UNDICI.

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Venerdì 03-05, 07:11
Sto dormendo tranquillamente quando sento qualcuno scuotermi la spalla.
-Mads, svegliati, dobbiamo prepararci.
-Non rompere il cazzo, Ní.
-Non chiamarmi così e alzati, dolcezza.
Sbuffo e mi alzo. Ho addosso solo una maglietta di Nicolas che mi arriva poco sopra al ginocchio. Sì, sono così bassa, e ieri dato che non avevo un pigiama me l'ha prestata. Sento ancora il suo profumo.
-Cosa fai là ferma? Ah, ho capito. Non sai cosa metterti?
Beh, in realtà mi ero incantata a pensarti, ma grazie per questa scusa geniale. Nel dubbio annuisco.
-No dai, posso mettere quelli di ieri, non ne ho altri.
-Ma non hai una felpa, morirai di freddo. Dai, guarda nel mio armadio.
Si è appena offerto di darmi una felpa, perfetto. Già che ci sono, gli rubo anche una maglietta. Prendo i vestiti e mi chiudo in bagno dove mi lavo e mi cambio. Ní mi ha detto di andare in questo così lui andava nell'altro. Mi guardo allo specchio e, dato che fanno schifo, lego i capelli in una crocchia con l'elastico che ho al polso.
Esco e lo vedo stravaccato sul letto col telefono. Ah, ed è senza maglietta.
Vado a sedermi vicino a lui cercando di non fargli notare quanto mi metta a disagio vederlo senza maglietta.
-Non sei ancora pronto? - gli chiedo.
-Devo solo mettere la maglietta e la felpa, avevo caldo. Faccio subito e andiamo.
Apre l'armadio e cerca ovunque mettendo tutto all'aria. Poi mi guarda.
-Hai preso la mia felpa preferita?! - dice indicandola.
-Mmm, forse...
-Sappi che solo perché sta meglio a te non vuol dire che sia tua. - aspetta cosa? MI HA APPENA DETTO CHE STA MEGLIO A ME? Ora ho un sorriso ebete stampato in faccia.
-Ok, fatto, andiamo che siamo già in ritardo. - dice distogliendomi dai miei pensieri. Mi ricompongo in fretta e usciamo di casa.

Sabato 04-05, 13:04
Sta piovendo, che giornata di merda. All'uscita raggiungo Nicolas così iniziamo a tornare a casa.
Ma lui ha le cuffiette!
-Cosa ascolti? - chiedo facendogli gli occhi dolci, capirà che voglio sentire anche io dai. Mi guarda sbuffando mentre me ne dà una.
-Che canzone è? - è una canzone rock, ma non so quale sia.
-Numb. Linkin Park.
Questa canzone finisce e ne inizia un'altra. Wonderwall, degli Oasis. Mi torna in mente quel pomeriggio passato a casa sua, così inizio a sorridere e a guardarlo. Si gira verso di me, mi prende per mano e mi trascina correndo. Ha iniziato a piovere fortissimo e io non ho l'ombrello. Quando siamo quasi arrivati mi chiede se resto da lui oggi pomeriggio così annuisco ed entriamo. Sono completamente fradicia, appena entrata tolgo subito le scarpe.
-Dove le lascio?
-Lasciale pure lì, oggi siamo da soli tanto. I miei zii lavorano fino a tardi e Alice va a casa di una sua amica.
Lasciamo le scarpe e andiamo in camera sua.
-Dai cambiati non restare così bagnata. - mi dice lanciandomi una maglietta.
Vado in bagno e mi cambio. Ora che ci penso a casa ho ancora la sue felpa preferita... probabilmente non gliela ridarò mai.
-Non è che avresti anche dei pantaloni? Chiedo aprendo leggermente la porta del bagno in modo che non veda le mie gambe scoperte.
-Dai, l'altra sera non hai detto niente. Comunque no, mi spiace.
Quindi dovrei uscire così? Ma mi si vedono quasi le mutande! Minchia è troppo imbarazzante. La tiro giù il più possibile ed esco.
-Questa è più corta dell'altra. - gli dico mettendo il broncio. Mi fa un sorriso dolce e mi abbraccia.
-Tanto sei bellissima anche con questa.
-Non è vero. - mi sta malissimo.
-Sì, invece. Stai zitta, dolcezza. Questa maglietta ti sta benissimo, a me piace.
-A te piace la maglietta perché è di una delle tue band vecchie.
-Mi piace anche perché è su di te, ma ora basta, andiamo a mangiare.

Sabato 04-05, 15:46
Abbiamo mangiato la pasta al pesto e ora siamo sul letto a cazzeggiare. A un certo punto suona il telefono di Ní, vedo dallo schermo che è la sua amica Bianca.
-Pronto?
-Hey, Nico! Che fai? - chiede lei.
-Sono a casa, perché?
Sento qualche rumore e una parola che credo sia "Dammi!" e poi parla quella che penso sia Veronica.
-Noi siamo proprio lì vicino! Ti raggiungiamo subito, ci vediamo tra poco!
E non dà a Nicolas il tempo di rispondere che attacca.
-Che palle. - dice mentre si alza. Apre l'armadio, prende un paio di pantaloni della tuta e me li lancia.
-Dai, mettiti questi.
AVEVA DEI CAZZO DI PANTALONI E NON ME LI HA DATI?!
-Come scusa? Da dove escono questi dato che non me avevi?
-Mettili e basta. O vuoi che i miei amici ti vedano senza?
Sono tentata di andare così... No basta non me li metto. Così impara la prossima volta. Poi al massimo se mi sento troppo a disagio posso metterli dopo.
-Mmm, non li metto. - dico allora guardandolo con aria di sfida. Non fa in tempo a rispondermi che suonano al campanello.
-Cazzo. - sussurra velocemente mentre scendiamo per andare ad aprire.
Si salutano tutti e poi mi vedono.
-Ciao! - mi dice Veronica con un tono falsissimo. Mi saluto anche gli altri e Bianca mi dà un bacio sulla guancia prima di andare sul divano in sala.

Quel giorno di pioggia.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora