Cosimo
Guardai attentamente quel poppante che veniva preso in braccio da lei, gli si ancorava addosso stringendola forte e poggiava la sua testa contro la spalla. Strinsi forte i pugni e la mascella. Che cazzo significava? Perché l'aveva chiamata mamma? La rabbia prese il sopravvento, avevo bisogno di sfogarmi, avevo voglia di gridarle contro come mi sentissi in quel momento. Lei, accorgendosene, si mise subito sulla difensiva stringendo la cosa che aveva tra le braccia e mettendosi sull'attenti pronta ad ogni mio attacco. Perché lo difendeva? Era quella ora, la sua proprietà? Il cuore sobbalzò forte, facendomi mozzare il respiro. Aveva avuto un bambino, merda. Non era più la donna che avevo conosciuto o che credevo di conoscere.
"Cosimo" mi richiamò avvicinandosi leggermente, ma indietreggiai troppo ferito per essere toccato da lei ora. Nei suoi occhi passò un lampo di tristezza, rimpiazzato subito da confusione "possiamo parlarne? Ti prego" supplicò. Dovevo andare via o avrei fatto un casino. Così, senza dire niente, girai sui tacchi e me ne andai lasciandola lì.
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Entrai nella stanza d'albergo di Fabio senza bussare, avendo la chiave in più. Lo trovai intento a prendere qualcosa da bere nel mini frigo, si girò a guardarmi e fece un cenno con la testa per salutarmi."Ha un fottuto figlio" dissi all'improvviso, con tutta la rabbia.
"Chi?" chiese confuso.
"Alex" strinsi i pugni e lui spalancò la bocca.
"Cosa?" incredulo mi guardò attentamente "non è vero" scosse la testa.
"Sono andato in quel bar del cazzo in cui ci siamo persi e c'era lei. Ti dico che un fottuto poppante l'ha chiamata mamma" mi passai nervosamente la mano tra i capelli "e si è attaccato a lei come un polpo" urlai frustrato.
"Okay, okay. Ora calmati, fai un bel respiro e ragioniamoci" Fabio mi fece sedere sul letto con la forza, passandomi la bottiglietta di acqua e e aggiustando i jeans che indossava"Alex è andata via due anni fa" cominciò a dire e lo guardai confuso non capendo dove volesse arrivare "il bambino ha parlato, quindi penso che non sia poi così piccolo.. calcolando che ci sono nove mesi di gravidanza" mosse le dita contando e corrugando la fronte.
"Che cazzo stai.." cominciai a chiederlo, ma mi bloccai realizzandolo da solo "no, non è mio" dissi subito alzandomi di scatto in modo nervoso.
"Cosimo" mi richiamò con un'espressione seria "sai benissimo che potrebbe esserlo, non negare l'evidenza" si avvicinò.
"No" insistetti serio "l'ultima volta che ci ho scopato è stato più di due anni fa, non può essere" cercai di focalizzare il bambino per ricordare qualche somiglianza a me, non riuscendoci visto che non gli avevo dato molta importanza.
"Perché non glielo chiediamo? Non ti sembra strano che lei volesse tornare da te, ma ha detto che c'era stata qualche complicazione?" mi fece ragionare.
"E mi ha fatto capire che c'era stato qualcun altro" annuì.
"Appunto, il bambino" sospirò.
"No, il padre di quel bambino. Un altro uomo con cui ha scopato e si è fatta mettere incinta" strinsi i pugni al solo pensiero.
"Può essere, ma se così non fosse?" mi guardò "ti ha detto che non c'è stato nessun altro e le hai creduto" incrociò le braccia. No, non era mio figlio. Non poteva esserlo. Non avrebbe potuto tenere qualcosa che non era solo suo, la decisione era di entrambi. Doveva essere di entrambi. Perché tenerlo nascosto? Perché non toglierlo? Cazzo, io non lo volevo. Non potevo avere un figlio. L'ansia prese il sopravvento e cominciai a muovermi nervoso per la stanza.
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Discovered - Guè Pequeno
RomantikSeguito di Hidden. Alex era fuggita a Cuba, per schiarirsi le idee e riflettere su ciò che voleva per il suo futuro. Cosimo aveva realizzato di non poter vivere senza di lei, che forse avrebbe dovuto fermarla. Da quel giorno, sono passati due anni...