cap 23-partenza

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KIRISHIMA POV

restai con mina un altro po' per tranquillizzarla. gli spiegai con calma che non doveva preoccuparsi per me e che non c'era nulla di male nell'amare una persona, che potevamo tranquillamente continuare la nostra amicizia come se non fosse accaduto nulla. ci abbracciammo un' ultima volta, lei mi accompagnò alla porta. era oramai tardi e tutte le luci erano spente tranne quella nella camera di mina. la salutai agitando la mano dandole la buonanotte, "a domani!" disse lei sorridente. io sorrisi a mia volta e tornai nella mia stanza, sapendo che quello di domani sarebbe stato l'ultimo giorno di scuola.

non vedevo l'ora di andare dai miei genitori in new jersey, non li vedevo dal primo anno alla UA, anche se di certo le loro chiamate non mancavano mai.

continuavo a pensare alle parole della ragazza. continuavano a girarmi per la te sta e mi addormentai con loro.

la mattina presto mi svegliai come se non avessi chiuso occhio tutta la notte. mi alzai contro voglia e preparai le valigie. mi feci una doccia, preparai i vestiti e riordinai la stanza.

uno ad uno lasciavano i dormitori, chi la mattina presto, chi in pomeriggio.

io avevo il volo per il new jersey per le 14, quindi avrei potuto con tutta calma salutare tutti i miei compagni.

fu una mattinata movimentata, l'aria frizzante e fresca dell'inverno, il vento gelido che faceva fischiare le foglie.

scesi nella hall con le valigie, per lasciarle in un angolo della sala. era uno spazio enorme quindi non avrebbe creato problemi.

incontrai mina intenta a trascinare un borsone pesante, era così buffa ora che ci ripenso andai ad aiutarla:

"buongiorno" dissi sorridente, lei ricambiò il sorriso. mi avvicinai a lei e le sfilai dalle mani i manici del borsone con gentilezza.

"oh- grazie kirishima!" disse guardandomi.

"di nulla!" risposi socchiudendo le palpebre, con stampato in volto un sorrisetto gentile.

portai il suo borsone nello stesso angolo dove avevo appoggiato i miei bagagli e ci andammo a sedere su uno dei divanetti a parlare un po' con i nostri compagni.

c'era anche bakugo, lì seduto sul divanetto davanti a noi.

non riuscivo a guardarlo negli occhi.

mi guardava con occhi acidi, era evidente che fosse di cattivo umore. continuava a fissarmi come se fossi la sua vittima. non posso negare il fatto che mi irritava da morire.

ad un tratto tirò fuori un ghigno talmente spaventoso da farmi accapponare la pelle, qualcosa mi disse che era rivolto a me. non mi sembrava il bakugo del solito. ultimamente se ne stava sempre in disparte, faceva l'indifferente e parlava poco ed aveva sempre la stessa espressione totalmente indifferente.

si alzò di scatto dal divano e se ne andò con lo stesso ghigno. potevo capire perfettamente il motivo della sua rabbia nei miei confronti. mi vennero in mente le parole della sera prima "torna da lui", mi ripetevano le voci in testa. ero deciso a non tornare ed ero convinto della mia scelta.

arrivò in fretta l'ora di partire, così mi affrettai a salutare uno ad uno.

ero davanti alla porta in vetro, pronto ad uscire, quando vidi bakugo appoggiato ai gradini delle scale che mi guardava pensieroso. feci un respiro profondo, inspirai ed espirai più volte. sembrava mi mancasse l'aria. decisi di salutarlo, tanto per vedere la sua reazione e magari assaporare, anche se per poco, un momento felice. il solo pensiero mi riportava in dietro nei mesi passati in solitudine. la mia mano lasciò scivolare i bagagli a terra, e mi avvicinai a passo lento al ragazzo. passo dopo passo, l'aria si faceva sempre più pesante da respirare ma decisi di continuare ad avanzare.

"emh" dissi insicuro in cerca della sua attenzione. lui mi guardava dal basso con sguardo minaccioso.

"c-ci vediamo alla fine delle vacanze allora" balbettai. in quel momento realizzai di aver appena fatto uno sbaglio più grosso di me. "non dovevo farlo", " perché l'ho fatto?!" mi ripetevo.

"ah- io ecco io vado-" continuai, senza avere risposta mi girai ed allo stesso modo tornai dov'ero.

il tempo di fare appena due passi e mi rispose:" va bene"

a quelle parole il mio volto si trasformò. una strana sensazione nello stomaco che mi incitava a sorridere.

mi allontanai a passo più spedito, ripresi le mie valigie ed uscii.

salii sulla macchina, caricando tutti i bagagli, che mi avrebbe portato all'aeroporto di tokyo.

dopo circa 15 ore di viaggio, finalmente atterrammo. scesi dall'aereo e lì ad aspettarmi c'era mia madre e mio padre:" bentornato kirishima!"

mi accolsero tra le loro braccia, finalmente sarei tornato a casa.

- KIRIBAKU FANFIC (bakushima)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora