Capitolo 23 -Non volevo questo-

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Forse alla fine sarebbe morto, era destino magari...

Harry sentiva il vuoto, nulla aveva più senso. Lo colpì una sensazione di libertà che sperò durasse per sempre.

Si era spaventato quando aveva sentito la voce, istintivamente aveva tolto le mani dalla ringhiera, perdendo l'equilibro e cadendo all'indietro.

Sentiva il vuoto sotto di se, ma non era un male... si sentiva libero ma non per molto.

Mentre cadeva si sentiva come se il tempo si fosse fermato, assaporava i pochi istanti che gli erano rimasti e non sapeva se essere felice o triste ma poi la sua rapida ma lenta discesa si stoppò.

Qualcuno lo aveva salvato, il suo corpo su riportato in cima e riuscì a vedere chi lo aveva salvato ma anche fatto cadere: Severus Piton.

Quando mise a terra entrambi e piedi scoppio in un pianto disperato: "Perché mi ha salvato, voglio tornare lì, mi lasci andare" disse mentre il professore lo teneva stretto tra le sue braccia.

"Shhh non dire così, non hai nessun motivo per smettere di vivere" cercò di consolarlo il professore.

"Non ho neanche nessun motivo di vivere" disse invece il ragazzo con una voce soffocata dal pianto.

Dopo un po' per fortuna Harry si calmò e il suo respiro man mano tornava normale, anche se il suo cuore rimaneva spezzato e pure la sua anima.

"Perché volevi buttarti?" Chiese l'uomo dando il 'tu'. "Perché mi abbandonano tutti, cosa ho fatto di male, professore?"

"Le persone ci deludono e abbandonano sempre, ma bisogna essere forti. Non meritano la tua vita. La morte non è mai la soluzione dei nostri problemi, fidati". L'uomo un po' parlava per esperienza e un po' ripeteva le parole che gli disse Silente quando lui voleva morire per aver perso la sua adorata Lily. "Per quanto tu possa stare male ora, sopravviverai. Non abbatterti. Nessuno merita tutto il dolore che hai dovuto passare ma tu ce l'hai sempre fatta e continuerai a farcela"

"Grazie Sev', io avevo deciso di non buttarmi più, non perché non avessi il coraggio ma c'era qualcosa che mi diceva che stavo sbagliando e non avevo nessun motivo per buttarmi"

"Infatti deficiente come tuo padre, non hai nessun motivo per buttarti. Ora vai nella tua stanza e dormi, domani ti voglio riposato per la mia lezione". Ok il professore era tornato quello di prima, e la sua gentilezza era sparita ma in compenso aveva un sorriso paterno sul volto mentre stringeva il ragazzo per poi lasciarlo andare.

Harry ripercorse tutti i corridoi riflettendo sull'accaduto: si stava davvero buttando, era pronto a morire... Il solo pensiero gli provocò la pelle d'oca.

Harry però non riuscì più a chiudere occhio quella notte, la passò seduto sul letto a gambe incrociate fissando il vuoto.

Non che pensasse davvero a qualcosa, la sua mente era vuota un po' come lui. Era vuoto, si sentiva vuoto.

La mattina dell'indomani non era stanco, forse un po' ma nulla che potesse distogliere la sua attenzione dalle attività della giornata.

Non si cambiò nemmeno, sollevò semplicemente le maniche della felpa per cambiare bende e garze e disinfettare i tagli.

Sarebbe finito in punizione per non aver indossato la divisa ma non gli importava più di tanto, finché avesse un modo per nascondere la sua sofferenza. Se avesse messo la camicia non avrebbe potuto nascondere i tagli e se si fossero riaperti si sarebbe macchiato e questo non andava bene.

Uscì dal bagno dopo essersi rinfrescato il viso, ormai segnato da profonde occhiaie e occhi spenti, un po' come lui.

Quella mattina aveva solo due ore di Difesa Contro Le Arti Oscure e basta, dalle dieci alle dodici.

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