I giorni successivi erano tranquilli. Si lavorava serenamente, con qualche akumizzazione ogni tanto. Nathalie aveva riutilizzato il miraculus del pavone, e gli effetti collaterali erano sempre più evidenti.
Si trovavano entrambi nello studio, lei era al centro della stanza che girava in tondo per trovare le giuste parole da usare in una mail, e lui stava disegnando.
Regnava un leggero silenzio, il quale fu interrotto dallo squillare del cellulare di Nathalie, che si trovava sulla scrivania di Gabriel, perché lei lo aveva poggiato lì per comodità mentre girava per la stanza.
<Uh, numero sconosciuto> disse guardandola e ridendo
<Dai...> si lamentò lei
Gabriel rispose alzandosi per allontanarsi dalla portata della sua assistente, la quale aveva iniziato ad urlargli contro e a corrergli dietro
<Pronto...> iniziò la persona al telefono <Nathalie, spero di non disturbare->
<Salve. La Signorina Sancoeur non può parlare, mi dica> lo interruppe Gabriel, voltandosi verso Nathalie
<Gabriel il telefono! Dai!> insistette lei, impedendogli di continuare ad andare in giro e iniziando a mettersi in punta di piedi per riuscire ad afferrare l'oggetto che le era stato 'rubato'
<Emh, lei chi è?> domandò il mittente della telefonata
<Potrei farti la stessa domanda> rise Gabriel
Nathalie intanto continuava a sporgersi verso il braccio dell'uomo che si trovava teso in alto, lui rideva, e lei cercava imperterrita di fargli abbassare la refurtiva. Mentre insisteva si trovò allo stesso livello del viso del suo capo, entrambi si fermarono, e smisero di pensare a cosa stavano facendo il secondo prima. Si guardarono negli occhi.
Le riflessioni della sera prima di Gabriel erano, servite almeno a qualcosa, gli avevano fatto comprendere che qualcosa tra loro due c'era, non era chiaro cosa, ma almeno aveva fatto un passo avanti. E ora, trovarsi lì, petto contro petto con lei, lo metteva in difficoltà, perché le labbra piccole è sottili di lei, erano l'unica cosa che riusciva a vedere in quel momento. Entrambi si avvicinarono, al tal punto da sfiorarsi le labbra, fu in quel momento che dal cellulare si sentì nuovamente la voce del mittente che rispondeva alla domanda che gli era stata posta da Gabriel. Entrambi furono riportati alla realtà da quel suono, e Nathalie scostò velocemente il viso, approfittando della distrazione del suo capo per sfilargli il cellulare dalle mani e portare all'orecchio.<Sebastian> lo salutò lei, allontanandosi da Gabriel <dimmi>
<Era il tuo capo quello al telefono prima?>
<Si... Ma è una lunga storia> sospirò lei. Non le andava di parlare della sua vita privata con altri, si aveva accettato di uscire con lui, ma...le dava comunque fastidio approcciarsi troppo con la gente. Anche se nel vederla con gli Agreste non si direbbe.
<Ok. Ti volevo chiedere comunque se ti andava di vederci oggi pomeriggio> le propose
<Eh, non lo so se posso. Gab- Signore, mi può dare il pomeriggio libero?> chiese Nathalie voltandosi verso Gabriel che era tornato a disegnare
<Se devo essere sincero, no non puoi, e avrei molti motivi per negati questa uscita cara. Ma te li elencherò dopo...> le esclamò puntando con gli occhi l'apparecchio posto vicino le orecchie della donna.
<Va bene, se oggi mi lasci il pomeriggio, domani vengo in Italia> continuò Nathalie pensando a ciò che le aveva detto Gabriel due sere prima: <La prossima settimana devo scendere in Italia per lavoro, ma Adrien voleva visitare molte città, io lo avrei portato volentieri a vederle tutte, ma i primi due giorni li devo trascorrere in hotel, quindi se vieni tu lo potrai accompagnare inizialmente...>
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Da una promessa
FanfictionNathalie Sancoeur, una donna senza cuore, o almeno è quello che credono le persone. Gabriel Agreste, un uomo egoista che ha sempre trascurato il figlio e tratta chiunque male. Direi che leggendo questa storia potrete scoprire la storia di questi due...