SETTE.

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Giovedì 11-04, 13:34
Anche oggi esco con Nicolas, abbiamo deciso che ci vedremo (come minimo) tutti i giovedì, in modo da non perdere i rapporti e non occupare troppo tempo quando abbiamo impegni.
Abbiamo mangiato un kebab mentre camminavamo, ha detto che vuole farmi vedere un posto.
Passiamo sotto al portico di una casa dove stanno facendo dei lavori. Giriamo e saliamo delle scale. Questo posto ha l'aria di casa vecchia, che è qui da tanto.
Dopo qualche piano entriamo in una stanzetta. Su un lato c'è una televisione e su quello di fronte un divano. Gli altri due lati sono occupati uno da una libreria piena di libri e vari dischi, e l'altra dalla finestra di un balcone. Mi affaccio e guardo il panorama, siamo su una specie di torretta vicino al palazzo e da qui di vede un giardino enorme. Questa stanza è sembra un po' polverosa, ha sembra una di quelle cose che non vengono usate da un po'.
-Ma è legale stare qua o stiamo facendo una violazione di domicilio? - sempre meglio chiedere nel dubbio.
-Non se questo posto è mio, dolcezza.
Lo guardo stupita. Questa villona antica enorme è sua?
-Beh, è dei miei nonni, non proprio mio, ma quasi. - wow, chissà da quante generazioni vivono in questo posto.
-Da piccolo ci venivo spesso. Credo di aver letto tutti i libri, visto tutti i film e ascoltato tutte le canzoni che ci sono qua.
Sorrido e rimaniamo un attimo in silenzio, lui si sdraia a pancia in su sul divano mentre io mi appoggio con i fianchi al muro.
-Sai, i miei genitori sono morti quando ero molto piccolo. Sono andato a vivere con i miei nonni, in questo palazzo. Questa stanza era di mio padre. Mi hanno detto che veniva sempre qui e ci sono tutte le cose più importanti legate alla sua adolescenza. Quando era un ragazzo questa stanza era il suo rifugio, ci si chiudeva per ore. L'ho scoperta un giorno, avrò avuto 8 anni, mentre giocavo a nascondino con mio nonno, che poi mi ha spiegato tutto. E, niente... da allora è diventato anche il mio rifugio. È come se una parte di lui rimarrà sempre qua, dentro queste pagine. Ho imparato a conoscerlo. Ci sono anche i suoi diari, probabilmente sono la parte più interessante. Ah, e là c'è anche la sua chitarra, con cui ha scritto un sacco di canzoni dentro quei quaderni. - dice indicando le cose mentre guarda il soffitto, come se conoscesse tutto a memoria.
-Mi spia... - non faccio in tempo a finire.
-No. Non dispiacerti. Non sapevo se dirtelo perché poi mi avresti guardato con questo sguardo triste. Li conoscevo a malapena non provo un dispiacere così grande. Non sapevo nemmeno se dirtelo, sai, ci conosciamo da meno di un mese, però... alla fine mi sono sentito come se una volta entrati qua dovessi farti sapere la storia di questo posto.
-Ma, se posso chiedertelo, tu non sei il mio vicino di casa?
-Non esattamente. Qua stanno facendo dei lavori, ed è più comodo per me stare dai miei zii, loro sono i tuoi vicini di casa.
-Ecco perchè non ti avevo mai visto, mi sembrava strano!
Scoppia a ridere e si alza.
-Dai vieni, guardiamoci un film.

Giovedì 11-04, 17:29
Dopo aver finito il film, che devo dire è stato molto bello, andiamo sul balcone.
C'è un tavolino bianco con delle sedie intorno. Ci sediamo e vedo che Nic ha la chitarra di suo padre e la sta accordando.
-Non venivo qui da tanto. - dice mentre inizia a suonare tutte le corde insieme e a provare vari accordi. A un certo punto sento delle note che mi sembrano familiari. Cazzo ora non so se iniziare a cantare. Mi butto? Mi butto.
-E c'hai quel non so che, di chi ha tutti gli occhi su di sé, e ti vorrei parlare, ma mi mangerei le parole, continuo a bere vodka e Schweppes, magari il primo passo lo fai te, magari ci hai visto qualcosa, magari sali da me... Non ti facevo uno da indie. - dico mentre lui continua con la base musicale mentre mi sorride.
-E invece sí. Vabbè dai cambiamo un po'.
Smette di suonare e inizia con un'altra canzone, l'ho già sentita ma non mi ricordo cosa sia.
-Because maybe, you're gonna be the one that saves me, and after all, you're my wonderwall... - canta, e io mi unisco a lui nell'ultima frase avendo capito che canzone sia.
-Ecco questa canzone ce la vedo per te. Dai passa la chitarra ora tocca a me.
Mi guarda stupito mentre me la passa.
-Sai suonare?
-Eh già. - dico prima di iniziare la mia canzone. If I Could Fly degli One Direction, una delle poche che so a memoria.
-For your eyes only, I'll show you my heart, for when you're lonely, and forget who you are, I'm missing half of me, when we're apart, now you know me, for your eyes only, for your eyes only...
NON CI CREDO HA CANTATO L'ULTIMA FRASE. LA CONOSCE.
Lo guardo stupita e lui scoppia a ridere.
-Credi che io non conosca gli One Direction? Non mi piacciono troppo ma so chi sono. - dice riprendendo la chitarra e iniziando a cantare.
-I have loved you since we were 18, long before we both thought the same thing, to be loved and to be in love, all I can do is say that these arms, are made for holding you, oh-oh, I wanna love like you made me feel, when we were 18... Questa è la mia preferita, una delle poche che mi piacciono. - dice guardandomi mentre sorrido come una scema. Ok basta, Maddalena calmati.
Guardo l'ora, sono le 18, cazzo.
-Cazzo Nic, dovevo tornare a casa alle 18:30! - dico alzandomi e prendendo la mia roba. Si alza anche lui ed entra mettendo via tutto velocemente.
-Dai andiamo. - mi dice, e corriamo a casa.

Quel giorno di pioggia.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora