Il panico prende il sopravvento. I rampicanti ora mi girano intorno e cercano di trascinarmi tra le siepi mentre corro per salvare la mia vita attraverso il labirinto. Sono sola, spaventata e soprattutto intrappolata nel labirinto. Voglio uscire. Voglio essere libera.
Ed è allora che mi ricordo che c'è un modo semplice per scappare. Raggiungo la mia bacchetta. Solo tre scintille rosse nel cielo e tutto questo finirebbee, e gli ufficiali del torneo verrebbero a prendermi. Vorrebbe dire arrendersi, ma tutti sapevano che non sarei dovuta arrivare così lontano.
Proprio mentre alzo la bacchetta al cielo, un urlo echeggia nel labirinto.
Francesco.
Urlava come se soffrisse.
La mia risoluzione vacilla. Abbasso la bacchetta. Sapere che è nei guai mi impedisce di arrendermi per qualche motivo a me sconosciuto. Anche se anche lui potrebbe arrendersi e chiedere aiuto, so che non l'avrebbe fatto. Ha lo stesso ostinato orgoglio purosangue che hanno i ragazzi de' Medici, e sarebbe morto per questo in uno stupido gioco.Il suo grido di aiuto sembrava vicino, così inizio a correre in quella direzione. Le siepi hanno ripreso a muoversi, ma questa volta sembrano aprirmi la strada e non chiudersi tutt'intorno a me. Mi sento stordita, mentre corro avvicinandomi sempre più al punto in cui ho sentito Francesco urlare di dolore .
"Francesco!" Chiamo quando la sua voce mi sembra essere vicina. "Francesco! Dove sei?"
Scoppia un altro grido. Mi volto di scatto, ma è solo quando i miei occhi si abbassano che mi rendo conto di dove si trova. E' disteso a terra con rami e radici avvolti intorno a lui come una morsa mortale che cerca disperatamente di trascinarlo sotto le siepi.
Artiglia il terreno, le sue dita affondano nella terra mentre le radici lo tirano indietro. Subito, i suoi occhi scuri incontrano i miei, e lì vedo una paura cruda. Evoca in me un istinto primordiale e un'ondata di coraggio sfacciato che non sapevo di avere.
Afferrando saldamente la mia bacchetta, mi precipito da lui e inizio a lanciare incantesimi incendiari sulle viti del demone. I rami si scagliatno contro me e Francesco in un ultimo tentativo di intrappolarci. Schegge taglienti rastrellano la nostra pelle, lasciandoci graffi sul viso e sul collo .
Lui lotta per liberarsi e si aggrappa a me. Le sue mani avvolgono prima i miei polpacci mentre cerca di tirarsi fuori. Poi le mie cosce. Poi la mia vita. Le mie braccia.
Lo tiro su non appena la maggior parte delle viti è ridotta in cenere e perde la presa. Senza lasciarlo andare, lo trascino rapidamente in avanti mentre nuovi rampicanti rabbiosi spuntano in un ultimo tentativo di reclamarci come loro vittime. Imbocchiamo un nuovo vicolo del labirinto e le siepi si chiudono dietro di noi appena prima che le viti potessero raggiungerci.
Tutto si calma di nuovo. Ci sono solo i nostri respiri affannosi a rompere il silenzio.
Guardo Francesco, notando quanto sembra abbattuto e sfinito. Il sangue gli cola sul collo e sulla guancia dove le viti erano state più violente. Dei lividi si stanno già formando nel punto in cui i rampicanti gli avevano fasciato le braccia e le gambe. I suoi capelli sono un disastro, i riccioli gli cadono sul viso, ed è ricoperto di sporcizia e ramoscelli.
Ma sta bene. E' vivo. Ed è qui con me.
Non posso negare il sollievo che provo. Anche se è un Pazzi.
Nonostante quello che avrei dovuto pensare di lui, il torneo mi ha fatto cambiare idea. Essermi messa in pericolo mortale ha cambiato tutte le mie prospettive, e ora trovo che la faida familiare tra Medici e Pazzi sia piuttosto inutilr. Francesco Pazzi è pursempre una persona e sto imparando che in realtà è anche abbastanza bravo. Potrebbe sembrare cupo e severo, ma le sue azioni riflettono un cuore buono e rispettabile.
Le siepi finalmente smettono di muoversi. Con la coda dell'occhio intravedo un lampo di luce azzurra.
Ci voltiamo entrambi a guardare, ma la sua mano rimane saldamente stretta nella mia.
Ora davanti a noi, la Coppa Tre Maghi era in mostra. Pronta per essere presa.
Ci guardiamo con esitazione, ma non mi lascia mai la mano.
"Dovresti prenderlo," mi dice.
"No-" rispondo rapidamente. La mia mano si stringe più forte intorno alle sue dita. Al suo sguardo interrogativo, aggiungo: "Insieme. Dovremmo farlo insieme. Non ho mai voluto vincere questa cosa comunque".
I suoi occhi si stringono, ma non in modo severo. No, mi guarda con curiosità, come se fossi un enigma che moriva dalla voglia di risolvere. Alla fine, esclama: "Va bene. Insieme."
Il mio stomaco si contorce alle sue parole. Con le dita ancora intrecciate, ci avviciniamo alla coppa. Essa diventa un po 'più luminosa ad ogni passo che facciamo, e presto il mio cuore inizia a battere veloce.
Non posso credere che Hogwarts avrebbe vinto il torneo. Inoltre, non posso credere che io avrei vinto con un Serpeverde Pazzi.
La raggiungiamo insieme e mi sento speranzosa. Realizzato. Sollevato. Anche un po felice.
E poi Francesco mi lascia la mano. All'ultimo secondo, mi lascia afferrare la maniglia.Da sola.
Il mondo si ribalta e io sprofono nell'oscurità appena prima di cadere con la faccia nell'erba fuori dall'ingresso del labirinto con la coppa del vincitore in mano.
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Parole: 869
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Champion of the Heart || Francesco Pazzi
Fanfiction[Traduzione Italiana] I personaggi de I Medici incontrano Hogwarts. Maria Fiore, grande amica dei Medici deve contrastare la sua attrazione all'enigmatico Francesco Pazzi. Oppure può arrendersi ad essa. _____________________________ ⚠️ Storia orig...