Capitolo 33 - Voglio aiutarti

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MIKASA's POV

Da quel momento, il capitano è tornato il bastardo che odiavo.

Né durante il viaggio di ritorno, né durante la mia convalescenza, ha mai mostrato il minimo interesse verso di me. Ha fatto semplicemente come se non esistessi.
Se doveva rivolgermi la parola, era secco, freddo e distaccato.
I suoi occhi di quel grigio così mutevole mi scrutano ora con totale indifferenza, se proprio si soffermano sulla mia figura, che altrimenti fingono bellamente di non vedere.

Di colpo tutto quello che è successo tra noi è svanito completamente.
Ma forse sta proprio qui il problema. Cosa è successo veramente fra noi? Cosa mi fa credere che sia successo qualcosa, per lui?
Magari ero solo io a provare quel gorgoglio di stomaco. Lui mi ha solo assecondata per assecondare se stesso.

Eppure, per quanto il suo comportamento sia chiaramente atto al distacco, i sentimenti che nutro per lui non hanno intenzione di sradicarsi da me; non posso semplicemente accettare l'idea che l'uomo premuroso della foresta, il principe del ballo, il ferito della grotta e il preoccupato sulle mura sia stata solo un'illusione.

Come sono finita dall'odiarlo con forza a provare questi sentimenti per lui!?

Come se non bastasse, non è l'unico ad essere cambiato radicalmente dopo il nostro ritorno...
Eren, dopo la cantina, dopo i diari di suo padre, è una persona completamente diversa... è sempre pensieroso, sulle sue, quello sguardo un tempo brillante e determinato ora sembra infinitamente triste. I suoi occhi hanno perso lo scintillio che li contraddistingueva, nonostante ci siano ancora sporadici momenti del "vecchio Eren", per solito tirati fuori da Jean.

Persino Armin è cambiato.
Ha visto la morte, è tornato indietro divorando una persona, un vecchio "compagno", acquisendone i ricordi... però, nonostante si immerga più spesso in profonde riflessioni, è ancora il ragazzino sognatore con lo sguardo che si illumina quando parla dell'oceano, che pensa agli altri, che guarda le cose da tutti i punti di vista.

Dietro alle nuove versioni di tutti noi, dietro alle sofferenze e a tutto ciò che abbiamo vissuto, ci sono ancora le persone che eravamo prima della spedizione.
Alcune però sono nascoste più in fondo di altre...

Tock tock

Sento bussare alla porta della stanza dove sono ancora convalescente.

<Avanti.> dico stancamente.

La verità è che da quando il capitano ha iniziato a comportarsi in quel modo mi sono chiusa in me stessa.
Se mi vengono a trovare rispondo seccamente o non rispondo affatto, delle volte. Mangio pochissimo e dormo ancora meno. Gli incubi mi tormentano assumendo il volto ghignante del capitano che dice di essersi solo divertito subito dopo avermi baciata.
Il confine tra ciò che è successo e ciò che non è successo si sgretola lentamente.
Tutto perché la mia mente è troppo impegnata a capire e ad arrampicarsi su specchi scivolosamente immacolati.
So che sono tutti molto preoccupati, ma non mi importa. Non mi importa niente, se non importa a lui!

La porta si apre ed entra il comandante Smith, con mia grande sorpresa.

<Spero di non disturbare...> sul suo volto un po' stanco un sorriso affabile fa risplendere i suoi infiniti occhi zaffiro mentre si avvicina lentamente e faticosamente alla mia branda.
Anche lui se l'è passata parecchio male, a Shiganshina...

HANJI's POV

Sono seduta sulla sedia nella camera di Levi, dietro la sua scrivania, nella penombra, aspettando da ore.
So perfettamente cosa sta cercando di fare, oltre ovviamente l'idiota.
Può pensare di ingannare chiunque, ma non la sottoscritta.
Lo conosco troppo bene, e questo perché ci confidiamo l'uno con l'altra, quando abbiamo bisogno di un conforto.

Love at first Fight- [Rivamika]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora