Un segreto per due

239 12 6
                                    

I giorni dopo la morte di Emilie tutti coloro che abitavano in quella casa si chiusero in se stessi. Adrien soffriva proprio come Nath, ma era un dolore solitario... Se ne stavano nelle proprie stanze a piangere in un angolo senza fare rumore.  Emy non era mai stata molto presente per suo figlio, non perchè non lo volesse, ma perchè non poteva. Tuttavia quelle poche volte che passavano del tempo insieme sia la donna che il figlio stavano bene. Al ragazzo  mancavano quei piccoli sorrisi anche se fatti di sfuggita. Per Nathalie fu anche più difficile superare quella morte, si conoscevano da molti anni, e nel pensare che gli  ultimi anni della loro vita li avevano passati ignorandosi quasi completamente, si sentiva persa. 

Passò un mese circa dalla morte di Emilie, e Nathalie cercava sempre di sembrare forte facendo coraggio al ragazzo che dopo aver perso la madre si trovava quasi del tutto senza una figura paterna. Gabriel infatti decise di affrontare il tutto rinchiudendosi ogni giorno nel suo ufficio ,lontano da suo figlio e da tutti. Nessuno entrava in quella stanza mentre lui era la dentro. Neanche Nathalie per un frangente di tempo riusciva a lavorare in quel posto.

Tuttavia la situazione 'lavorativa' si riuscì a sistemare durante una sera. Nathalie era salita in camera presto, perchè Gabriel aveva deciso di voler stare da solo. La donna decise di andare a letto presto, visto che la giornata era stata abbastanza stancante. Durante la notte però, come di consueto si svegliò sudata, dopo aver fatto nuovamente il sogno in cui Emy le veniva strappata dalle braccia. Non riuscì più a prendere sonno. Prese il cellulare per guardare l'ora, erano le 3:57. Cercò di risistemarsi per riprovare ad addormentarsi, ma si fermò sentendo  bussare alla porta.

 <Puoi entrare Adri-> iniziò credendo si trattasse del ragazzo che aveva avuto difficoltà nel dormire, ma si interruppe non appena la porta si aprì. Non si aspettava un incontro con il suo capo.<Signore che succede?> chiese non riuscendo a capire il perchè Gabriel si trovasse lì. < Devo parlarti > le rispose calmo, <Ora?> domandò la donna guardando l'orario,< Beh, se dovevo dirti qualcosa domani non sarai qui ora>. Nathalie si mise a sedere, e Gabriel fece lo stesso ai pedi del letto. <Nathalie, hai sentito al notiziario che ultimamente un uomo, che si fa chiamare Papillon terrorizza la città?> la donna non capiva dove volesse andare a parare, ma annuì.  <Bene, c'è una cosa che al notiziario non dicono, quest'uomo non ha nessuna intenzione di distruggere la città in cui vive, e la città i cui vivono le persone che ama. Lui vuole solo rendere felice suo figlio in particolare, ridandole la madre. Come? In questa città oltre a lui ci sono due ragazzini in costume, una coccinella e un gatto. Questi possiedono degli orecchini e un anello. Che se appartenenti ad una sola persone, permettono di esprimere un desiderio...> Nathalie non sapeva cosa dire, non aveva mai avuto un discorso con Gabriel che li portasse a parlare della famiglia. Si sistemò e non sapendo cosa fare o dire, chiese <Signore, perchè mi sta dicendo ciò?> . L'uomo fece  le spallucce, <Non riuscivo a tenermi tutto dentro, dovevo parlarne con qualcuno. Si tratta di qualcosa di grande, e non riuscivo a mantenere questo segreto da solo. Di te mi fido...Ora possiamo tenere questo segreto in due> le disse accennando un leggerissimo sorriso. <Gabr- Cioè , mi scusi... Signore, sembrerò forse un po  sfacciata, ma vorrei aiutarla.> 

Passarono le seguenti ore a parlare di miraculus per far capire a Nath di cosa si trattassero quei gioielli. Fino alle prime luci dell'alba, quando Nathalie si addormentò e Gabriel decise di staccarle la sveglia per farla riposare, dopo di che uscì lasciando la donna dormire con un piccolo sorriso dato dalla speranza di riavere indietro la sua amica. 

Qualche ora dopo la donna aprì gli occhi. Vide la luce del sole riscaldarle la stanza, era stranamente rilassata. Poi sussultò... "come faccio a essere ancora a letto se il sole è già fin troppo alto?" si alzò di corsa con altri mille pensieri per la testa. "Posso iniziare a fare la valigia?! Gabriel mi fa fuori. Ho perso il lavoro?". Con tutti quei pensieri che le martellavano in testa si sistemò in fretta e scese. Arrivata davanti la porta dello studio si fermò. Cosa avrebbe detto? Quale sarebbe stata la reazione di Gabriel?    Prese un lungo respiro per auto incoraggiarsi, e aprì la porta. Entrò a testa bassa, e nonostante percepisse gli occhi grigi dell'uomo puntati su di lei non alzò lo sguardo. 

Da una promessaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora