«...3... 2... 1...», silenzio.
In quel momento fu il buio a spegnere il mondo.Una voce, «... non ho finito...»
Allora i fili vennero ripresi e di nuovo legati.Venne così riportato alla luce ciò che più non esisteva.
Per rispettare la promessa.
Per ristabilire l'equilibrio.Dalla mia bocca uscì prezioso ossigeno. Questo andò a formare delle bolle. Le vidi lentamente risalire verso l'alto come a rallentatore e in quel breve istante capii.
Mi attivai immediatamente e cercai con tutte le forze che mi erano rimaste di sbattere le mani contro il vetro che avevo davanti. Volevo romperlo,farlo a pezzi, uscire e scappare.
La vista sfocata non mi permise di vedere con chiarezza le persone che avevo davanti. Ai miei occhi sembravano solo una massa informe che, in piedi, mi osservava per capire come questo pietoso spettacolo sarebbe finito. Non avevo idea di dove io mi trovassi o anche solo di come fossi finita in quella situazione.
Quando alzai e lo sguardo, sopra di me, vidi solo una superficie nera che bloccava l'unica via d'uscita che avrei potuto avere.
Ma non mi importava. Mi diedi una spinta verso l'alto e sollevai le mani per cercare di spostare il coperchio. Ci provai con tutte le forze che possedevo, ma non successe nulla. Non si mosse di un millimetro.
Intanto i minuti passavano e io ero abbastanza sicura che non avrei resistito a lungo. Sentivo le energie venire meno ad ogni secondo in più che trascorreva. Sembrava un incubo.
Quando stetti per desistere e accasciarmi sul fondo qualcosa cambiò. Le persone intorno a me iniziarono a muoversi in e l'unica cosa che riuscii a percepire furono delle grida ovattate. L'ambiente fuori si fece scuro e del fumo iniziò ad espandersi formando una coltre in cui non era possibile distinguere nulla. Tutto intorno a me si fece bianco. Il mio cuore quasi rischiò di schizzare via quando qualcosa si incastrò con forza nel vetro crepandolo. Una freccia.
Questa aveva colpito così improvvisamente e velocemente la parete trasparente che potei quasi immaginare il fischio che aveva emesso perforando l'aria.
La pressione dell'acqua iniziò a spingere contro il vetro fratturato riuscendo a romperlo definitivamente.
Venni trascinata dall'acqua che impetuosa fuoriuscì dal tubo di vetro in cui ero rinchiusa a quelli che pensavo essere pochi metri di distanza.
Tossii convulsamente portandomi una mano al collo, cercai di prendere grandi boccate d'aria per tornare a respirare normalmente, ma il bruciore alla gola e la stretta ai polmoni non volevano sembrare abbandonarmi. Continuai così per quella che mi sembrò un'eternità e solamente quando l'aria ricominciò a riempire i miei polmoni e inondare ogni mia cellula il mio cuore riprese a battere più cautamente.
Cercai di alzarmi, ma davanti a me si stagliò un'ombra prendendomi per il braccio.
«Andiamo Nyx» la voce era bassa e calda, apparteneva ad un ragazzo.
''Chi è? Non lo conosco'' in mezzo ai miei pensieri confusi questo spinse per trovare la luce.
La figura si fece sempre più definita. Spostai lo sguardo sulle sue spalle da dove sbucava una faretra contenente delle frecce.
La vista di un oggetto così inusuale mi fece trasalire, spensi il cervello, mi alzai in piedi e appena mi sentii stabile sulle mie gambe non persi tempo iniziando a correre via più veloce che potessi. La voce dietro di me continuava a seguirmi richiamandomi, ma io la ignoravo.
La nebbia ancora fitta non mi permetteva di vedere nulla se non qualche fugace ombra in movimento, questo mi portò inevitabilmente a scontrarmi con qualcuno.
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Figli delle Ombre
FantasySelene Lightwood si ritrova catapultata in un mondo di cui non conosce nulla nel corpo di una ragazza di cui non sapeva e non avrebbe mai dovuto sapere anche solo l'esistenza. Non ha nemmeno il tempo di capire cosa stia succedendo che un gruppo di r...