Capitolo 18

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Appena torno a casa, mi sento subito frastornata da tutto ciò che è accaduto e solo ora me ne rendo realmente conto.

Sono in camera mia sdraiata, con la musica a palla, mentre fisso il soffitto travolta da tutti i pensieri che mi soffocano da un po', rifletto un po' su tutti gli ultimi avvenimenti ma soprattutto su Damon.

È diventato così importante per me in così poco tempo e pensare che prima mi dava fastidio soltanto sentire il suo nome ed ora neanche mi immagino senza di lui, ormai è diventato parte fondamentale del mio quotidiano, la causa principale del mio umore e un importante pilastro su cui so di poter contare e tutto questo mi spaventa tremendamente.

Non sono mai stata una persona che sapesse esternare facilmente i propri sentimenti, infatti a causa di ciò ho ferito e perso troppe persone ed è proprio per questo che sono solita evitare di affezionarmi alle persone, perché tanto se devo perderle e stare male preferisco farne a meno...

Subito il terrore di perdere Damon a causa mia, della mia stranezza o magari perché potrei semplicemente annoiarlo, mi pervade e scoppio a piangere accompagnata anche dalla mia canzone preferita. Inizio a pensare di dovermi allontanare da lui, chiudendo questo rapporto così nuovo per me qualsiasi cosa sia, per evitare che nessuno dei due stia male perché tirarla ancora per le lunghe potrebbe solo peggiorare il tutto, ma il solo pensiero mi spaventa e tra l'insicurezza , che mi abbraccia e pervade da sempre e le mie lacrime mi addormento.

POV's Damon
Non appena l'ho riaccompagnata a casa sua, sono tornato nella mia, dove subito una miriade di pensieri su Madison mi hanno travolto, strappandomi via da quella apparente pace e tranquillità interiore che non provavo da troppo tempo.

Da quando l'ho conosciuta ho sempre pensato fosse diversa, da quella risposta schietta al nostro primo scontro, ma mai avrei pensato lo fosse al punto da affezionarmici così tanto. Sin da bambino sono sempre stato una persona riservata, il tutto è peggiorato da quando mio padre ha abbandonato me, mia madre e la mia sorellina per sostituire la "nostra famiglia" con un'altra più bella e felice infatti da quel momento ho totalmente perso fiducia verso le persone, isolandomi del tutto, finendo in brutti giri e deludendo mia madre più di quanto già lo fosse a causa di mio padre.

Madison però mi sta cambiato in qualche modo e se devo essere sincero, ora come ora, neanche me li immagino i miei giorni senza la sua voce, i suoi modi di fare così buffi e impacciati, il suo viso così dolce che riesce sempre a farmi sorridere, in poche parole senza di lei, ma tutto ciò mi spaventa: ritengo che sia troppo buona e pura per una persona come me, ho il costante timore di ferirla, dicendo o facendo qualcosa di sbagliato, come ho già fatti del resto, perché mi conosco e so bene che quando sono nervoso divento ingestibile e impulsivo, come ho dimostrato il giorno del nostro litigio che a pensarci bene avrei potuto sfruttare per chiudere del tutto questa cosa" tra di noi che non so gestire.

Ho una forte paura di quello che provo per lei, ma soprattutto quello che più mi spaventa è la possibilità di poterla in qualche modo ferire e perdere.

Dopo questa lunga riflessione con me stesso, decido di distrarmi per smettere di pensare. Dopo aver fumato una sigaretta, opto per andare a trovare mia madre e la mia sorellina che non vedo da troppo tempo.  Esco di casa e in seguito ad un viaggio di circa un quarto d'ora arrivo a casa di mia madre, dove appena entro vengo subito assalito da una testolina che mi salta subito in braccio:
- Damon! Mi sei mancato tantissimo, sei un bugiardo l'ultima volta hai detto saresti venuto a trovarmi più spesso! - dice che non voce che non ammette repliche e così non posso fare altro che scusarmi e posarla a terra, mentre entusiasta mi conduce da nostra madre.

- Oddio Damon, da quanto tempo... Ti sei finalmente ricordato di avere una famiglia, che miracolo! - mi dice sorridendo con tono scherzoso, anche se sotto so che lo pensa davvero e che ci sta male, ma per quello che ho passato fa sempre di tutto per non farmi pesare nulla.

- Hai ragione mamma scusa. Proverò a passare più frequentemente, per davvero questa volta- le dico guardandola negli occhi e così dopo abbracci vari, ci sediamo a tavola, essendo arrivato proprio per l'ora di pranzo e parliamo del più e del meno.

Per farmi perdonare per la mia lunga assenza le racconto del mio miglioramento a scuola, da cui rimane colpito, della scuola in generale e anche di Madison sorprendendo totalmente mia madre che sorride contenta dicendo di volerla conoscere, però mentre la osservo mi accorgo che è in qualche modo turbata e la mia ipotesi viene confermata nel momento in cui la guardo dritta negli occhi e lei evita il mio sguardo.

- Mamma tutto bene? Sei strana...- e così sospira e confessa
- Mi ha chiamato tuo padre è tornato qui da New York e ...- mi alzo di scatto dalla sedia e subito chiedo
- Che diavolo voleva? -
- Mi ha chiesto di te, ha detto che gli dispiace di averti...- non la lascio neanche finire interrompendola subito iniziando a ridere amaramente, quando capisco dove vuole andare a parare.
- Spero tu stia scherzando, anzi te lo auguro proprio. Come diavolo fai a parlare ancora con una persona che ti ha causato così tanto dolore che ti ha a dir poco rovinato la vita-
- Damon non esagerare... sì è vero ha sbagliato, ma ti ricordo che ha riconosciuto il suo errore, ha chiesto scusa e soprattutto non ti ha mai fatto mancare nulla...- a questa affermazione rimango spiazzato, al punto che non ci vedo più dalla rabbia e perdo il controllo.

- Io sto esagerando? Davvero? Ti devo ricordare che ti ha tradito o te lo ricordi da sola, oppure anzi devo farti rammentare il fatto che ti ha abbandonato mentre eri incinta, lasciandoti un peso come me a cui hai dovuto badare da sola, o forse preferisci che ti ricordi che sono cresciuto senza una figura paterna, di cui avevo fottutamente bisogno mamma...- urlo riprendendo a respirare e raccogliendo la mia giacca con lo scopo di andarmene al più presto.

- Damon ti prego ascoltami, so cosa hai passato e hai ragione. Ma non puoi rimanere attaccato al tuo rancore tutta la vita e questa è la tua possibilità di andare avanti. Ti scongiuro da almeno una possibilità, vorrebbe portarti con sé a new York per a ristabilire un rapporto...- mi dice ormai in lacrime e disperata.
- Spero proprio tu stia scherzando, perché secondo me non ti rendi più conto di cosa stai facendo uscire dalla bocca. -

- Damon pensaci ti prego...- mi prega, mentre io dopo queste ennesimo bestialità esco sbattendo la porta e subito prendo il telefono chiamando l'unica persona, che sono consapevole mi farà calmare.

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