Capitolo 19 - Agguato innevato

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MIKASA's POV

Cavalchiamo ormai da mezza giornata speditamente, ogni tanto interrotti dalla comparsa di qualche titano che viene tranquillamente eliminato senza riportare alcuna perdita, quando, dal nulla, ci coglie una improvvisa bufera di neve che cade fitta e senza sosta.
Tutti noi indossiamo la giacca per le missioni invernali e qualche ora prima di sera giungiamo in prossimità della foresta di alberi giganti.

La neve ormai è altissima e ci fa procedere lenti e infreddoliti.

Da un lato c'è Eren che parla con Armin e dall'altro il capitano che sembra assorto nei suoi pensieri ma senza abbassare la guardia. Il fatto che sia qui con noi mi tranquillizza.

La zona, nonostante infestata di giganti, pullula di banditi che rubano gli equipaggiamenti dell'esercito e si spostano saccheggiando qua e là. Il tempo gioca decisamente a loro favore.

<Capitano, pensa che potremo avere dei problemi con i banditi?> la domanda mi esce spontanea, in realtà non mi interessa nemmeno la risposta... Resto solo con le orecchie tese per udire il suono della sua voce.

Si volta e mi guarda negli occhi un istante prima di rispondere.
<Il rischio c'è. Conoscono bene la zona e la nevicata ci rallenta. Il nostro numero non li spaventerà. Dobbiamo tenere gli occhi aperti.>.

Annuisco e continuo a guardarmi intorno. Sembra tutto molto calmo. Troppo calmo...

Mi volto d'istinto poco prima di udire la detonazione e sentire il proiettile fischiare dannatamente vicino.
Poi un altro e un altro ancora.
Ad un certo punto si accendono fiammate di armi da fuoco da tutti i rami che ci sovrastano e il rombo di decine di detonazioni simultanee è coperto solo dalla voce possente del comandante Erwin che lancia un ordine:
<AL RIPAROO!>.

LEVI's POV

La tempesta di pallottole si abbatte su di noi più violentemente di quella di neve.

L'odore acre della polvere da sparo si diffonde in poco tempo tutt'intorno, assieme a quello metallico del sangue. Sento grida provenire da ogni lato.

DANNAZIONE!

Nonostante l'avvertimento di Erwin la maggior parte dei soldati è rimasta scoperta. Tra loro anche la mia squadra.

<PRESTO! DOBBIAMO NASCONDERCI!> urla Kirchstein, guadagnando punti per il buonsenso.

<Utilizziamo il movimento tridimensionale per ripararci sugli alberi.> Jaeger, invece, li perde...

<NO! Ci sono loro sui rami e se anche provassimo, il nostro peso assieme a quello della neve li spezzerebbe e cadremmo giù!>.
Il biondino ha ragione, come sempre. Mi chiedo se sia il colore dei capelli a determinarne l'intelligenza...

Comunque dobbiamo pensare a qualcos'altro per ripararci.

<Aggrappatevi lateralmente al cavallo in modo da avere il corpo protetto da quello dell'animale e lanciatevi di corsa verso gli alberi cercando di rimanere tutti uniti! Fatelo alla svelta!>.
Al momento mi sembra l'ordine più sensato che possa dare.

Tutti eseguono e si lanciano verso il lato sinistro del sentiero che sembra più al riparo. Gli ultimi siamo io e Mikasa, alla quale mi sono portato sulla sinistra, i più esterni sul lato destro.
Sto per compiere la manovra quando vedo spuntare tra la coltre di neve e polvere la canna di un fucile che punta dritto al petto della corvina.

<MIKASAAA!>.

È un istante.

Io che mi butto verso di lei, la detonazione che esplode, il dolore lancinante al torace e la caduta a terra.

Rotoliamo sulla destra per diversi metri prima di fermarci.

<Li ho visti cadere per di là! Andiamo, presto!> è la voce acre di uno dei banditi a parlare. Non c'è tempo da perdere!
Mi alzo trattenendo un gemito e Mikasa fa lo stesso seguendomi nella corsa in cui mi sono lanciato. Deve averli sentiti anche lei.

Fitte dolorose mi percorrono come saette l'addome, ma mi impongo di ignorarle. Non possiamo certo fermarci!

<Avanti, avanti!> continua ad incitare il malvivente. Evidentemente più di uno si è messo sulle nostre tracce. Figli di puttana...

Continuiamo a correre, incespichiamo nella neve, le nuvolette dei nostri respiri ansanti che ci precedono. Ogni passo è più difficile di quello precedente... non potrò continuare così ancora per molto!

Facciamo zig zag tra gli alberi senza seguire nessuna direzione, solo quella delle nostre gambe. Ormai siamo nel fitto della foresta. L'eco della battaglia si spegne sempre più fino ad estinguersi completamente. Dobbiamo essere molto lontani...
Guardo dietro di me per controllare e mi accorgo della scia di sangue che mi lascio dietro. MERDA!

<Mikasa! Dobbiamo fermarci e affrontarli o ci raggiungeranno e massacreranno.>.

Guarda dietro di noi e si accorge del sangue fino ad individuare la ferita.

<Ma lei è ferito! Non possia...>

<DOBBIAMO! Se li cogliamo di sorpresa ce la faremo.>.
La guardo con fermezza, uno sguardo che non ammette repliche. Annuisce e ci nascondiamo dietro ai tronchi degli alberi.

MIKASA's POV

Sento le voci dei bastardi che ci hanno seguito mentre sguaino silenziosamente le lame imitando il capitano.

<Sono passati per di qua! Forza, forza!>.

Quanti nemici ci troveremo davanti?

Trenta passi.

Venti.

Stringo forte l'elsa.

Dieci.

Mi preparo allo scatto.

Cinque.

Quattro.

Tre.

Due.

Uno.
Saltiamo fuori dai nostri nascondigli e in un turbinio di lame e di sangue eliminiamo metà dei nostri inseguitori.
L'altra metà indietreggia spaventata e questo ci da il tempo di attaccare di nuovo. Qualcuno prova a difendersi con i fucili ma fallisce e in pochi minuti è tutto finito.

Mi giro, con il fiatone, verso il capitano per capire cosa fare.
<E ora cosa fac...> la domanda mi muore tra le labbra.

Guardo il mio capitano, il volto livido, l'espressione dolorante, gli occhi spenti, piombare pesantemente nel tappeto di neve con le spade ancora in mano.

Love at first Fight- [Rivamika]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora