Per colpa tua

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Nathalie uscì dalla stanza scuotendo la testa in disapprovazione, ma sul suo viso c'era un sorriso che la tradiva.

Chiamò Adrien al cellulare per avvisarlo che sarebbe potuto uscire liberamente, e dopo avergli raccomandato di stare attento, riagganciò.

Ritornò alla sua postazione e continuò il suo lavoro, controllando un po troppo spesso l'orologio.

Arrivò il momento che sia lei che Gabriel aspettavano. Lui aprì il collegamento e staccò subito dopo lasciando il suo sfidante solo e deluso.
Successivamente Papillon akumizzò 'Simon Dice'.
Quest'ultimo aveva come scopo quello di vendicarsi con il signor Agreste.

<Gabriel credo sia meglio evitare. Ti metteresti in pericolo inutilmente> gli disse Nathalie.

<Non succederà nulla> gli rispose sicuro.

Diversi minuti dopo Ladybug e Chatnoir penetrarono nella mansione.

<Signore, lei è in pericolo> lo avvisò la ragazza.

<Non ho paura di una ragazzo viziato che fa magie con le carte> affermò calmo. Poi la voce del gatto si intromise <Attivi il sistema di sicurezza>. "Come fa a sapere del sistema di sicurezza" fu la domanda che si fecero entrambi gli adulti.

Attivarono il sistema di protezione, e  Nath accompagnò la coccinella al piano di sopra per controllare Adrien e Nino. Successivamente lascio il telecomando per aprire le porte alla super eroina e scese.

Nello studio non c'era nessuno, Gabriel era sceso nel covo, così decise di lasciare la stanza vedendola vuota e di recarsi nell'atrio con gli altri.

***************
Qualche ora dopo, grazie al cielo l'akumizzato era stato sconfitto.
Quella sera Adrien, non appena il padre tornò a casa dagli studi televisivi, corse ad abbracciarlo, per poi recarsi in camera per via della stancante giornata.

Intanto nell'ufficio Nathalie aveva finito di lavorare, e si concentrò sul guardare male Gabriel.

<Che c'è?> chiese percependo lo sguardo freddo di lei addosso.

< Aspettavo questa domanda... COME HAI POTUTO RISCHIARE COSÌ TANTO OGGI! VOLEVI MORIRE E LASCIRE ADRIEN ORFANO. MI SPIEGHI COSA DIAVOLO INTENDEVI FARE?!> lo scridò la donna con un tono di voce molto alto.

Lui la guardava scioccato, non l'aveva mai vista così.  <MA DOV'E IL PROBLEMA? ERA UNA TUA IDEA, QUINDI NON LAMENTARTI> ribattè l'uomo alzando altrettanto il tono.

Lei sgranò gli occhi <STAI DICENDO CHE SAREI STATA IO A INVOGLIARTI A FARE QUESTO? IO TI HO SOLO DETTO CHE ERA UNA BUONA OCCASIONE PER AKUMIZZARE QUALCUNO, NON DI FARTI UCCIDERE> gli urlò contro lei con gli occhi lucidi.

<MA COSA TE NE POTEVA IMPORTARE DELLA MIA MORTE. AVEVI SOLO PAURA DI AVERMI SULLA COSCIENZA DICO BENE?!> ripose lui alzandosi e raggiungendola al centro della stanza.

<VERAMNENTE MI CREDI COSI? E PENSARE CHE IO CREDEVO CHE FAR SGRETOLARE UN PO QUEL MURO CHE CI DIVIDEVA SAREBBE SERVITO. MA GURDA UN PO A CHE PUNTO SIAMO ARRIVATI. HO SBAGLIATO A FIDARMI DI  TE , VISTO CHE NON HAI CAPITO NIENTE>

<E VEDIAMO UN PO, COSA AVREI DOVUTO CAPIRE> 

Le lacrime dei suoi occhi si fecero più grandi, si voltò per uscire dalla stanza , ma lui le afferrò il polso. <Quando vuoi sai essere insistente, per una volta lascia che lo sia io. Che cosa dovevo capire?!>

<Niente, assolutamente niente. Ora vorrei andare a riposare>

<Nathalie... facciamo così. Se non parli non esci di  qui> disse serio lui guardandola negli occhi.

<Si chiama sequestro di persona quello che vuole fare> le rispose fredda. 

<Beh, di crimini ormai ne ho commessi, e non penso  che sequestrarti nella casa in cui vivi sia illegale. Prima parli prima potrai andare> 

<OK, COSA VUOI SENTIRE?> iniziò lei tornando a parlare con un tono di voce più alto e le lacrime che cedettero e iniziarono a rigarle il viso <CHE MI SONO AFFEZONATA A QUEL RAGAZZO, E HO PAURA PER LUI, PERCHE SUO PADRE E UNO STRONZO CHE RISCHIA DI LASCIARLO SOLO... VUOI SENTIRE CHE HO PAURA? PAURA DI CIÒ CHE SENTO, VISTO CHE NON MI E CONCESSO AVVICINARMI A QUEL RAGAZZO, SEMPRE PER COLPA DEL PADRE... E CHE FORSE->

<Scusa> la interruppe lui.

<Ti ho detto cosa volevi sapere, posso andare?> disse evitando lo sguardo del suo capo.

<Nathalie-> stava per iniziare 

<Gabriel, per favore , sono stanca> disse con voce supplicante, continuando a guardarsi le scarpe. 

Percepì la stretta intorno al polso allentarsi, due dita le sollevarono il mento. Lei continuò a spostare la testa. 

<Buonanotte> disse allontanandosi e lasciando la stanza. 

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Questo capitolo mi piasceeeee. Ci terrei a dire che mi si era cancellato e ho dovuto riscrivere il capitolo, ma questa versione mi piace abbastanza. So che è corto... Ma mi piace abbastanza e non mi va di modificarlo. E niente vado a fare video lezioni.

Da una promessaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora