Torre Eiffel

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Una volta in camera, si sedette sul letto, e sentendo ogni respiro di quell'aria sempre più pesante, uscì dalla stanza. La casa era avvolta nel buio e nel silenzio, i piedi scalzi sul marmo freddo le procuravano qualche brivido lungo la schiena, scese nello studio, e si recò davanti il ritratto di Emilie. Poi si ritrovò in quel posto, ancora più buio e silenzioso dei piani superiori, e lei davanti quel corridoio, che l'avrebbe portata ad ammirare la donna raffigurata nel quadro che si era fermata ad osservare poco prima. La sua amica era dentro quella teca, che riposava serena ad occhi chiusi, senza pensieri. Nathalie era scesa lì per un motivo, doveva parlarle, sentiva il bisogno di farlo ad alta voce, e percepire quel suono perdersi nel vuoto, forse sperava che così lei avesse potuto sentirla, per quanto impossibile poteva essere.

"Vorrei che tu fossi qui... Saresti l'unica in grado di aiutarmi e capirmi, sai che fin da quando ci conosciamo io non sono mai stata una che si lascia andare, e il mio cuore l'ho ascoltato solo poche volte durante tutti questi anni" una lacrima, seguita da un sorriso, le rigò il volto. "Ma questo è stato diverso, io non mi sono mai lasciata andare, o almeno non volontariamente, è successo tutto sotto i miei occhi, ma non me ne sono resa conto, e non l'ho controllato... Forse perdonarmi è chiedere troppo...ma spero che un giorno, quando tutto si sistemerà, e tornerai qui, le cose si sistemeranno, e capirò se non vorrai più parlarmi, o qualsiasi reazione tu avrai, sarà giusta... Ma ora. È ora che ho bisogno di sentirti, ti prego, urla, fa qualcosa, qualsiasi cosa, ma non restare in silenzio, lì, impassibile. Perché fa più male>

*

Dopo essersi zittita, continuò a guardare la sua amica, sperando in una reazione. Ovviamente non ricevette riposta, e così si voltò per tornare all'ascensore, con il capo chino a guardare il pavimento-

<Nathalie>

Alzò la testa, e torno a guardare di fronte a lei, gli occhi si riempirono di lacrime, e si trovò pronta a voltarsi verso la direzione dalla quale proveniva quella voce. Ma non le fu permesso: <No. Non voltarti, la tua richiesta è stata quella di sentire cosa avevo da dirti, perciò limitati ad ascoltare...>

La corvina chiuse gli occhi, e respirò profondamente, e iniziò ad ascoltare quelle parole.

<Io me ne sono andata, sei libera di credere che tutto questo non sia giusto, ma è successo, e tu e Gabriel dovete accettarlo. Lui ora deve prepararsi, perché io non ci sono più, ma la vita davanti a lui è ma ora lunga, e non voglio che la sprechi cercando di riposare in vita i morti... La stessa cosa vale per te amica mia, non farti mille paranoie, sai che ti voglio bene->

<Ma-> intervenne Nathalie

<Ascoltami! Mi hia fatto una promessa, e non importa chi lui sia. Devi accettarlo. Io non sono più presente per loro, almeno avranno te, perché anche Adrien è pronto ad accoglierti, e lo è sempre stato>

*

Riaprì gli occhi, e si trovo tutta sudata. Si lasciò scivolare una mano sul petto, rendendosi conto che sotto le sue dita aveva qualcosa, era una spilla. La contemplò, e dopo qualche secondo la sfilò dal maglione, e la mise sul comodino. Dusuu uscì fuori, e le volò intorno, non capendo il perché la sua portatrice l'avesse evocata così a tarda notte.

<Dusuu... Perché io ho sognato- sembrava così reale>

Il kwami si sedette sul cuscino, e iniziò a parlare: <io ho visto tutto Signorina Nathalie. È tutto dovuto al miraculus, il fatto che la spilla sia danneggiata causa una maggiore fuori uscita di magia, anche involontaria. E quello che lei ha visto è stato vero- la Signora Agreste è riuscita a collegarsi con lei, perché precedentemente anche la Signora ha subito dei danni per via della stessa magia. È complicato da spiegare, spero di essere stata chiara>

Da una promessaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora