ne frega.
Stai per morire? Condoglianze.
Viviamo in un pianeta in cui le domande sono di circostanza, i sorrisi per educazione, gli sguardi per impadronirsi del potere. I mostri che prima erano sotto al letto adesso dormono insieme a noi tra le lenzuola, gli scheletri negli armadi ci passano gli abiti da indossare, i demoni dell'oscurità fanno battute a cui solo noi ridiamo. Il mondo è contorto, la lancetta gira in senso ante-orario, la Terra non è piatta, siamo noi ad esserlo. Foglie di carta trasportate dal vento, frutti acerbi strappati dagli alberi, il nostro sentiero non lo traccia il destino né le decisioni che intraprendiamo, il cammino che seguiamo è sempre lo stesso, in tondo, la differenza è che a forza di girare inizia a farlo anche la testa e con lei le nostre visioni.


Tutto muore - Il buio incombe

Nasce un sogno,
lo desideri più di ogni altra cosa.
Lo ottieni,
ti è concesso,
ti avvicini.
Ci sei quasi,
ma ad un tratto
ti accorgi che non è mai stato come credevi.
È un incubo,
è quell'incubo.
Non puoi evitarlo,
l'hai voluto tu,
e alla fine lo accogli ugualmente.
Tutto il dolore provocato sei costretta a sentirlo;
ogni lacrima ti sciupa fino all'ultima,
ti scorre dentro in tempesta,
graffiandoti l'anima,
assorbendo le tue forze.
Cadi,
non ti reggi in piedi,
le gambe tremano,
le ginocchia cedono.
Il vortice ti risucchia,
ti trascina con sé,
e quell'incubo diventa realtà,
la fantasia non ha più spazio.
Il buio incombe.

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