Capitolo 17

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La mattina seguente mi sveglio presto e scombussolata, ma quando apro gli occhi riconoscendo la camera di Damon mi ritorna tutto in mente sulla serata precedente.

Mi accorgo che il padrone di casa non è più vicino a me così decido di alzarmi a cercarlo; quando mi accorgo che indosso ancora lo scomodo vestito di ieri sera lo cambio subito con una felpa di Smith che mi permetto di prendere dal suo armadio, infatti appena la indosso vengo subito inebriata dal suo profumo e sorrido anche un po' per la lunghezza, in quanto mi arriva alle ginocchia.

Giunta in cucina, lo vedo seduto in balcone mentre fuma al freddo con addosso solo una canottiera, che lascia intravedere tutti i suoi tatuaggi. Prima di raggiungerlo però ritorno in camera sua a prendere una felpa anche per lui e quando arrivo alla soglia del balcone mi soffermo ad ammirarlo come sono solita fare: i capelli sono tutti scompigliati, con ancora residui della sera prima di gel al di sopra, i suoi muscoli si contraggono nell'atto di portare la sigaretta alla bocca, mentre contrae la sua mandibola, a intervalli irregolari, facendomi dedurre che sia particolarmente pensieroso e anche la sua bocca attira la mia attenzione, mentre compie l'atto di aspirare e rilasciare il fumo e nonostante io sia totalmente contro il fumo la scena mi incanta.

A causa del freddo che mi travolge mi risveglio dal mio stato di trans e mi dirigo verso di lui posandoli la felpa sulle spalle e richiamando la sua attenzione:
- Ei che ci fai già sveglio a quest'ora e soprattutto al freddo? - chiedo in un sussurro, che però risulta sufficiente ad attirare la sua attenzione.
- Non riuscivo a dormire, tu invece? -
- Mi sono svegliata e quando mi sono accorta che non eri più vicino a me sono venuta a cercarti...-
- Capito... rientra dentro che se no prendi freddo – mi dice avvicinandosi a me e dandomi un bacio sulla fronte, io però inconsciamente storco il naso per la puzza di fuma, facendolo così ridacchiare e dire:
- Non ti piace il fumo eh? - ed io in risposta scuto la testa con vigore, rimanendo particolarmente sorpreso da ciò che fa :infatti spegne subito la sigaretta nonostante sia appena iniziata e la lascia nel posa cenere.
- Dai su entriamo prima che tu diventa un ghiacciolo- mi dice abbracciandomi, mentre rientriamo insieme in casa.

Cos,  visto che oramai siamo più che svegli e di tornare a dormire non se ne parla, decidiamo di preparare insieme la colazione.
- Io preparo i pancakes, tu invece occupati del caffè- ordino con fermezza suscitando la risata di Damon che obbedisce senza repliche, mentre dopo aver preparato tutti gli ingredienti mi prodigo alla cucina della nostra colazione.
Ad un certo punto mentre sto cuocendo i miei amatissimi pancake, mi accorgo che Damon mi sta fissando e così gli chiedo:
- Che c'è? - e lui in risposta
- Quella felpa è mia, vero? - mi chiede avvicinandosi a me
- Ehm... si, il vestito era scomodo e così ho pensato di prendere qualcosa di tuo- dico mentre fisso la felpa che mi arriva alle ginocchia data la grande differenza d'altezza e subito aggiungo:
- Però se ti da fastidio la tolgo subito...-
- Nono non scherzare, sei bellissima come sempre. Anzi sai una cosa, te la regalo sta meglio a te che a me- dice fissandomi con occhi luminosi, al che contenta mi avvicino e mettendomi sulle punte gli lascio un leggero bacio a fior di labbra che però non soddisfacendolo abbastanza, decide di approfondire, rendendolo molto più intenso e facendomi sentire come se avessi avuto degli elefanti nello stomaco, altro che farfalle.

Improvvisamente mi stacco di colpo urlando:
- I miei poveri pancake! Ecco mi hai distratta e ora a causa tua questo si sono bruciati, uffa- dico con tono infantile mentre lui scoppia a ridere, coinvolgendo così anche a me.

In seguito terminato di preparare il tutto, ci sediamo a tavola iniziando a fare colazione, tra una chiacchiera e l'altra ad un certo cala il silenzio, di cui approfitto per chiedergli:
- Stamattina, mentre eri fuori a fumare eri così pensieroso , posso sapere cosa ti passava per la testa?- inizialmente sembra indugiare, infatti decido subito di non insistere, quando improvvisamente risponde:

- A te, pensavo a te e al tuo sguardo terrorizzato di ieri sera nei miei confronti e non mi dire che non è così perché non sono stupido...- e così decido di essere sincera, perché in questo arco di tempo ho ben capito che la cosa che più odia Damon Smith sono le menzogne.

Mi alzo e sedendomi sulle sue gambe ammetto:
- Non lo nego ero spaventata inizialmente, eri... totalmente fuori controllo ecco. Però poi ho capito che l'avevi fatto per difendermi, forse nel modo sbagliato... Visto che sappiamo bene entrambi che hai sbagliato, anche se quei pervertiti se lo meritavano, però ho apprezzato il gesto e come ti ho detto ieri, so bene che non mi faresti mai del male- mi guarda sorpreso mantenendo il contatto visivo, che non interrompo per dimostrarli la mia sincerità.
- Io quando l'ho intravisto da lontano toccarti in quel modo non ci ho visto più per la rabbia, lo ammetto. Però so di aver sbagliato, ma il punto è che ho sempre avuto problemi nel controllare la mia rabbia sin da bambino, anche perché non ho avuto un'infanzia semplice se devo dire la verità-

Così spontaneamente e con le lacrime agli occhi, nell'immaginare un piccolo Damon sofferente, lo bacio forse più per consolare me stessa che lui.


Inizialmente è sorpreso dal mio gesto così spontaneo, ma in seguito mi stringe pure lui a sé ricambiando.

- Io per te ci sono, finché me lo permetti non me ne vado Damon-
- Grazie bimba- mi dice molto dolcemente, mentre rimaniamo abbracciati per un tempo indeterminato.

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