09|Colpa del bambino iperattivo

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🎵 K-391 & Alan Walker - Ignite
(Slowed Down)


Dopo essere uscita seguii Gerard che si stava dirigendo verso l'area in cui aveva lasciato il bambino.
Lo spettacolo era ormai finito e Cad in piedi accanto a una signora robusta si guardava intorno alla nostra ricerca.
Appena avvistò il ragazzo accanto a me prese a correre nella nostra direzione rischiando di inciampare sui suoi stessi passi.
Gerard fece un cenno con la testa alla signora che sorridendo ricambiò e si voltò incamminandosi dall'altra parte.

«Ti sei divertito?» chiesi abbassandomi alla sua altezza per guardarlo negli occhi.

Cad annuì freneticamente con un sorriso dipinto in volto: «Sì. Dovevi vederli sembravano serpenti e si infilavano in scatole piccolissime» portò la mano destra davanti al viso stendendo pollice e indice parallelamente lasciando uno spazio infinitesimale tra i polpastrelli delle due dita.
Gli sorrisi di rimando notando solo in quel momento che Gerard aveva ripreso a camminare lasciandoci indietro.

«Dove vai?» alzai il tono della voce per farmi sentire ed ero sicura che la mia domanda gli fosse arrivata chiara alle orecchie, ma a quanto pare preferì ignorarmi.
Ruotai gli occhi al cielo, o meglio al tessuto del tendone, esasperata dai suoi comportamenti.
Prima mi segue quando la sua presenza è tutt'altro che desiderata e poi lascia tutto senza dire una parola.
Quel ragazzo era dannatamente incoerente.

«Selene possiamo andare lì?» ritornai con lo sguardo sul bambino che stava sporgendo il labbro inferiore e spalancando gli occhi con le mani unite ad indicare una preghiera silenziosa.

«Va bene» a dir la verità ero stanca, la conversazione precedente mi aveva sfiancata mentalmente e sperai che anche Cad a breve mi avrebbe chiesto di tornare alla locanda.

Com'era possibile che un bambino così piccolo avesse tutta questa energia in corpo? Io a confronto sembravo un'anziana signora che aveva bisogno di andare a dormire presto per rifocillarsi.

Andammo verso il punto indicato dove un ragazzo sui vent'anni stava sfogliando un vecchio libro.

Gli occhi scorrevano veloci sui titoli dei paragrafi, mentre le mani adornate da numerosi anelli d'argento voltavano le pagine a tempo con il ticchettio del suo piede sul terreno.
Intorno a lui, disposte a formare una semicirconferenza c'erano una serie di sedie bianche in plastica.
Alcune erano già occupate, mentre altre ancora vuote.

Io e Cad prendemmo posto in seconda fila verso i posti sulla destra.

Il ragazzo ancora con lo sguardo basso chiuse il libro per poi riaprirlo subito dopo facendo scorrere velocemente le pagine sotto le sue mani.
Da quei fogli impressi di inchiostro saltò fuori una carta che abilmente riuscì a prendere al volo e con un gesto fluido della mano la girò verso di lui.
Sul suo voto si formò un sorriso sghembo che non riuscii a decifrare.

«Siete fortunati cari spettatori» per la prima volta alzò lo sguardo verso il suo pubblico che nel frattempo aveva occupato tutte le sedie. Voltandomi notai anche qualcuno che pur di assistere allo spettacolo si era messo in un angolo in piedi.

«Questo per voi sarà un viaggio...» prese una pausa alla ricerca della parola più adatta portandosi l'indice della mano sotto il labbro inferiore, infine, una volta trovata, schioccò la lingua contro il palato e riprese a parlare: «...febbrile, perciò miei amati uditori vi invito ad abbandonare la vostra postazione se siete facilmente impressionabili e assistere a qualcosa di più adatto...» i suoi occhi scattarono su Cad che muoveva le gambe avanti e indietro esaltato: «...alla vostra età» continuò a fissarlo aspettando probabilmente una sua mossa, ma il bambino ignorava i suoi segnali.
Osservandomi nuovamente attorno notai che effettivamente era l'unico bambino tra il pubblico.

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