Capitolo 23

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Passiamo il viaggio verso casa in silenzio, non mi guarda e mi evita in tutti modi e quando arriviamo e mi accorgo che non ha intenzione neanche di salutarmi dico abbastanza stufa:

- Mi spieghi che diavolo ti ho fatto ora? -
- Niente non voglio più parlare e basta-
- E mi spieghi perché te la prendi con me allora, bastava dire che non ti andava di rispondere e sarebbe finita lì...-

- Senti smettila di rompermi, sono fottutamente fatto così va bene?! Smettila di provare a cambiarmi, di cercare di scavare nella mia vita per provare ad aiutarmi. Fatti i cazzi tuoi, non ho bisogno di te ne tantomeno di nessun'altro mi basto da solo- dice scioccandomi del tutto.

Gli sbatto malamente il casco addosso e dico andandomene:
- Vaffanculo, sei il solito stronzo-
Ed entro in casa sbattendo la porta.

POVs Damon
Appena la vedo rientrare adirata nei miei confronti parto per tornare a casa mia, consapevole di averla ferita per l'ennesima volta e di essermi comportato come un idiota.

La sua domanda non era volta a impicciare il naso nei miei affari, ma mi sono sentito ugualmente violato perché in realtà la mia più grande paura è causata dal fatto che mi conosca così bene al punto da aver capito che qualcosa non andasse senza che io le dicessi nulla e ciò mi ha allarmato particolarmente, perché non sono solito lasciare che la gente prenda così tanto spazio nella mia vita.

Quando arrivo a casa in preda al nervoso tiro un pugno contro lo specchio all'ingresso distruggendolo del tutto insieme alle mie nocche, ma subito riprendo coscienza andando a fumare una sigaretta per calmarmi ed evitare di combinare altri danni.

Sono sempre stato un ragazzo all'apparenza insensibile, ma non è per niente così.

Ammetto che col tempo ho imparato ad avere un grande controllo verso i miei sentimenti per evitare di stare male ulteriormente, portandomi però ad allontanare tutte le persone che hanno provato anche solo ad avvicinarsi.
Tutti sono destinati ad andarsene quindi alla fine questa consapevolezza mi porta ad essere molto più realista, ma da quando ho incontrato Madison ho realmente iniziato a desiderare di averla sempre al mio fianco, anche se a causa dei miei continui comportamenti la sto allontanando da me sempre di più.

Ho il costante terrore di ferirla e mi sembra che più cerco di evitare di farlo e più ci casco e mi comporto di merda.

Solo dopo questa riflessione capisco davvero quanto sono un coglione e così decido di chiamarla, ma giustamente mi attacca subito in faccia rifiutandosi di rispondere.

POVs Madison
Sono a dir poco fuori di me, il nervoso mi assale al punto che senza neanche rendermene tiro un pugno sul muro così forte che mi fa sanguinare una nocca che vado subito a sciacquare sotto acqua fredda per il male atroce che si diffonde per tutta la mano.

Mentre tengo la mano sotto l'acqua penso a quanto Damon sia instabile. È bastata una piccola domanda per stravolgere totalmente il suo umore; io posso ben capire che magari non gli andasse di parlarne ma questo non è proprio il modo di comportarsi e deve capirlo perché è lui ad essere nel torto e di certo io non potevo sapere che quella domanda sarebbe potuta essere così scomoda.

I miei pensieri vengono interrotti dal mio telefono che squilla, ma quando mi dirigo verso di esso e leggo il nome di Damon attacco subito urlando nervosa.

Subito decido di chiamare Maggie con cui mi sfogo per non esplodere come una bomba e dopo averle detto tutto esclama a gran voce:
- Ma che grandissimo stronzo! -
- Lo so, diamine. Solo io potevo incontrare un idiota simile, ti giuro Maggie sono talmente nervosa e delusa che potrei ammazzare qualcuno- esclamo esausta.

- So io di cosa hai bisogno bella mia- dice entusiasta.
- E di cosa sentiamo? -
- Di bere, è la cosa che più aiuta in momenti del genere, fidati sentirei la testa fluttuare e altro che Damon dopo non penserai più a nulla e nessuno per almeno un po'- dice ridendo.
- Ci sto! Ho bisogno di distrarmi e poi sabato è il giorno perfetto per divertirsi un po'. Vieni a prepararti da me? -
- Brava la mia Madison, così ti voglio! Tra un'ora circa sono da te. Non ti da fastidio se c'è anche Austin vero? -- Ma figurati, allora a dopo io vado a mangiare qualcosa che è da pranzo che non mangio, a dopo tata-
- A dopo tatina.- e appena attacchiamo vado subito a mangiare qualcosa.

Dopo circa un'ora da quando ho parlato con lei è venuta da me e da quel momento ne sono passate circa tre di ore, durante le quali tra un discorso e l'altro ci siamo divertite insieme e preparate e infatti ora sono circa le otto di sera.

Questa volta Maggie ha deciso di indossare un top corto abbastanza scollato con sotto una gonna in jeans non troppo corta però , io invece ho dato libero sfogo al mio nervoso, che necessitava di essere dimenticato, con un vestito nero particolarmente scollato sulla schiena, molto corto e aderente, che fa letteralmente impazzire la mia migliore amica.

Come la scorsa volta ci viene a prendere Austin in macchina che appena saliamo dice:
- Ciao bellezze come state? -
- Bene amore tu? - dice la mia migliore amica baciandolo e solo ora mi accorgo di come il loro occhi brillano quando si guardano, portandomi a pensare che io e Damon non ci potremmo mai guardare in quel modo, perché troppo complicati per stare insieme.

- Io bene grazie...- dico con tono fiacco.
- Non sembri molto convincente- dice e lui.
- Ha litigato con quell'idiota del tuo migliore amico-
- Lo so me l'ha detto... diciamo che neanche lui era messo benissimo- a questa risposta capisco che alla fine la distanza ferisce entrambi, ma finché non cambierà in qualche modo sarà così e basta...

Dopo venti minuti di viaggio arriviamo in discoteca dove entriamo insieme, sedendoci ad un tavolo come la scorsa volta, a cui solo pensare mi fa salire i brividi.

Subito Austin ci chiede se vogliamo qualcosa da bere ed io subito gli chiedo un Margarita e un Cuba libre, piena di entusiasmo nel dimenticare il tutto, nonostante la consapevolezza che mi basta anche solo immaginarmeli alcolici come quelli per perdere la coscienza.

Infatti il ragazzo della mia amica mi guarda scioccato ma senza protestare, mentre la mia amica ride divertita.

E così ha iniziato la lunga serata.

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