Levi Ackerman, l'uomo più forte dell'intera umanità, ha sempre guardato egualmente tutti i suoi sottoposti.
Tutti, prima di Mikasa Ackerman, la fortissima corvina dalla sciarpa rossa che corre sempre dietro a Eren Jeager rischiando di farsi uccider...
Sento di nuovo bussare alla porta, questa volta meno violentemente.
<Apri la porta e prendi il vestito. Io non guarderò ma ti aspetto qui fuori quindi vedi di sbrigarti. È già abbastanza tardi.>. È di nuovo la voce del capitano. Faccio come dice e trovo una piccola borsa con dentro abito e scarpe (come diavolo avrà fatto?).
Ho cercato di sistemare un po' i capelli come ho visto fare Sasha e Hitch, ma non so davvero se il risultato sia buono...
Prendo il vestito e lo indosso, faccio lo stesso con le scarpe. Entrambe mi calzano a pennello, sembrano fatti su misura per me... che strano... Mi guardo allo specchio eh...
<OH NO, SI SCORDI CHE IO VENGA VESTITA COSÌ!>.
Se è uno scherzo è di pessimo gusto, se è una vendetta è ben studiata.
<Quale è il problema adesso!?> risponde spazientito.
<MI RIFIUTO DI FARMI VEDERE CON UN ABITO DEL GENERE!>.
<Tch, cos'è? Non è abbastanza coprente?>. Il sarcasmo nella sua voce è palese, ma non sa di aver centrato il punto...
<Io non ci vengo così al ballo!!>.
Sento un sospiro esasperato da dietro la porta. Spero con tutta me stessa che si stia pentendo di aver sbraitato tanto per costringermi ad andare al maledetto ballo!
<Senti, esci e fammi vedere cosa ha di tanto inadatto questo dannato vestito...>.
Sono incerta, dovrei farmi vedere dal capitano... così?
Ma poi mi faccio coraggio ed esco dalla porta. Magari quando lo vedrà sarà del mio stesso parere!
LEVI's POV
Vedo la porta aprirsi e aspetto di veder comparire Mikasa che con i suoi modi maschili e una grazia che si palesa solo nel combattimento probabilmente sembrerà uno spaventapasseri in un vestito elegante.
Vengo clamorosamente smentito.
Dalla luce emerge una sagoma che cammina elegantemente e si ferma con grazia davanti a me. Salgo con lo sguardo dai suoi piedi racchiusi in due fini scarpette rosse col tacco che fanno risplendere ancora di più la pelle bianchissima delle sue gambe lasciate scoperte da un doppio spacco del vestito bordeaux che arriva fin quasi ai fianchi, poi una fascia di cuoio marrone le fascia la vita sottile (più di quanto mi aspettassi) e diviene uno dei due pezzi del corpetto a cuore ricamato di piccoli diamantini luminosi.
Tiene le braccia incrociate dietro la schiena e arrossisce visibilmente in volto, oggi miracolosamente scoperto dai capelli acconciati con una sorta di crocchia bassa che rende visibile un sottile nastro di velluto sempre Bordeaux intorno al collo. La visione è a dir poco stupenda.
Da incarnazione della battaglia a incarnazione dell'eleganza. Non sembra più nemmeno la temibile ragazza del corpo di ricerca.
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La sua bellezza orientale risalta in quell'abito magnificamente.
Rimango letteralmente a bocca aperta, e non mi era mai successo. Probabilmente avrò una faccia da ebete, ma non riesco a non ammirarne ogni singolo dettaglio, so di starla sbranando con gli occhi centimetro dopo centimetro.
<Allora?> chiede timidamente dopo un po' ma con un pizzico di ansia.
<S-stai una favola - lo sussurro quasi ma credo si sia sentito e cerco di rimediare subito, nonostante senta la gola secca - cioè, ecco io volevo dire che mi sembra apposto, alla fine...>wow che delicatezza Levi. <Ma non è troppo ehm... non so...>.
<Mikasa. Stai benissimo. Il vestito è perfetto. - insisto ma non sembra esserne convinta - Non preoccuparti degli spacchi, puoi beh... ecco... - non riesco a credere a ciò che sto per dire - permetterteli. Già, non sono affatto male.> Dio, sembro un apprezzatore da taverna...
Però vedo che ricomincia a respirare e mi rendo conto nel frattempo che deve essere tardissimo! È bellissima, da togliere il fiato, ma anche se non vuole accorgersene, ormai viene così come è, non c'è tempo per dei cambi d'abito (e soprattutto non c'è nessun altro abito).
Ci incamminiamo verso la porta della sala da ballo e la vedo esitare. La capisco, nonostante tutto anche io mi sento un pesce fuor d'acqua... Mi volto a guardarla, poi, senza che il pensiero passi prima per il cervello, le porgo galantemente il braccio.
<Andiamo?>.
Lei mi guarda con quelle iridi argentee che assumono sfumature violette alla luce soffusa del corridoio, afferra il mio braccio e poi annuisce con determinazione. Aspettiamo ancora qualche secondo e poi, come un corpo solo, muoviamo un passo avanti e usciamo dal buio confortante del corridoio per entrare nel bagno di luci e luccichii della corte di Historia Reiss.
-ANGOLINO ROTONDO- Finalmente sono arrivati al ballo, ma questo è solo l'inizio 😏
Spero vi piaccia l'immagine di Mikasa, ho provato a fare una sorta di "disegno-collage" per implementare la descrizione e credo che lo farò anche in qualche altro capitolo successivo, con disegni miei e non...