Due

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Il mattino seguente Faye si era recata come ogni giovedì mattina alla lezione di Giornalismo Investigativo. Nonostante fosse sempre stata la sua materia preferita, quel giorno non era decisamente presa dalla lezione.
La pioggia aveva ormai smesso di invadere New York City e le nuvole erano scappate via per dare spazio al sole, l'unica a non sentirsi così tanto colpita da esso era proprio Faye. Tutti sembravano essere molto attenti a ciò che diceva l'insegnante, tranne lei. Focalizzava l'attenzione sull'ombra nera disegnata sul pavimento e seguiva il signor Sandler ovunque andasse.
Lei guardava il professore parlare ma non riusciva affatto a percepirne le parole, le sembrava che stesse parlando una lingua a lei sconosciuta. Non faceva altro che pensare al sogno fatto la notte prima. Come mai quella scena finale non cessava mai di esistere? Lei sapeva di non aver neanche lontanamente pensato di mettere fine alla vita di Ashton, il suo inconscio però cercava di raccontargliela in modo diverso e quasi cominciò a dubitare di sé stessa.

"Dov'ero quella notte? Alla festa di Madison Poirrot!" e cercava di far tornare alla mente le immagini del falò attorno al quale tutti i ragazzi di LaFayette Hall ballavano e bevevano da bicchieri di plastica rossi.

"Perché lo ha fatto?"
"Qualcuno aveva un conto in sospeso con Ashton?"
"Cosa lo ha spinto a farlo?"

«Signorina Bennett!» il professore Sandler provò ad attirare l'attenzione di Faye, ma lei continuava ad avere la testa in un altro mondo. Per questo motivo l'intera classe si girò per guardare la bella addormentata.
«Signorina Bennett!!» insistette il professore, questa volta alzò di più il tono della voce, e finalmente la ragazza tornò sul pianeta Terra.

«Ehm, si?..» chiese imbarazzata, «Stiamo analizzando il caso Julians. Un uomo viene trovato impiccato nel salotto di casa sua, morte segnalata dalla moglie. Il caso viene chiuso come omicidio dopo pochi giorni e la moglie finisce in prigione. Per lei questo è un caso di omicidio o suicidio?»

Faye ci pensò su, deglutendo più volte, tutti la fissavano in attesa di una risposta. Lei guardò la foto dei due sposini mostrata su un grosso schermo piatto situato alla destra della lavagna.

«Omicidio, ma non è stata la moglie» il professore rimase di stucco e si morse il labbro prima di tornare a parlare, mentre con l'indice destro picchiettava lievemente sulla sua guancia. «Sorprendentemente giusto, come fa a dirlo?»
Faye non sapeva davvero cosa rispondere, era stato il suo intuito a parlare. Effettivamente non aveva niente su cui basare la sua teoria dato che non sapeva molto al riguardo.

Abbassò lo sguardo sul tablet, posto sulla partizione di banco legata alla sua poltrona, e guardò il pdf inviato dal prof a tutti i tablet degli alunni. Lo lesse per qualche secondo e poi tornò a rispondere.
«La polizia non ha cercato nulla, o meglio, hanno provato a fare una sola indagine ed hanno deciso di lasciar perdere. L'intera famiglia era di colore, sappiamo già come si comporta la legge in questi casi, e non credo di dover argomentare il mio disgusto al riguardo...» Faye era molto cosciente del fatto che in quell'aula fossero presenti persone razziste, ma non le dava fastidio dire la sua al riguardo, d'altro canto non le interessava il parere altrui. Soprattutto le sembrava strano come in una classe del genere, dove il vero scopo era analizzare e diffondere ingiustizie, fossero ancora presenti certe persone. Di fatti il suo sesto senso percepì degli sguardi infastiditi in aula.

«Hanno deciso di accusare la moglie perché era la strada più facile da prendere, non ci sono motivazioni valide però. Qui si parla di gelosia a seguito di un tradimento... ma la moglie era davvero devastata dalla sua morte. Bisogna analizzare a fondo la situazione. Hanno definito la donna violenta solo perché soffriva di depressione, ma la depressione non porta solitamente comportamenti violenti... e soprattutto non aveva precedenti o atteggiamenti aggressivi. Non si sono interessati della vittima! L'uomo spacciava? Questo articolo dice che lavorava in una palestra di boxe, probabilmente aveva cominciato a fare affidamento alle persone sbagliate. Ciò mi porta a pensare che magari doveva pagare un debito troppo alto oppure faceva parte di qualche gang ed è stato preso di mira da qualcuno. Non c'è nessuna informazione molto personale al riguardo... la persona sbagliata sta scontando la sua vita mentre il vero assassino è in giro» l'intera classe rimase in silenzio fin quando il professore non cominciò a battere le mani annuendo.

𝑨𝑷𝑯𝑹𝑶𝑫𝑰𝑻𝑬, 𝚝𝚘𝚖𝚑𝚘𝚕𝚕𝚊𝚗𝚍Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora