Capitolo 7

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Alex

"Cosa pensi debba fare?" guardai Roberto mangiare allegramente il gelato nel suo passeggino, come se avesse ascoltato ciò che dicevo "dovrei andare con lui?" sospirai poggiando la schiena contro lo schienale di quella panchina. Sapevo che non poteva capirmi, ma parlare con qualcuno mi serviva in quel momento "non mi sento tranquilla a lasciarti così lontano da me" sorrisi quando i suoi occhi mi guardarono. La somiglianza con suo padre era incredibile, mi morsi il labbro. Chissà cosa stava facendo in questo momento. Mi aveva scritto il buongiorno per poi avvisarmi che aspettava una mia risposta prima di pranzo. Guardai l'orologio, erano ancora le dieci. Avevo deciso di uscire a fare una passeggiata con Rob per provare a schiarirmi le idee.

"Mami" il bimbo si lamentò sollevando verso di me una mano tutta sporca di gelato al cioccolato e subito presi una salviettina dalla borsa per pulirgliela "non più" corrugò la fronte esattamente come Cosimo faceva quando era pensieroso.

"Cosa c'è, amore?" gli passai una mano tra i capelli, per sistemarglieli e mi avvicinai con il viso al suo togliendogli il gelato restante che non voleva più "hai sete? Devi fare pipì?" gli lasciai un bacio sul nasino e mi sollevai aggiustandomi la gonna di jeans che indossavo.

"Abuela" inclinò la testa.

"Vuoi andare dalla nonna? Ora la chiamo per controllare se è in casa, okay?" presi il cellulare e digitai il numero portandomelo subito dopo all'orecchio.

"Mi amor" mi rispose dopo due squilli.

"Abuela, sei a casa? Sto venendo da te" la informai togliendo il freno dalle ruote del passeggino.

"Ti aspetto" chiuse subito senza aggiungere altro.
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Aprì la porta con le mie chiavi e spinsi dentro il passeggino, richiudendola subito dietro di me. Restai un attimo ferma stuipita quando, sul divano, vidi seduto Cosimo.

"Cosa.. che ci fai qui?" gli chiesi confusa, guardando prima lui e poi mia nonna che gli portava un piatto con dei biscotti.

"Sono venuto a trovare tua nonna" fece spallucce e, non mi sfuggì che per un attimo, i suoi occhi caddero su Roberto che a sua volta guardava l'estraneo.

"Mi amor, non essere scortese è pur sempre un ospite. Comunque qualcosa non va?" la nonna si avvicinò a me ed il piccolo allungò le mani verso di lei, io gli sganciai la sicurezza e glielo indicai. Lo prese in braccio senza troppe cerimonie.

"Rob voleva venire qui, siamo stati un po' al parco ed ha mangiato del gelato quindi non azzardarti a dargli quel biscotto" la fermai gaurdandola male e vidi il bimbo mettere il broncio verso di me, capendo che la colpa era mia "non guardarmi così, amore" assottigliai gli occhi e mi sedetti sul divano accanto a Cosimo che si schiarì la voce.

"Tua nonna pensa che tu debba partire con me e Fabio" disse addentando un biscotto. Alzai gli occhi al cielo. Ovvio, non era mica venuto davvero per una visita di cortesia.

"Non c'era bisogno che tu venissi qui per cercare di convincermi, hai detto che mi facevi scegliere ma mi stai mettendo pressione in questo modo" cercai di non agitarmi.

"Non ha sbagliato a venire qui. Sai benissimo che non avresti accettato fin quando non ti avrei assicurato che con me, tuo figlio starà benissimo" mia nonna annuì convinta di ciò che diceva.

"Abuela, sai benissimo che Roberto è ancora troppo piccolo per stare per troppo tempo lontano da me" mi tremò la voce, forse cercavo di convincere più me che loro.

"Quando hai fatto i turni di dodici ore al bar, non mi è sembrato così tragico per lui" lei mi osservò attentamente, accarezzando la testolina del bambino che ora fissava Cosimo che sembrò accorgersene ed agitarsi sul posto.

Discovered - Guè PequenoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora