༄★ 𝑺 𝒊 𝒙 ★༄

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Instagram: GraceTiger_Marvel

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Non dovrei essere scioccata dall'ennesimo morto per mani di un terrorista, lo so. Non dovrei. Soprattutto quando a parlare è una donna che ha ucciso milioni di persone innocenti nei ventun anni che ero all'Hydra.
Ma lo sono.

Saranno stati gli ultimi mesi, da quando quello strano dottore mi ha dato l'antidoto per l'influenza mentale che quell'organizzazione criminale ha avuto per un certo periodo nella mia vita, ma sono diventata sensibile nel vedere un corpo senza vita ai miei piedi.
Soprattutto quando si tratta di una persona innocente.

Sono spaventata alla sola idea che Alexander Pierce possa rivelare tutto alle persone di cui mi fido di più, si può dire ai miei alleati.
Tutto ciò che ho costruito cederà se ciò dovesse accadere. E io dovrò assistere impotente alla distruzione del rispetto e i buoni rapporti che ho con loro. Tutto sarà perduto.

Mi sveglio di soprassalto all'ennesimo incubo. L'Hydra non ha più influenza su di me, eppure tutti i ricordi orribili di quei ventun anni con loro continuano a tormentarmi. Chissà che cos'ha in serbo per me quell'inferno di organizzazione criminale. Usare lui come arma su di me non è segno di rabbia, ma di paura. L'avrei dovuto immaginare che questo momento sarebbe arrivato prima del previsto.

Che cosa farò quando gli Avengers scopriranno chi sono in realtà?

Mi alzo in piedi e lascio il caldo letto per osservare l'alba di un nuovo giorno. I primi raggi di sole illuminano la frenetica città di Washington; ci sono persone che iniziano a correre per tenersi in forma, mentre altre stanno uscendo di casa di corsa per dirigersi alla metropolitana.

Sono passati solamente due giorni dalla morte di Nick Fury e da quando ho rivisto lui. Lo stesso sguardo freddo di ogni scongelamento: il tipico sguardo di chi non sa chi è e viene influenzato dalla rabbia dei suoi "creatori". La sua coscienza è stata repressa dalla vendetta e dall'ambizione di chi controlla la sua mente. Quello non è lui.

Alexander Pierce ha detto un numero e ha sbloccato quegli incubi che ho nascosto nella parte più oscura della mia mente, ma è bastato quello stupido numero per far tornare tutto. Ma non sono tutti incubi.

New York, 1988

Il locale brulica di gente, tutti intenti a chiacchierare di lavoro e passatempi frivoli, ignorando le risposte l'uno dell'altro. Quando faccio il mio ingresso nella stanza, vengo accolta da una piacevole canzone che conosco fin troppo bene: la nostra canzone.

Dopo aver spiegato il piano ai miei soldati, mi disperdo tra la folla, alla ricerca di un posto più appartato per osservare le persone, scrutando i loro movimenti, per attaccare.

«Dove hai preso questo bel vestito?» chiede una voce alle mie spalle. Riconosco subito il proprietario di quell'inconfondibile voce e sorrido.

𝑳'𝒖𝒍𝒕𝒊𝒎𝒂 𝒗𝒐𝒍𝒕𝒂 𝒄𝒉𝒆 𝒉𝒂𝒊 𝒅𝒆𝒕𝒕𝒐 τι αмο ༄★ 𝑩. 𝑩𝒂𝒓𝒏𝒆𝒔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora