Capitolo 5 ~Mr. Irritabile

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Era passato circa un mese, per fortuna il direttore del ristorante mi aveva fatto firmare il contratto e mi aveva anche pagato la settimana di prova e gli straordinari. Si era anche complimentato per il mio duro lavoro e aveva insistito per scattare una foto da inserire nella bacheca. In questi mesi il lavoro era più intenso perché si stava avvicinando la stagione estiva e le persone erano più libere. Avevo legato molto con gli astro e soprattutto con MJ, che sembrava essere il più attivo del gruppo, infatti ci eravamo scambiati il numero. Ogni giorno ci scambiavamo meme abbastanza esilaranti. Con JJ la situazione stava prendendo una piega abbastanza strana. Ogni sera mi riaccompagnava a casa e delle volte mi aveva anche chiesto di uscire e tutte le volte me lo chiedeva davanti agli altri e la situazione mi metteva in imbarazzo.
Un giorno al ristorante, per l’ennesima volta, JJ mi chiese davanti ai ragazzi di uscire. Mi dava fastidio, forse perché lì c’era Rocky che, ogni volta che JJ me lo chiedeva, era pronto a bruciarmi la pelle con il suo sguardo. Qualcosa mi sembrava strano.
“Ti ho detto che non lo so” dissi quasi arrabbiata. Quel giorno chiesi di andarmene prima. La mia testa scoppiava per i troppi pensieri. Non ero riuscita a scoprire nulla sul conto di Rocky, JJ si comportava in maniera strana e una cosa che odiavo era avere mille pensieri. Così andai nella stanza, mi cambiai e me ne andai. Mentre uscivo sentivo le voci di tutti chiamarmi e sentì anche qualcuno seguirmi, ma ci non feci molto caso.
Dopo aver camminato per molto tempo, mi ritrovai nel parco dove andai il mio primo giorno libero. Ad un certo punto vidi qualcuno sedersi accanto a me, mi girai e lo vidi lì, con quelle labbra rosee e carnose.
“Vuoi una foto?” disse richiamandomi alla realtà.
“Cosa ci fai qui?” chiesi. Lui mi guardò con un sopracciglio alzato ed uno sguardo perplesso.
“Mi sembra strano che Mr. Irritabile mi abbia seguita” continuai. Lo vidi ridere. Quella risata mi riempì il cuore e mi svuotò la testa dai mille pensieri.
“Bel soprannome, grazie” disse continuando a ridere.
“Perché sei venuto se ti do fastidio?” chiesi, mettendomi composta e in modo da poterlo guardare bene negli occhi.
“Non mi dai fastidio, solo che mi ricordi una persona che mi ha ferito” disse guardando sempre dritto verso il fiume.
“La ragazza del ristorante…” sussurrai ma sembra che lui lo abbia sentito perché si girò di botto.
“Non sono affari tuoi” disse schietto.
“Direi di sì dato che te la prendi con me per qualsiasi cosa”.
“Ora vado” disse alzandosi e sparendo.
Il giorno dopo, a lavoro, chiesi scusa a JJ per essermi comportata male ed essere scappata senza preavviso. Lo abbracciai ed accettai il suo invito per sabato sera. Alla fine, era solo una cena e non sarebbe significato nulla, però precisai che per me era un’uscita da amici.
Per fortuna lui confermò, anche se sapevo che lui aspirava a qualcosa di più. Quello era il giorno dell’internet caffè perciò avevamo molti clienti. Quel giorno mi ricordo che si presentò anche il mio “pretendente”. Da quando mi aveva lasciato il suo numero, ogni mercoledì si presentava al bar e richiedeva espressamente di me. Eppure, dovetti ricredermi, parlando con lui avevo capito che era un bravissimo ragazzo e si era anche scusato per quel gesto avventato. Mi resi conto che era un gran lettore e infatti mi consigliò molti libri da leggere. Ma quel giorno successe veramente qualcosa di strano.
A metà mattinata, quando il locale si stava riempiendo sempre di più, arrivò una ragazza elegantissima che chiese di JJ. Appena lui la vide sbiancò in faccia e la prese per mano portandola verso il retro. Io e Min-Youk ci guardammo abbastanza confusi. Qualcosa non mi quadrava così andai ad origliare, sotto permesso del mio collega che era più curioso di me.
“Cazzo ci fai qui?” urlò JJ.
“Pensavo fossi contento di vedermi” disse lei.
“Ti ho detto mille volte di non venire qui”.
“Ma oggi non è il giorno dei ragazzi quindi tranquillo” continuò lei atteggiandosi a gran signora.
“Senti Sakura, il nostro patto non include che tu venga qui”.
“Lo so, perdonami. Ne parliamo per telefono allora”.
Patto? Ma di cosa stavano parlando? Vidi che stavano per rientrare così me ne tornai al locale e aiutai Min-Youk con gli ordini come se niente fosse successo. Quando la confusione si calmò chiedemmo a JJ chi fosse quella ragazza.
“Una vecchia conoscenza, niente di che” disse vagamente. Ma sapevamo che stava mentendo.
“Guardate cosa ho scaricato?” sviò il discorso Min-Youk “E’ un sito di incontri per gay. Guardate con che figo mi sto sentendo” continuò entusiasta. Ci fece vedere la foto, era un ragazzo alto, con il fisico scolpito, i capelli scuri e corti e un bel paio di occhi profondi.
“Guarda le labbra che belle carnose” quasi urlò.
“Ok, ho visto, ma contieni i tuoi istinti da maniaco sessuale” dissi scoppiando a ridere. JJ era andato a pulire gli ultimi tavoli che si erano liberati.
“Quando lo vedrai?” chiesi io.
“Stasera” - disse facendo la faccia maliziosa - “Sarà la volta buona che si scopa”.
“Min-Youk” urlai e lui mi guardò con un’espressione da cucciolo bastonato per poi scoppiare a ridere.
Mentre aiutavo a pulire i tavoli, in uno trovai un biglietto con scritto “Per Min-Youk”, così glielo portai al bancone e lo aprì.
“Avrei preferito che al posto di quel ragazzo ci fossi io” lesse ad alta voce.
“Hai un ammiratore segreto quindi” dissi scuotendolo per riportarlo alla realtà.
“Ma non lo avete visto?”. Facemmo di no con la testa. Ci rimase male, conservò il biglietto e si andò a sistemare per la grande cena.
Dopo un’ora uscì dalla stanza con un pantalone nero attillato, una camicia bianca e un giubbotto di pelle nero.
“Peccato che sei gay” dissi io andando a sistemargli i capelli.
“Attento e facci sapere” urlammo io e JJ mentre Min-Youk si incamminava verso l’uscita del locale. Ultimamente avevo molto legato con lui, lo vedevo come un migliore amico, qualcuno con cui confidarmi e parlare di tutto.
Misi della musica e iniziai a sistemare il locale assieme a JJ.  Quando partì una delle mie canzoni preferite, iniziai a canticchiare quando ad un certo punto sentì delle mani stringermi i fianchi e poi girarmi. Avevo davanti a me JJ, che mi guardava con uno sguardo che non riuscì a decifrare e prima che me ne rendessi conto le sue labbra erano sulle mie. Era un bacio leggero e voglioso, le sue labbra erano morbide e si muovevano esperte sulle mie. Cercai di vincolarmi ma non riuscì e quando si rese conto che non ricambiavo si staccò.
“Scusa” disse e lo vidi sparire nella stanza.
Quella sera non parlammo più e preferì tornare sola a casa per chiarire i miei pensieri. Perché mi aveva baciato? Quel bacio non mi era piaciuto per niente, fu poco piacevole. E per quanto mi sforzassi di non pensarci mi veniva in mente la conversazione che lui aveva avuto con quella ragazza.
Mentre camminavo per tornare a casa mi arrivò un messaggio.
Da MJ: “Sam se sei libera passa al tetto della fantagio che ceniamo assieme”.
Gli risposi che stavo arrivando, per fortuna sapevo la strada perché qualche settimana prima avevo fatto alcune consegne lì. All’ingresso della struttura trovai la solita segretaria che mi fece salire senza alcun problema.
Giunta all’ultimo piano trovai MJ appoggiato alla ringhiera e dietro di lui un tavolo con dei ramen pronti da mangiare.
“Booo” gli urlai cogliendolo da dietro. Iniziò ad urlare dallo spavento e poi scoppiammo a ridere.
“Stupida mi hai fatto spaventare. Mangiamo dai” disse entusiasta.
“Come procede a lavoro?” chiese con la bocca piena.
“Bene”.
“Che succede?” chiese non convinto della mia risposta.
“JJ mi ha baciata e non mi è piaciuto”.
“Me lo aspettavo. Senti a me quel ragazzo non piace, quindi non ti fidare molto” disse asciugandosi le labbra sporche di salsa.
“Perché? È amico di Rocky” chiesi curiosa.
“E’ amico di Rocky non mio. Quello che ti sto per dire non ti piacerà, non lo raccontare a nessuno ok?” – annuì e continuò – “Sakura, la ragazza che ha ferito Rocky, l’ha tradito con JJ”. Ecco chi è quella ragazza che è venuta al locale ed ecco perché JJ era così arrabbiato.
“Ma come ha potuto ferire il suo amico?” chiesi mettendomi composta. Volevo sapere la verità.
“Rocky è convinto che sia un ragazzo qualsiasi, non sa la verità, purtroppo io mi trovavo nel posto sbagliato al momento sbagliato ma non ho detto nulla perché volevo che fosse JJ a dirgli la verità. Avrei rischiato di perdere un amico, mio fratello, perché Rocky avrebbe creduto al suo migliore amico e no a me che lo conoscevo da poco”.
Ero talmente scioccata da quello che mi stava raccontando che i miei pensieri si fecero sempre più intensi e i miei dubbi iniziavano ad assumere una forma. Perché mi dovevo cacciare sempre in situazioni così complicate? Continuai a parlare con MJ di varie cose, di come aveva legato con i ragazzi, di alcuni eventi divertenti e anche di sé stesso.
“Io vado, grazie per la cena” dissi abbracciandolo.
“Attenta, appena arrivi dimmelo” urlò mentre io mi dirigevo verso la porta.
Tornata a casa, mi buttai a letto e cercavo di rispondere alle mille domande che purtroppo non avevano risposta al momento. Poi mi arrivò una chiamata da Min-Youk.
“Ehi tu, com’è andata?” chiesi.
“Benissimo” urlò come una checca isterica.
“Allora, mi ha portato in un bel ristorante e abbiamo parlato di tutto. Abbiamo molte cose in comune e poi di presenza è troppo bello e onestamene avevo fame di altro…”
“Non essere troppo esplicito per favore” lo interruppi.
“Uffa, va bene. Dopo cena mi ha portato al parco e mentre parlavamo mi ha preso e mi ha baciato con annessa lingua. Bacia benissimo per la cronaca e ovviamente sapeva usare la lingua”.
“Min-Youk” urlai.
“Zitta e ascolta. Dopo siamo saliti in macchina e troppo vogliosi siamo andati da me. Ti risparmio i dettagli che non vuoi sapere, guasta feste. Comunque, come ci baciavamo e ci toccavamo, ardevamo di passione e la cosa più bella è stato vederlo godere sotto il mio potere”.
“Ok, grazie per aver omesso certi dettagli” dissi ridendo.
“Comunque quando lo rivedrai questo?” chiesi cambiando discorso.
“Boh, però sono stato benissimo” disse fiero di sé. Ridemmo e ci salutammo.
Provai a dormire anche se non fu per niente facile perché i dubbi e le parole di MJ continuavano a farsi strada nella mia mente.

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