DICIOTTO.

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Sabato 03-08, 12:37
Mi sta scoppiando la testa. Apro gli occhi e vedo le coperte del mio letto matrimoniale. Un attimo, io dormo in un letto a castello. Mi muovo e sbatto la schiena contro qualcosa di duro, solo ora mi accorgo di avere un braccio intorno alla vita. Riconosco la mano di Nicolas. Ma io cosa ci faccio nel suo letto con addosso una sua felpa? Non mi ricordo niente.
-Stai ferma, dolcezza. Mi hai svegliato. - dice con la voce roca dal sonno.
-Mi gira la testa.
-Ci credo, dopo ieri! - ho paura di sapere cosa ho fatto ieri.
-Cosa? - chiedo alzandomi di scatto.
-Non ti ricordi niente?
-Mi ricordo solo finché ero seduta al bar. Poi vuoto totale.
-Mmm...
-Dimmi tutto. Nei minimi dettagli.
-Ehm, ok. Beh, sei stata quasi tutta la sera seduta al bancone, io pensavo stessi bevendo dei drink analcolici, invece quel coglione del barista ti stava dando degli alcolici. A un certo punto ti sei alzata barcollando e quindi l'ho capito. Sono venuto subito da te e ti ho rifatta sedere. Poi tu non volevi tornare a casa e mi hai detto delle frasi sul fatto che sarei dovuto tornare a ballare con tutte quelle ragazze. A un certo punto ti sei decisa a tornare e siamo venuti qua. Mentre venivamo hai vomitato due volte, senza contare le altre tre a casa. Poi siamo arrivati, ti ho tenuto i capelli mentre stavi sul cesso, non si come ti sei riuscita a lavare i denti e hai detto qualcosa sul fatto che fosse una fortuna che non ti trucchi. Poi dopo questo mi sei... diciamo che mi sei saltata addosso e hai tentato di baciarmi... Io ti ho infilato la mia felpa e ti ho messa a dormire con me convincendoti dopo averti detto che avremmo risolto quando saresti stata sobria. E boh, credo basta. Mi hai tirato calci tutta la notte.
Cazzo. Che figura di merda.
-Non sei un buon appoggio su cui dormire, sappilo. - dico mentre mi risdraio vicino a lui per non fargli notare il mio rossore.
-Dai, andiamo a prenderti un'aspirina.
-Non mi ubriacherò mai più. Tu invece non hai mal di testa?
-Io reggo bene, dolcezza.
Sbuffo mentre ingoio l'aspirina.
-Ma siamo solo noi a casa?
-Sì, gli altri sono andati a pranzare. Hanno detto che dopo andranno in spiaggia e possiamo raggiungerli se vogliamo.
-Mmm... Ok...
Forse è il momento per risolvere le cose, devo dire qualcosa...
-Ehm... Nicolas, mi spiace. Per averti ignorato per tutto questo tempo, intendo.
-Nah, tranquilla. Non avevi tutti i torti.
-Mi manchi...
-Anche tu. - dice prima di abbracciarmi.
-Abbiamo già risolto? - chiedo.
-Suppongo di sì.
È stato più facile di quanto pensassi, probabilmente perché abbiamo capito entrambi di aver sbagliato.

Sabato 03-08, 14:58
-Guardate come sono carini! - sento dire a
dalla voce acuta di Bianca che mi sveglia.
Dopo aver risolto ci siamo fatti due panini veloci per pranzo e siamo tornati nel letto, dato che non stavo ancora troppo bene.
-Shhh, sta dormendo. - sussurra Nicolas.
-Troppo tardi, Ní. Tranquillo. - dico girandomi. Siamo abbracciati sul suo letto, lui prima che mi addormentassi stava fermo vicino a me a sentire la musica con le cuffiette.
-Maddi, devi dirci qualcosa? - ecco Virgi.
-Nah, abbiamo fatto pace. - le dico prima di mettere la testa sotto al cuscino.
-Dai, dolcezza, ti va di andare al mare?
-Mmm... No, voi andate se volete.
-Io resto qua con te.
-Ma perchè fai tutto questo per me? - gli chiedo mentre gli altri vanno in spiaggia.
-Cosa?
-Ti preoccupi per me.
-Perché sei importante per me. Ti voglio bene. E se ci tengo a una persona mi preoccupo per lei.
-Ti va se ci vediamo un film?
-Sì, certo.
Mentre guardiamo il film rido e lo guardo, anche lui mi sta guardando. Si avvicina a me, sempre di più. Poi io mi stacco leggermente, così anche lui torna indietro. Faccio finta di niente mentre lui continua a guardarmi.
-Ieri sera non eri così timida mentre mi saltavi addosso in reggiseno dicendomi di baciarti. - COSA HA APPENA DETTO?!
-Come?!
-Prima ho omesso il piccolo dettaglio della tua maglietta perché non volevo metterti troppo in imbarazzo ma ripensandoci ora è molto divertente. - coglione.
Arrossisco e sto ferma a guardarlo male.
-Tranquilla, ti ho subito messo la mia felpa. Non ti sei ancora accorta di non aver la maglia sotto?
Cazzo, no, mica ci avevo pensato, dai. Che figura di merda.

Quel giorno di pioggia.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora