12|Il suo dolce preferito

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Althea's POV

«Non credete sia... ehm... pericoloso?» esitai voltandomi per assicurarmi che Gabriel fosse ancora al suo posto.

«Certo!» Idris mi passò davanti in sella al suo ujku con le braccia tese all'infuori: «Ma non c'è da preoccuparsi, anche sfasciandosi la testa di sicuro non morirebbe, dico bene?» continuò lanciandomi uno sguardo.

«Beh, sì, suppongo di sì»

«Non ti sentirai mica in colpa? Dopotutto siamo stati io e Gerard a legarlo, abbiamo fatto uso di tutte le nostre conoscenze sul mondo dei nodi, è in una botte di ferro»

«Da quando tu e Gerard sapete qualcosa di nodi?»

«Sappiamo allacciarci le scarpe» ruotò la testa guardandomi come se la risposta fosse stata ovvia.

«Non credo che legare un ragazzo svenuto ad un ujku in volo, sia come allacciarsi le scarpe» tentennai controllando di tanto in tanto che si trovasse ancora al suo posto.

«Hai provato a legare Gabriel?» chiese assottigliando gli occhi per sfidarmi.

«No, ma-»

«E allora non puoi sapere se sia la stessa cosa o meno» mi interruppe sfrecciando via.

Avevamo lasciato la locanda poco fa senza che nessuno si accorgesse di noi facendo in tempo a vedere i gendarmi avvicinarsi al villaggio dalla direzione opposta a quella in cui stavamo andando.

Gabriel aveva accusato gli effetti dell'anestetizzante e non si era ancora svegliato costringendo gli altri due ragazzi a imbracarlo, o meglio legarlo come un salame, alla creatura che adesso stava volando alta nei cieli.

Da quando eravamo partiti Selene e Gabriel non si erano scambiati parola, nemmeno per litigare o insultarsi.
Entrambi sembravano essere sovrappensiero presi da chissà quali fatti.

Voltai lo sguardo verso l'alto.
La stazione di Deidra, nonostante il cielo scuro, non era più visibile dalla nostra posizione, ma sarebbe ricomparsa fra qualche mese, precisamente alla vigilia della notte di Asteria.
La stessa serata dell'annuale ballo in maschera tenuto a palazzo alla quale, se tutto sarebbe andato secondo i piani, ci saremmo intrufolati.

Mi piegai con il busto in avanti appoggiandomi di pancia sulla schiena del mio fidato animale.

«Possiamo fermarci?» brontolai stanca.

Da quando avevamo liberato Oniride, o meglio Selene, non ero ancora riuscita a dormire per più di un'ora di seguito, lo stesso molto probabilmente valeva anche per Idris, mentre Gabriel era già nel mondo dei sogni da un po'.

«Va bene, avviciniamoci al fiume» affermò Gerard deviando verso destra.

Le stelle si riflettevano nel corso d'acqua a pochi passi da dove ci eravamo posizionati.
Scendemmo tutti appoggiando finalmente i piedi per terra e il mago, che sembrava non aver ancora digerito il comportamento di Gabriel, passò vicino a quest'ultimo tagliando le corde con un pugnale sfilato a Gerard poco prima.
Il corpo del biondo cadde a terra provocando un rumore sordo, ma nemmeno la botta presa riuscì a svegliarlo.

«Sicuro fosse solo anestetizzante?» Selene aggrottò la fronte alla vista del ragazzo incosciente.

«Sono convinto al 60% che fosse quello» il suo tono di voce era quello di una persona fiera della garanzia di vita data all'amico.

«E il restante 40%?» esitò grattandosi un braccio lentamente.

«Non so, potrebbe essere mandragora, filliace, gavio, rabopulus e nel migliore dei casi veleno per elfi»

Figli delle OmbreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora