Undici

110 18 10
                                    

I tacchi di Dana che facevano avanti e indietro per la camera causavano un rumore assordante, tanto che Faye si chiese perché avesse già indossato i tacchi da almeno un'ora prima di uscire dalla stanza. «Lo sai come sono i ragazzi dell'ultimo anno, essendo solo al secondo devo essere all'altezza di loro!» Faye roteò gli occhi nel sentirla dire quelle cose. Odiava quando si comportava in quel modo, ma non era nulla di diverso dal solito. Da quando Dana ha cominciato a frequentare Garrett è diventata una persona diversa, vuole a tutti i costi apparire più ricca e adulta di quello che è.
Le scappò un'occhiata con la coda dell'occhio, fermando quindi il pennellino del mascara a pochi centimetri dalle sue ciglia, e la guardò dalla testa ai piedi. Indossava un top corto bianco che le copriva l'intero petto e andava a contrastare un po' il completo blazer - pantalone verdognolo. Aveva i capelli raccolti in un perfetto chignon con i due ciuffetti che le cadevano lungo il viso e aveva colorato le sue labbra con un rosso intenso, richiamando alla sua memoria l'ultima lezione di Giornalismo Investigativo.

«Beh, stai sicuramente meglio di me!» disse Faye, che alla vista della sua bellezza si sentì quasi in imbarazzo. In realtà Faye era bellissima e Dana sapeva che avrebbero guardato — ancora una volta — solamente lei, per questo moriva di invidia. «E quindi stai con il nuovo arrivato? Un po' presto per definirla "relazione"» Faye mise a posto i suoi trucchi voltandosi verso di lei per lanciarle uno sguardo interrogatorio. Non avevano ancora parlato di Tom, se non per farle sapere che ci sarebbe stato anche lui alla festa, quindi a cosa si riferiva?

«Chi te lo ha detto?» e come per rispondersi da sola, arrivò subito ad un nome: Austin. «Lo sai che Austin parla, a proposito dov'è finita la tua chitarra?» Dana indicò l'angolo dove era sempre visibile Afrodite e Faye spalancò gli occhi. Che altro le aveva detto Austin? «Non riuscivo a guardarla, ho dovuto toglierla da mezzo per un po'» mentì per l'ennesima volta e si fece strada per uscire dal bagno e andare ad indossare le scarpe. «Sicura che non ci sia di mezzo Tom?» Faye alzò lo sguardo su di lei. «No,» rispose fredda ed in fretta. Perché tutte quelle domande?

«È carino comunque, magari una scopata ti farebbe bene,» si avvicinò alla sua borsetta per inserirci il necessario: il suo telefono, la copia delle chiavi della loro camera e il solito rossetto. Dopo aver indossato la seconda scarpa, Faye si mise in piedi poggiando le mani sulle sue gambe. «Vi siete già visti prima? Al di fuori dell'Università intendo..» e andò a tirare fuori la sua giacca dello stesso colore della gonna che indossava dall'armadio, per inserirci dentro le braccia e in seguito aggiustò i capelli. «Non credo, un faccino come quello me lo ricorderei» Faye inarcò le sopracciglia tirandole un'occhiataccia, stava per caso cercando di farla innervosire? E come mai non le aveva chiesto ancora nulla sulla somiglianza con Ashton? Dana aveva accompagnato qualche volta Faye a lezione, mentre è capitato spesso di incontrare il professore per puro caso — o così voleva farle credere Faye — quando si trovavano in un bar a rilassarsi. E insomma, sapeva perfettamente come era fatto il caro Ashton Holland.

«Non hai altro da chiedere?» si affrettò nel prendere la sua borsetta e la mise su una spalla. «Dovrei?» Dana stava chiaramente cercando di far arrabbiare Faye.
«Ma che ti prende?»
«Sei strana,»
«Ah, io sarei quella strana?» Faye mise una mano sul suo petto sconvolta.
«Si. Ma sono comunque felice che tu abbia trovato qualcuno, magari ti distrae un po' da questo periodo» e poi notò il barattolino di psicofarmaci sulla scrivania di Faye. Non capendo il comportamento della sua amica, Faye sbuffò per poi recarsi alla porta. «Io vado, ci vediamo lì» le riferì prima di lasciarla da sola.

Arrivata alla stanza di Tom, bussò un paio di volte prima che lui potesse aprire la porta e rimase imbambolato come un cretino quando la vide in quel modo. Aveva i capelli sciolti e ricci che le cadevano sul petto, una mini gonna grigiastra con un piccolo spacco sulla gamba sinistra che le disegnava perfettamente i fianchi e un semplice top bordeaux probabilmente messo per non avere un look troppo spento. Moriva dalla voglia di vederla senza quel blazer che andava a coprirla più del dovuto e si soffermò a guardare le sue gambe nude e slanciate. Anche lei rimase a guardarlo incantata e si rese conto che sapeva essere davvero elegante ed attraente. «Sei bellissima!» confermò finalmente, dicendo quelle due semplici parole con una profonda ammirazione. Faye arrossì e serrò le labbra che in realtà volevano espandersi in un sorriso compiaciuto, ma Tom lo notò lo stesso pensando che fosse adorabile il modo in cui mostrava la sua timidezza. «Anche tu non sei niente male!» rispose sarcasticamente per non sentirsi troppo in imbarazzo e Tom scoppiò a ridere, facendole poi segno di andare con la testa.

𝑨𝑷𝑯𝑹𝑶𝑫𝑰𝑻𝑬, 𝚝𝚘𝚖𝚑𝚘𝚕𝚕𝚊𝚗𝚍Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora