Capitolo 20

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Cosimo

"Aspetta" la voce disperata di Emiliano non la fece girare e le fui grato per questo, mi fece capire che non gliene poteva fregare di meno di lui e della sua depressione del cazzo "non capisci che per lui sei solo un trofeo? Solo un bel culo da mostrare? Credi che sia giusto che lui ti possegga? Una persona che ti ama, non ti scopa in un bagno maschile come se fossi una puttana!" urlò facendomi bloccare. Il vociare della gente intorno a noi diventò distante mentre mi giravo verso di lui. La mia vista si ofuscò completamente, mettendo solo a fuoco il diretto interessato. La mano di Alex provò a fermarmi, ma non riuscì e la sentì richiamarmi in un sussurro disperato. Ma l'unica cosa che riuscivo a percepire era Fabio che correva verso di me.

"Merda, Cosimo no!" lo sentì vagamente dire, mentre mi avventai contro Emiliano per prenderlo subito dopo a pugni. Qualcuno provò a tirarmi via, ma senza risultati.

"Coglione" ringhiai contro il suo viso, sporco di sangue mentre cercava di ripararsi con le braccia.

"Fermatelo!" urlò qualcuno a cui non badai. Come aveva osato darle della puttana? Potevamo scopare ovunque, non erano problemi suoi. Gli presi il colletto tra le mani e mi avvicinai di più al suo viso.

"L'hai persa anni fa" gli sussurrai con un sorriso cattivo e l'adrenalina ancora a mille "non mi lascerà mai per te, chiaro?" chiesi aspettando una sua risposta che non arrivò. E prima che potessi dargli un altro pugno, questa volta qualcuno riuscì a tirarmi via. Provai ad avvicinarmi di nuovo vedendolo alzarsi barcollando.

"Chissà" mimò con le labbra e, con un verso animalesco, riuscì a liberarmi dalla stretta che cercava di tenermi. Emiliano indietreggiò spaventato, ma ancora una volta fui fermato prima di poterlo toccare e gli puntati un dito contro.

"È già mia moglie, brutto coglione. Giuro che le metto un cazzo di anello che lo griderà al mondo intero!" urlai guardandolo spalancare gli occhi per le mie parole "vaffanculo" lo insultai ancora scrollando di dosso la persona enorme che mi stava tenendo "lasciatemi stare, me ne vado" grugnì continuando però a guardare il mio rivale del momento.

"Moglie?" una ragazza poco più in là ripeté le mie parole.

"Sono sposati?" un altro giornalista appuntò subito la cosa. Merda. Il dolore alle nocche cominciò a farsi sentire e, con una smorfia di dolore, mi girai a cercarla. Era ferma poco più in là, stratta tra le braccia di Fabio, con le lacrime che le scendevano copiose sulle guance. Cazzo. Aggrottai la fronte.  Ma non era stato il mio amico a tenermi per tutto questo tempo? Sollevai lo sguardo sulla persona accanto a me che scosse la testa. Che cazzo ci faceva Domenico qui? Mi passai una mano tra i capelli, tutto intorno a noi si era fermato per colpa della mia lite. Guardai male tutti e, dopo aver lanciato un'ultima occhiata cattiva ad Emiliano, mi avvicinai a lei. Avevo bisogno di portarla via da quella gente. Mi guardò in modo triste, asciugandosi le lacrime con mani tremanti. Restò ferma, ma qualcosa nel mio sguardo le fece cambiare subito idea ed afferrò la mia mano sanguinante che subito la strinse per trascinarla via da quel posto di merda.

"Cosimo" provò a richiamarmi, mentre continuavo a camminare spedito verso la mia auto "aspetta" cercò di fermarmi, ma fu inutile e con un sospiro si arrese a me. Presi le chiavi dalla tasca e, quando provai ad inserirla, mi accorsi di tremare troppo per riuscirci.

"Merda" appoggiai la mano contro l'auto, chiudendo un attimo gli occhi e provando a calmarmi.

"Cosimo" il suo sussurro spezzato me li fece riaprire. Mise il suo corpo tra me e l'auto, che riscaldò il mio e mi fece sentire meglio. La sua mano morbida si posò sulla mia guancia, accarezzandola e le sue labbra si scontrarono un attimo con le mie "guido io" soffiò sulle mie labbra togliendo le chiavi dalla mia mano. Mi arresi a lei, annuendo a testa bassa ed aspettando che aprisse la portiera per farmi entrare.

Discovered - Guè PequenoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora