Sindy non ne voleva sapere di scendere da quell'aggeggio volante infernale, meglio noto come aereo. Dopo aver rischiato di svenire due volte e aver perso l'udito durante l'atterraggio, il minimo che potessero offrirle come segno di pace era: un tappeto rosso sotto di lei, un mazzo di cento rose bianche e la corona della regina Elisabetta rubata in quel preciso momento. Il suo cipiglio rimase fino a quando ogni passeggero non fu uscito, erano rimaste solo le hostess che facevano avanti e indietro con scopa e paletta, chi intenta a profumare l'ambiente e chi a spruzzarsi l'odore su se stessa. Ma Sindy era ferma sulla sua decisione: o una scusa dal pilota per quel viaggio disastroso e in procinto di morte, o sarebbe rimasta lì fino alla chiusura degli aeroporti. Quando finalmente qualcuna si accorse di lei strabuzzò gli occhi sorpresa alla vista di quella ragazza imbronciata come una bambina e seduta sul suo sedile senza alcuna intenzione di andarsene. L'hostess le si avvicinò educatamente e la guardò interrogativa.
«Le serve qualcosa signorina?» domandò gentilmente con un'espressione confusa. Sembrava di un altro mondo: sciarpa di lana nonostante ci fossero più di venti gradi, stivaletti impermeabili e un lungo vestito porpora imbottito, come se fosse pronta a un naufragio. Era senza dubbio sbigottita da quella bizzarra presenza, ma lo era ancora di più la protagonista di quel comico vestiario. Sindy assottigliò gli occhi in due fessure e guardò la ragazza come se se la stesse prendendo in giro.
«Mi sembra piuttosto ovvio. Necessito all'istante di un defibrillatore e di un bel paio di scuse dal pazzo che si crede in grado di pilotare questo affare.» era arrabbiata. Si sentiva addirittura offesa dal comportamento della ragazza, la quale sembrava davvero non capire il motivo del suo atteggiamento.
Oh signore, ma ho viaggiato solo io per tre ore ininterrotte su questo coso traballante?
Si domandò sconcertata, sembrava che per tutti fosse normale rischiare il vomito, un'abbassamento di pressione e un'infarto. Non era mai stata un'amante dei voli e spesso soffriva di mal d'auto, ma quello era stato il viaggio peggiore che avesse mai intrapreso in ventiquattro anni e il fatto che nessuno si fosse preoccupato del suo benessere la irritava parecchio; e tutti sapevano che una Sindy nervosa era senza dubbio peggio di una pantera in gabbia. Si alzò talmente veloce che i postumi di quel volo le provocarono un capogiro, ma cercò di ignorarlo. Prese la sua borsa alla Mery Poppins e con tono impassibile si rivolse all'hostess sempre più stupita.
«Devo parlare con il pilota, ora. Grazie.» la ragazza, nonostante non avesse la minima idea di chi fosse quella passeggera cocciuta, le diede ascolto per evitare ulteriori problemi e le indicò una porticina alla testa dell'aereo.
«E' la stanza di pilotaggio, non sarebbe possibile entrare, ma il volo è terminato e possiamo fare un'eccezione.» non disse altro ma era chiaro che dietro le sue parole ci fosse ben altro: ti faccio passare solamente perché sei una pazza e non ho intenzione di beccarmi qualche schiaffo o peggio. Sindy quando voleva incuteva piuttosto timore. Si salutarono con un sorriso di circostanza, Sindy con il solito sopracciglio alzato e l'hostess con le spalle tese. Aprì la porta e fu costretta ad abbassarsi leggermente per la stazza di quella stanza.
Come possono starci due persone qui dentro?
Si domandò, ma continuò per la sua strada fino a quando davanti ai suoi grandi occhi non comparve un'immensa barra di comando, e in bella mostra un tablet di ultima generazione con un video osceno a ripetizione. Per osceno si intendeva porno. I versi eccitati di quegli attori riempirono le povere orecchie di Sindy e in quel momento sperò davvero di aver perso l'udito.
Che cazzo era, quello?
Il volume era talmente alto che i gemiti senza pudore della protagonista le fecero venire un mal di testa assordante. Si coprì le orecchie e si fiondò per spegnere quell'affare che emetteva quei suoni rivoltanti, non si sarebbe mai tolta quelle immagini dalla testa. Poteva sembrare una zitella imbronciata ma nonostante la sua vita sessuale fosse più che benefica odiava quei video dove l'unico obbiettivo era far godere dei maiali; opinione discutibile ma non per lei. Quando finalmente tutto cessò sospirò di sollievo e diffidente si sedette la poltroncina davanti a lei. Sbuffò frustata.
Che diamine stava succedendo?
Un rumore la destò dai suoi pensieri in cerca di risposta, ma ciò che le si parò davanti non fece altro che aumentare le domande che le vorticavano in testa.
«Perché cazzo si è interrotto adesso!? Possibile che tra un volo e l'altro non posso nemmeno avere un po' di tempo per svuotarmi in santa pac-» si bloccò non appena si accorse della presenza della ragazza. Era senza parole, ripensando a quelle appena dette, ma lo era ancora di più Sindy alla vista di quell'uomo coperto solo da un paio di boxer.
Si trovava in un aereo o in un club di spogliarellisti? Non che l'idea le dispiacesse ma non appena collegò il motivo di quel video e delle sue parole le sembrò di trovarsi un altro mondo. Era per questo che il volo era andato tanto male?
Perché quell'uomo preferiva masturbarsi piuttosto che assicurarsi della vita dei passeggeri?!
Adesso sì che era veramente infuriata.
«Bene bene bene, quindi mentre io, a stento, tratteneva il vomito, per non rovinare le costose moquette bianco platino, tu eri qui a divertirti con il tuo amichetto. Davvero molto responsabile..» non prometteva nulla di buono la sua strana voce calma, troppo calma, e quel sorriso metteva decisamente i brividi. Camminava attorno a lui con una lentezza disarmante, lo guardava intensamente come se fosse un'esperimento venuto fuori bene ma solo all'apparenza. Il ragazzo sembrava sotto shock e per un breve momento sperò di poter svenire, poi si riprese e tentò di giustificarsi, non prima di essere trapassato da un'occhiataccia malefica di Sindy.
«Ehm, questa stanza è privata, non è concessa l'entrata ai passeggeri.» sapeva che in quel momento il vero problema non era quello ma ben altro. La ragazza lo fissò in cagnesco.
«Oh, intendigli stessi a cui hai fatto rischiare la vita per dedicarti a lavori più intimi e soddisfacenti?» deglutirono entrambi, lui per il timore di quello sguardo, lei per l'indecenza che provava.
«Ora vorrei davvero sapere chi diavolo ti ha dato questa fottuta patente di aeronautica!» per un secondo i loro occhi si incrociarono ma subito l'uomo abbassò il capo sempre più imbarazzato.
«Io sono Andrew» disse tutto ad un tratto, Sindy era sorpresa per quella sua affermazione, in senso negativo ovviamente. Era sempre più scioccata dall'atteggiamento insensato e infantile di quel pilota. «Non me ne può fregar di meno di come ti chiami, quanti anni hai, dove vivi.. dimmi, invece, un solo motivo per cui non dovrei denunciarti.» a quelle parole Andrew sbiancò, adesso era il suo volto ad essere più bianco di quei lucidi pavimenti. Sindy non pensava davvero a una denuncia, non che non le facesse piacere ripagare quell'Andrew con la stessa moneta, ma la situazione sarebbe stata più complicata del normale e preferiva di gran lunga divertirsi a modo suo. Era da brividi, sì, brividi di terrore, lo stesso che apparve negli occhi dell'uomo quando quel sorrisetto sghembo spuntò nuovamente sul volto della donna. Inquietante. Si strinse nelle spalle con nonchalance.
«Ciò nonostante, seppur sarei più che lieta di condannarti alla legge per ingiustizia e tante altre cose illegali, credo tu merita una punizione esemplare.» deglutirono entrambi, di nuovo. L'aria era carica di tensione, aspettative per cui una sperava il massimo, mentre l'altro il minimo; che situazione ambigua.
«Che intendi fare? Cioè, alla fine non è poi così grave.» cercò di mantenere una sicurezza che in quel momento non gli apparteneva, sapeva benissimo che la faccenda era più seria del previsto. Se fosse stato più fortunato, avrebbe trovato qualcuno che dopo una bella strigliata se ne sarebbe andato, lasciandolo in pace e senza conseguenze gravi, se non qualche rimprovero, ma Sindy, lei era tutto tranne che supporto per lui. Cazzo.¤▪︎¤▪︎¤▪︎¤▪︎
«Cazzo sento che morirò, ne sono certo. Mamma, papà, Duchessa, vi ho voluto bene.» mentre un Andrew disperato pregava per la prima volta nella sua vita, Sindy sbuffava seccata, mentre l'adrenalina le scorreva nelle vene. Stava pilotando un mini elicottero, proprio come aveva obbligato il pilota di quel viaggio disastroso, qualche ora prima. Aveva dato il ben servito ai suoi impegni giornalieri, che così importanti non erano, e si stava divertendo un mondo nel mettere a soqquadro la sanità mentale del suo compagno di viaggio. Seppur quel volo fosse stato orrendo, si notava che il ragazzo sapesse il fatto suo, e quando serviva Sindy non esitava a lascargli il posto; tutto ciò aumentava il suo disprezzo verso quell'atto osceno nel momento del lavoro. Nel frattempo l'uomo recitava una preghiera inventata e la ragazza era un misto tra il divertito e lo scocciato, Andrew solamente terrorizzato.
«Duchessa, ti ho sempre amato lo sai, mi dispiace non essere riuscito a sposarti, spero tu possa sopportare la mia perdita.» si asciugò una lacrima immaginaria e la donna alzò gli occhi al cielo.
«Oh andiamo, la fai tanto tragica, sto andando alla grande!» esclamò lei fiera di sè, lui al contrario sembrava stesse per avere un infarto.
Così impara questo coglione a divertirsi, mentre io rischio la vita.
Questa era la frase che continuava a ripetersi nella mente lei, trattenendo a stento le risate per ogni smorfia che compariva sul volto di Andrew, le stesse che Sindy aveva puntualmente subito.
«E comunque, chi è Duchessa, la tua fidanzata?» che nome all'antica per una ragazza, pensò Sindy sollevando un sopracciglio. Lui sembrò destarsi per un attimo dai conati di vomito trattenuti, e quasi come se fosse un insulto ribattè.
«Ma quale fidanzata, Duchessa è la mia oca, la mia principessa.» spiegò con nonchalance e a quel punto la donna non riuscì a trattenere una risata colma di ilarità e prese per il culo. L'uomo si sentí offeso nell'orgoglio, non si capacitava di tale reazione, e in più, in quel modo, non era per niente concentrata alla guida.
«Ah ah ah, molto divertente, davvero. Potresti stare attenta a non commettere un incidente, adesso?» Sindy placò a poco a poco il suo divertimento e si concentrò sul suo lavoro momentaneo, stava diventato brava ad impugnare il voltante. Quella confessione era stata a dir poco emozionante, oltre che inaspettata. Da quel che aveva capito Andrew aveva passato la sua infanzia in una piccola fattoria piena di animali, con la voglia di viaggiare e scoprire nuove terre, che poi si tramutò in una vera passione che lo spinse a iscriversi ai corsi di aeronautica e diventare pilota. Di certo alcune cose avrebbe potuto rispiarmarsele. Cercò di non pensarci troppo, in fondo lui era lì, come la sua punizione dichiarava, e stava sopportando il dolore e la sua presenza. Non era di certo stupida, sapeva che dopo un po' poteva diventare stressante.
«Capisco che tu non abbia una ragazza, chi ti sopporterebbe, ma un'oca? Cioè, tu passi il tuo tempo a passeggiare con un'oca, tieni delle penne anziché le mani?» scoppiò in una nuova risata, il ragazzo era basito dalla sua ironia offensiva, ma sul suo volto spuntò un sorriso involontario. Era strano, ne era consapevole. Ma lo era ancora di più quella donna, con il suo atteggiamento da regina ma le maniere di una camionista. Era rimasto sorpreso quando lei l'aveva praticamente minacciato di fare come diceva, l'altra opzione sarebbe stata la denuncia per comportamenti indegni durante il turno lavorativo, non sapeva se esisteva davvero una pena del genere, ma non aveva alcuna intenzione di scoprirlo, non con Sindy come testimone. Non sapeva perché avesse osato così tanto fino a masturbarsi durante il volo, ma gli era salita una voglia incontrollata da un momento all'altro, e sarebbe stato ugualmente distratto per un motivo o per l'altro. Non aveva scuse per il suo comportamento, tuttavia era convinto che stesse scontando la sua condanna: non poter impedire che una pazza pilotasse un elicottero, mentre lui era seduto a fianco con il sangue al cervello, era piuttosto convincente come punizione.
Si erano incontrati in un modo alquanto strambo, una situazione imbarazzante in un momento imbarazzante, ma si era anche rilevato come l'inizio di un qualcosa di ancora più insensato. Aveva scoperto che quella ragazza dal caschetto biondo e l'accento meridionale, non era altro che il frutto di un'orfana piena di sogni incontrollati, il suo carattere combattivo e pignolo era l'unica forza che le aveva permesso di andare avanti, senza ascoltare i pregiudizi della gente invidiosa o annoiata. Andrew, sotto quel punto di vista, l'ammirava. Lui era cresciuto con l'amore e l'approvazione di una famiglia, lei, fin da piccola, aveva fatto affidamento esclusivamente su se stessa, senza il bisogno di un padre e una madre che l'avevano abbandonata perché non abbastanza maturi per occuparsene. Non si stupiva se avesse la mania del controllo, se detestava ogni tipo di ingiustizia e se fosse in grado di mantenere la guida per più di un minuto. Era una donna forte, trasudava potere da ogni poro. Mentre lui, nonostante fosse un dei migliori piloti del luogo, era stato sorpreso a segarsi su un porno di scarsa qualità.
«Sì, beh, ognuno ha i suoi gusti.» si giustificò lui, puntando i suoi occhi celesti su quelli nocciola di Sindy. Lei lo guardò divertita, ma non obbiettò, d'altronde ognuno ha i suoi gusti.
Sì, era stato decisamente un incontro fuori dalla norma.

STAI LEGGENDO
Break Off
Short StoryRaccolta "Break Off": storie random, one shot, senza un inizio o una fine. Sono presenti scene di sesso esplicito, linguaggio scurrile, tematiche delicate e sensibili. Ogni riferimento della storia è puramente casuale, in quanto frutto di immaginazi...