Diciassette

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Cosa succede dopo un evento traumatico? Quale parte del nostro cervello decide di rompersi e dare vita ad un loop continuo di ricordi raccapriccianti? La dottoressa lo aveva definito una "ferita dell'anima" perché da quel preciso istante in poi il mondo smette di girare allo stesso modo, risultando più grigio e freddo, e quindi la bionda lo spiegava sempre in quel modo di conseguenza. L'abitudine ad avere innanzi alle proprie iridi chiare dei continui flashback non era abbastanza per Faye da non farle soffrire l'origine di tali richiami, ogni volta che chiudeva gli occhi riviveva quel momento. Maggie, che non c'era più da ormai nove anni, possedeva ancora un corpo seppur intoccabile grazie al cervello clinicamente malato di Faye. Era lei il motivo per il quale la sua migliore amica non era più viva ma nessuno lo aveva mai scoperto se non la sua psicoterapeuta, però quest'ultima l'aveva presa così tanto a cuore che capì che non lo aveva fatto pensando lucidamente, ma spinta da una malattia che lei (a soli 12 anni) non sapeva di avere. Una persona così piccola, secondo lei, non può considerarsi subito una persona cattiva ma era necessario andare a capire le motivazioni e se ci fosse stato qualche deviazione nel suo essere prima di definirla pericolosa. Faye si era sentita in colpa dopo aver commesso un tale dilemma e non aveva mai smesso di soffrirne le conseguenze. Se solo non fosse stata così immatura e se solo la sua testa le avesse detto di fare diversamente, forse Maggie starebbe dormendo nella sua camera a sognare il tanto voluto futuro da veterinaria. Un futuro destinato a non realizzarsi mai, un tempo lontano fatto a pezzi da una dodicenne invidiosa evaporizzato nel nulla cosmico. Pianeti, stelle, galassie lontane, forse in un universo parallelo avrebbero vissuto questo periodo universitario assieme a commentare le particolarità più buffe dei loro professori. Forse, in un'altra vita, sarebbe stata Maggie a spingere Faye sotto una macchina.

Margaret Debra Kosvnich, per gli amici Maggie, era morta un mese prima del suo dodicesimo compleanno, colpita da un'Audi nera in pieno viso che le ha fatto subito perdere i sensi. Maggie ha combattuto contro un lungo coma di sei mesi prima di arrendersi al suo destino già scritto. Faye non le aveva mai fatto visita in ospedale se non prima della fine del quinto mese di coma, d'altro canto furono stesso i genitori ad impedirle di vedere la sua migliore amica in quello stato. Lei aveva realizzato cosa era stata in grado di fare solamente quando vide la piccola distesa in terra con il corpo privo di sensi ed il viso annegato in una pozzanghera di sangue. Il caos dei clacson di New York le rimbombava nelle orecchie e non riuscì a muovere più il corpo talmente che era rimasta di stucco.
Per la prima volta aveva avuto paura, ma di se stessa. Persino la morte della sua migliore amica era riuscita a passare in secondo piano, perché tutto ciò era successo grazie a lei.

Era stata lei a spingerla in mezzo alla strada mentre le macchine sfrecciavano a tutta velocità.
Era stata lei a pianificare il tutto in modo che nessun passante, nessuna persona seduta in una di quelle macchine, potesse vedere come veniva spinta giù dal marciapiede.
Ed era sollevata, perché la colpa non sarebbe ricaduta su di lei, ma sull'uomo di cinquantanni che stava guidando l'Audi e che ha scontato cinque anni in carcere per omicidio colposo.
Quel momento non sarebbe diventato l'evento traumatico della vita di Faye, ma divenne anche quello della famiglia di Maggie, dell'uomo accusato e della famiglia di quest'ultimo.

Un dolore atroce e lancinante causato da una ragazzina di dodici anni. Incredibile cosa sono in grado di fare i bambini al giorno d'oggi!
Il tutto scaturito da un'incessabile invidia e un implacabile bisogno di superiorità di Faye. La piccola Maggie era la studentessa modello che era oggi Faye, lei veniva elogiata in continuazione in classe da tutti i professori e tutti i bambini della loro classe le mandavano letterine con la solita domanda: "Vuoi metterti con me? Si o no". Era una bambina bellissima, dalle guance un po' paffutelle e le labbra curve di un colorito delizioso. Gli occhi piccoli e leggermente allungati erano di colore scuro, ma se colpiti dalla luce del sole sembravano essere color caramello. Portava i capelli lunghi, come quasi tutte le bambine di quell'età, lisci e bruni. Ad ogni compleanno sua madre le riempiva i capelli di boccoli, perché ne andava pazza.
Maggie era sempre così raggiante e solare, il completo opposto di Faye che nonostante la loro profonda amicizia la guardava sempre con occhi diversi da tutti. In un primo momento le ha voluto un bene dell'anima, però lei non è mai stata in grado di voler bene o amare in una forma normale, tutto sfociava sempre nell'esagerazione. Riusciva a trasformare queste emozioni in una sorta di ossessioni sempre diverse: lei ammirava Maggie, ma ad un certo punto non era più semplice ammirazione che si prova per il bene di un'altra persona... lei voleva divenire Maggie. Doveva arrivare al suo livello di bontà, al suo intelletto, alla sua abilità nel piacere a tutti. Doveva essere in piedi sul suo stesso podio e poi, una volta arrivata a quel punto, non le bastò più. Voleva di più, voleva tutto quello che aveva Maggie ed altro ancora. Cominciò a pensare che la sua amica lo avesse fatto apposta, che Maggie voleva farle del male perché prima era inferiore a lei. Il suo prossimo obiettivo era farla cadere giù da quel piedistallo, doveva soffrire la sua inferiorità nel modo in cui Faye lo aveva fatto per Maggie.

La ciliegina sulla torta fu proprio quando entrambe cominciarono ad interessarsi ai ragazzi verso i dieci anni, perché Maggie continuava ad essere la bambina che i maschietti guardavano di più. Diede il suo primo bacio a soli dieci anni e mezzo, Faye invece ancora nulla. Non riusciva a sopportare di esser stata ancora una volta calpestata da lei, fino a quando un anno e mezzo dopo non arrivò un nuovo ragazzino a scuola.. un canadese di nome Dave. Era poco più grande di loro e subito attirò l'attenzione di Faye, ma per qualche scherzo dell'universo Maggie perse la testa per questo ragazzo. Ai numerosi pigiama party non faceva altro che parlare dei suoi piani per diventare la ragazza di Dave, persino al compleanno di Faye parlava solo ed esclusivamente di lui. Fu tutto ciò a spingerla a fare ciò che ha fatto, non riusciva a sopportare il fatto di essere una nullità al suo fianco, di non essere in grado di risultare così piacevole agli occhi degli altri, di non essere così perfetta. L'unico modo per vincere questa volta era eliminare Maggie una volta e per tutte, solo così sarebbe diventata la ragazza perfetta... un'idea malsana e completamente folle.

Subito dopo la sua morte Faye smise di mangiare e parlare: a casa era silenziosa e se ne stava seduta sul suo letto con le gambe piegate al petto nel completo buio e così trascorreva i suoi giorni. Aveva paura di studiare, aveva paura di interagire con qualcuno, se la faceva sotto alla sola idea che uno dei suoi famigliari potesse scoprire la verità su quanto accaduto.
Sapeva di aver commesso un errore, un reato, e nonostante non stesse scontando le pene dettate dalla legge, si ritrovò a scontare le pene della vita fino al giorno della sua morte.
A scuola non riusciva a dare neanche il minimo, non seguiva con attenzione le lezioni e spesso si addormentava sul banco, sognando in continuazione il momento in cui Maggie è stata investita, poi si risvegliava urlando facendo sobbalzare tutti dallo spavento.
Fu proprio la scuola a contattare i suoi genitori e a consigliar loro di far vedere Faye da un esperto, perché era piuttosto chiaro che non stesse bene. E così Faye ha cominciato il suo percorso terapeutico, mai più lasciato. A lei divertiva molto andare alle sedute, per lei era come un gioco e per questo durante il primo anno di terapia cominciò a mentire riguardo suo fratello ed inventò la storia dell'abuso. Non capiva che era soprattutto questo comportamento a definire il suo problema. Una volta che lo ha capito, si sentì quasi sollevata al pensiero di avere qualcosa che la differenziava dagli altri. Nessuno aveva mai scoperto la verità su Maggie, e per un periodo di tempo dopo la sua morte lei finì per pensare di essere finalmente arrivata prima in qualcosa: era la prima tra le due ad aver ucciso qualcuno. Certo non ne andava fiera, aveva perso una persona che infondo le voleva davvero bene e non se ne è mai resa conto perché era troppo accecata dalla sua gelosia.

Dopo circa un anno Maggie ha preso vita nella sua testa, era diventata la voce della sua coscienza, il diavoletto sulla sua spalla. Ora che poteva, faceva di tutto pur di infastidire Faye: le faceva notare ogni particolare negativo del suo aspetto caratteriale e continuava a prenderla in giro e spaventarla, riportando alla sua memoria il giorno della propria morte. Faye sapeva che quando sentiva la sua presenza nella stanza stava per affrontare un attacco di panico. Quell'atto criminale non avrebbe mai messo piede al di fuori della sua testa, Maggie avrebbe continuato a vivere per sempre dentro di lei, a differenza di quanto era accaduto con Ashton. Lei non ricordava nulla di quella sera, allora perché sognare in continuazione qualcosa che non c'era mai stato? Quel pensiero la costrinse a restare sveglia tutta la notte. E questa Margaret... chi era e perché cercava di far credere a Fiona che Faye fosse colpevole?

Ora, però, ci credeva anche lei.
Ma pensandoci era assurdo!
Margaret... Maggie... chi stava cercando di scherzare con la sua testa in quel modo?

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SPAZIO AUTRICE

In questo piccolo capitolo di passaggio viene mostrato un lato della vita di Faye che non avevamo ancora letto: cos'era successo alla famosa Maggie, la sua migliore amica morta a circa dodici anni. In questo capitolo sono presenti alcuni collegamenti che, se siete abbastanza bravi, riuscirete a capire per scoprire chi è stato ad uccidere Ashton. Anche se le due storie distano molti anni e sono completamente diverse, c'è un comune denominatore tra loro due. Vi lascerò libero arbitrio nel farvi qualche idea al riguardo.

Siete curiosi di scoprire cosa succederà alla nostra protagonista? ❤️

Intanto vi avviso che ho pubblicato il primo capitolo di una nuova storia che si intitola "book-a-guy", Aphrodite sta per arrivare ad una fine e come già sapete ho intenzione di scrivere un sequel in futuro. Nel frattempo, anche se mi ero promessa di prendere una pausa, ho cominciato a scrivere una nuova storia d'amore più ironica, divertente e stramba. Non sarà su Tom Holland ma su Timothee Chalamet, potete trovarla sul mio profilo. Se può interessarvi, passate a dare un'occhiata e lasciate un feedback nei commenti.

𝑨𝑷𝑯𝑹𝑶𝑫𝑰𝑻𝑬, 𝚝𝚘𝚖𝚑𝚘𝚕𝚕𝚊𝚗𝚍Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora