Different Minds

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«Cazzo.» sento imprecare dietro di me. Cerco di ignorare il tutto.

«Fanculo.» quella voce continua ad appellare aggettivi poco gradevoli a non so cosa.

«Merda.» mi volto curiosa e stranita allo stesso tempo, alla ricerca del soggetto che possa aver parlato.

«Troia, puttana.» sgrano gli occhi all'udire di tali parole. Chi diavolo può insultare in questa maniera?

«Ma baciami il culo, gioco del cazzo!» individuo finalmente l'oggetto in questione. Un ragazzo seduto dall'altra parte della stanza, su una piccola sedia su cui poggia a mala pena. Ha un telefono in mano e ad ha tutta l'aria di avercela con esso.

«Sta merdata non mi fa vincere mai, ma vaffanculo!» se la sta davvero prendendo con un giochino del cellulare? Mi volto verso i pochi pazienti che attendono come me, tutti sconcertati dalla scena qui presente. Una vecchietta dall'aria schifata più di tutti.

«Mio Dio ragazzo, vergognati! Non sai cos'è l'educazione? Come puoi parlare in un modo così primitivo e volgare?!» l'anziana signora sbotta, non riuscendo più a controllarsi. Se avessi avuto la sua età avrei detto di peggio.

«Ma chi cazzo si crede di essere, nonnetta? Ma fammi il bucato e non rompere.» risponde lui con estrema gentilezza, guardandola con indifferenza e riprendendo subito dopo a schiacciare tasti sul suo Iphone. La donna si porta una mano al cuore come se stesse per avere un infarto, ed ho paura che potrebbe sentirsi veramente male da un momento all'altro. Si volta verso di me, essendo la persona più vicina a lei, e mi guarda con attesa: vuole che la difenda, non sa che il mio problema non me lo permette. Ma lei non demorde, mi incita con la mano a farmi avanti.

«Suvvia ragazza, di' qualcosa a questo mascalzone insolente e maleducato.» a quelle parole il ragazzo punta i suoi occhi scuri su di me, l'ansia prende il sopravvento. Mi sento accaldata, come se andassi a fuoco, ed è proprio questo che vorrei fare: bruciare e diventare cenere. E adesso che dico?

«Ehm, sì be' c-credo che la signora abbia r-ragione.. non.. non dovresti r-rivolgerti ad un'anziana in q-questo modo.» vorrei sotterrarmi. Dio, perché non vedo alcuna fossa sotto di me? Perché? Mi torturo le mani con foga, sperando che questo momento termini il prima possibile. Quando tocca a me?

«Pff, ma sentila questa, cos'è, hai paura di sporcare la tua anima immacolata? Puritana del cazzo!» strabuzzo gli occhi, sbiancando. Di certo non mi aspettavo una reazione del genere, ma cosa avrebbe potuto dire un tipo come lui che non fa altro che arrabbiarsi con un gioco inventato? La vecchietta intanto decide di alzarsi, dopo aver scosso la stessa sdegnata e aver lanciato un'ultima occhiataccia al ragazzo, che al contrario di me sembra essere perfettamente a suo agio, dopo aver offeso due perfetti sconosciuti. Io non so come rispondere e sinceramente non ci tengo, mi sono esposta già troppo.

«Il signor Collins, Adam Collins.» un'infermiere annuncia il nuovo turno e si rivolge al ragazzo moro, che alza lo sguardo annoiato e lo guarda in attesa di un qualcosa di più specifico.

«È lei il signor Collins?» domanda l'infermiere sfogliando una cartella.

«Cristo, ovvio che sono io! Vengo qua ogni settimana da quasi un anno e ancora continuate a chiedermelo.» sbuffa seccato per poi alzarsi e inarcare un sopracciglio, io sto osservando tutto con una curiosità esagerata. Avevo dimenticato per qualche momento che questo è un ospedale psichiatrico per giovani con disturbi di personalità o socialità, ci sarà pur un motivo se lui è qui. 

«Il dottor Marcus l'aspetta in sala 22, al pri-» non riesce a terminare la frase che viene interrotto.

«Sì, so benissimo dove si trova: primo piano, in fondo al corridoio, la seconda porta a sinistra. Non mi serve il tuo aiuto.» e lasciando il povero infermiere scombussolato dal suo atteggiamento, esce dalla stanza per recarsi al luogo da lui citato. A quanto ho capito segue queste terapie da molto, vuol dire che prima era addirittura peggio di così? Non sono comunque cose che mi riguardano, devo solo pensare a stare meglio per me stessa, sperando che il mio psichiatra rispetti le mie aspettative, mi basta già sapere che non sia una donna per percepire tutto il disagio che potrei provare. Incrocio le dita, sperando davvero di un qualcosa di buono, dopo tutto il male che mi circonda.

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