Di taglie e cadaveri

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Erano passate due settimane dal debutto in società –se così si poteva definire- di Hermione.

In quei 14 giorni molte cose erano successe.

Neville aveva fatto a botte con un ragazzo di Tassorosso. Le dinamiche non erano molto chiare, ma girava voce che il loro carissimo e impacciato compagno di casa avesse preso le difese di Pansy Parkinson.

Una cosa inaudita, scioccante e che rimase sulle bocche di tutti per un'intera settimana.

Poi l'attenzione venne rivolta ad un primino di Corvonero che aveva rovesciato la sua pozione durante una lezione, intossicando tutti gli studenti presenti.

Quello che era rimasto costante, era la corte spietata che ogni alunno di sesso maschile e non –dal quarto anno in su- aveva iniziato a fare all'eroina del mondo magico.

Incredibile come 5 centimetri in meno di stoffa avessero dato il via libera agli ormoni.

Cercavano di parlarle ovunque.

La mattina, molti ragazzi l'aspettavano poco oltre il ritratto della Signora Grassa pronti a scortarla fino in Sala Grande. Ovviamente non si risparmiavano nei complimenti, né tanto meno nel portarle la borsa stracolma di libri.

Hermione tentava di declinare la loro gentile offerta, non avvezza a quel tipo di attenzioni, ma puntualmente loro le sfilavano i libri da sotto il braccio.

Molti le avevano chiesto un appuntamento e quando la ragazza rifiutava, loro non demordevano.

La prima settimana fu un tormento, riusciva ad avere un attimo di pace solo nella sua stanza.

Quando però i ragazzi iniziarono a farsi più intraprendenti, sfiorandola inavvertitamente, e cercando di rifilarle anche dei filtri d'amore, decise che era il momento di porre fine a quella situazione.

Da prima Harry e Ron iniziarono a farle da scorta, minacciando con lo sguardo qualsiasi ragazzo le si avvicinasse.

Ma Hermione ben presto si stufò anche di quella situazione e decise di schiantare l'ennesimo ragazzo –un Corvonero del settimo anno- che le aveva sfiorato casualmente il sedere.

Il bernoccolo del malcapitato fece ben presto il giro della scuola e le acque si calmarono.

Ma gli sguardi continuarono, a distanza, ma erano sempre ben presenti.

E tra i tanti, la mora sentiva un paio di occhi freddi bruciarle la pelle.

Un paio di occhi adamantini che appartenevano ad un biondissimo proprietario: Draco Malfoy.

Cosa il ragazzo avesse tanto da fissare, lei proprio non lo sapeva.

Ma ad ogni lezione in comune, durante ogni pranzo e cena, quando si scontravano per i corridoi, i suoi occhi erano lì pronti a mandarle brividi in tutto il corpo.

Che Malfoy fosse un bel ragazzo non vi erano dubbi, soprattutto da quando i tratti fanciulleschi avevano lasciato spazio ad un volto più mascolino.

Il fisico muscoloso nascosto da abiti costosi, i capelli lasciati liberi dal gel, il ghigno stampato sulle labbra fini contribuivano a renderlo solo più affascinante.

Peccato che quando apriva bocca, tutto il suo misterioso fascino si volatilizzasse insieme alle sue parole piene di acredine.

Non che da quando era riniziata la scuola loro si fossero parlati, ma aveva ancora ben stampati in mente tutti i carinissimi epiteti con cui amava soprannominarla.

"Hermione, mi stai ascoltando?" la scosse -la voce più alta di un'ottava- Ginny

"No, scusami dicevi?" sospirò la mora distogliendo a fatica lo sguardo dal tavolo Serpeverde dove Blaise Zabini rideva con Malfoy.

Aequilibrium - A Dramione StoryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora