Apatia.
Incapacità prolungata o abituale di partecipazione o di interesse, sul piano affettivo o anche intellettivo.
Era apatia quella che da una settimana a questa parte avvolgeva Draco Malfoy.
Si potevano dire tante cose del ragazzo, che fosse stronzo, infido, avvenente, elegante ma non di sicuro apatico.
Eppure tutti avevano percepito quel cambiamento nel ragazzo e si guardavano bene di avvicinarsi a lui, come se fosse affetto da una malattia contagiosa.
Neppure le sue tante ammiratrici li ronzavano attorno.
Ma i suoi più cari amici -che lo conoscevano da quando era un pupetto tutto snob- non si allontanarono, semplicemente si chiesero il motivo del suo repentino cambiamento.
Fra tutti Blaise, che era il più attento, riuscì a comprendere la causa.
Era seduta dalla parte opposta della Sala Grande, aveva gonfi boccoli in testa e il viso più pallido di Lord Voldemort in persona.
Ciò che corrodeva Draco, corrodeva anche la Granger.
"La cena si sta freddando." sussurrò Blaise, accostandosi all'amico.
In risposta ottenne un grugnito ed uno sguardo sfuggevole che, poco dopo, tornò a posarsi sul piatto davanti a lui.
"Sono un po' di notti che ti sento agitare continuamente nel sonno, non dormi?" tentò nuovamente il moro
"No, Zabini. Ora per favore mangia, non ho voglia di parlare." borbottò rauco, per il troppo silenzio.
"Qualsiasi cosa sia, sta facendo del male anche lei." concluse il moro, tornando a mangiare e ad ascoltare i discorsi di Pansy.
Draco lottò contro la voce che gli ordinava di alzare gli occhi e posarli sul viso di lei.
Tentò disperatamente- e anche con una sana dose di stizza- di non cedere a quel richiamo così forte.
Ma il ragazzo, che in quel momento di volontà ne aveva veramente poca, cedette e posò lo sguardo sul volto pallido di lei.
Al suo fianco, come sempre, se ne stavo i suoi due cavalier serventi che con sguardo preoccupato la spronavano a mangiare qualcosa. Vide prima Weaselly metterle una coscia di pollo nel piatto e poi SanPotter sporgersi verso di lei, scostarle i profumati boccoli dal viso e prolungare il passaggio della mano fino alla schiena in una carezza molto intima.
Lei girò leggermente il volto verso di lui, arcuando le labbra in un tiepido sorriso per poi tornare ad incassare la testa tra le spalle e nascondere il viso dietro la cascata di capelli.
Blaise aveva ragione, anche lei aveva il tipico aspetto di chi non dorme bene e che preferirebbe essere ovunque tranne che lì.
Ben le stava, era colpa sua se entrambi stavano così. Colpa sua e della sua stupida voglia di ficcanasare negli affari che non le riguardavano.
Ma lei stava cercando solo di conoscerti.
Gli ricordò la voce della sua coscienza, che assomigliava terribilmente a quella del suo migliore amico.
No, la colpa era della Granger.
Capitolo chiuso.
Draco distolse a fatica lo sguardo dalla tavola dei Grinfondoro, il cuore ancora più pesante di prima.
I giorni si susseguirono e bene presto le settimane dal loro scontro diventarono due.
Due settimane in cui lui non aveva fatto altro che chiudersi in un mutismo selettivo, limitandosi a qualche grugnito e risposte a monosillabi. Mentre lei si era rifugiata nuovamente nei libri, mangiando quanto un uccellino ed evitando accuratamente di rispondere a qualsiasi domanda le ponessero.
Entrambi su un altro pianeta, girovagavano per il castello come due fantasmi.
Inutili i tentatavi di aiuto dei rispettivi amici, erano entrambi troppo orgogliosi per ammettere che la colpa ricadeva su tutti e due.
Su di lei che aveva osato troppo dopo troppo poco tempo e su di lui che si era comportato da vero stronzo.
La svolta avvenne durante una festa a Corvonero.
Hermione aveva bevuto, tanto, troppo.
Aveva ingurgitato un bicchiere dopo l'altro, sotto lo sguardo scioccato di Ginny e quello spaventato di Harry e Ron. Non tentarono neanche di frenare quella tempesta che si stava scagliando sulla loro amica, tutti fin troppo consapevoli della necessità di un suo sfogo.
E la riccia, con l'alcool al posto del sangue, era pronta a dar battaglia.
Per due settimane aveva ripetuto dentro di sé le parole di quel becero platinato dei suoi stivali, per due settimane aveva covato rabbia e rancore nei confronti di quel furetto cafone ed era arrivata ad un punto di rottura.
Gli argini della diga non avevano retto all'impetuosità di quelle emozioni ed ora l'onda emotiva era pronta ad abbattersi sul vero e unico colpevole.
Draco Malfoy.
Non appena riuscì ad individuare la sua testa bionda in quel marasma di gente sudaticcia, Hermione marciò verso di lui, le guance accese di rabbia e gli occhi luccicanti di ebrezza e perfidia.
Con malagrazia lo tirò per la camicia nera, attirando la sua attenzione.
Da prima il ragazzo si dimostrò annoiato, poi -quando il suo cervello registrò chi fosse la persona che gli sostava dinanzi con sguardo infuriato- sgranò gli occhi all'inverosimile.
Hermione ghignò. Un vero ghigno deturpò le belle labbra della giovane prima che la sua voce fendesse lo spazio che li divideva.
"Io, Malfoy, non sono passabile." sputò arcigna puntandogli un dito contro il petto
"Io sono la più bella ragazza che tu possa mai vedere. Sono intelligente, incredibilmente saggia, coraggiosa, leale. Sono la strega migliore della mia età. Io sono tutto ciò che tu non potrai mai avere." continuò continuando a spingere l'indice contro la pelle calda del biondo che scrutava la ragazza con un sottile sorriso ad incurvagli le labbra.
Dietro di lui, i suoi migliori amici assistevano alla scena come ipnotizzati.
Era sicuramente una scena incredibile.
"E tu! Tu!" continuò lei perdendosi un attimo ad osservare le labbra tumide di Malfoy.
Erano di un bel rosa, sottili ma abbastanza carnose da sembrare morbide. Così morbide che avrebbe voluto baciarle, morderle.
"Tu hai delle belle labbra. Sono molto probabilmente morbide..." ragionò a voce alta sotto lo sguardo sempre più scioccato di Blaise e Theodore
"Ma non è questo il punto!" si riprese Hermione, distogliendo lo sguardo dalla sua fonte di distrazione e puntandolo negli occhi adamantini del ragazzo.
"Il punto è che io sono molto più di quello che tu potrai mai ottenere da una delle tue stupide spasimanti. E sai cosa?"
"Cosa, Granger?" parlò per la prima volta lui, avvicinandosi di un passo.
La riccia perse il filo del discorso a vederselo così vicino, così vero e caldo. Con quegli occhi così penetranti e quelle labbra su cui avrebbe voluto banchettare come un'affamata. La pelle chiara del petto era lasciata scoperta da alcuni bottoni della camicia lasciati aperti e lei si perse ad ammirarla, era davvero così morbida come sembrava?
"Te la dico io una cosa, Granger." la riportò alla realtà lui, attirando finalmente lo sguardo sul suo viso.
Hermione aveva gli occhi leggermente spalancati, le pupille dilatate e le guance rosse. Alzò leggermente il mento, fiera come al solito, aspettando una sua risposta.
Malfoy si fece ancora più vicino.
"Sei bellissima, cazzo."
E poi la baciò, lì davanti a tutti.
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Aequilibrium - A Dramione Story
FanfictionA distanza di pochi mesi dalla fine della guerra, i nostri eroi fanno ritorno a scuola con una nuova rassicurante sicurezza: la guerra è finita. Possono, finalmente, vivere l'adolescenza che gli era stata rubata, concedersi l'ebrezza dell'amore e d...