Una luce fastidiosa mi colpisce il viso svegliandomi dal mio sonno tranquillo, ma quando provo a girarmi dal lato opposto, per distogliermi da essa, sento un braccio bloccare ogni mio movimento.
Così mi giro improvvisamente trovandomi accanto Damon addormentato con il viso rilassato e qualche ciocca di capelli che casca morbidamente su di esso: facendolo sembrare così tenero e indifeso.
La testa mi scoppia e ancora non mi spiego come sono arrivata fin qui, però decido di non pormi domande al momento a causa del dolore atroce che mi tormenta le tempie.
Anche in questo momento, nonostante io sia ancora arrabbiata con lui, non posso fare a meno di contemplarlo: il suo fisico scolpito illuminato qua e là dai raggi che entrano attraverso la tapparella lo rendono uno spettacolo celestiale. I suoi tatuaggi, che lo ornano rendendolo così unico e più bello, mi incantano come sempre e mi sento così attirata da essi da ritrovarmi inconsciamente a tracciare i contorni di alcuni posti sul suo petto.
Improvvisamente la mia mano viene improvvisamente afferrata ed io imbarazzata e spaventata allo stesso tempo mi giro di scatto verso di lui che dice con voce rauca a dir poco illegale:
- Se continui a toccarmi così di prima mattina, non mi basterà neanche tutto l'autocontrollo del mondo sai...- avvampo drasticamente, ma ricordandomi di essere ancora arrabbiata allontano la mia mano dalla sua e mi alzo dirigendomi verso il bagno.
- Ma buongiorno vedo che anche oggi siamo di buon umore- dice ironico alzandosi sui gomiti, ma quando capisce che non ho intenzione di scherzare lascia subito perdere, sbuffando e tornando a sdraiarsi.
Appena entro in bagno, sbatto la porta per sottolineare il mio fastidio: mi lavo il viso fissando il riflesso allo specchio e pensando a come diavolo ho fatto a trovarmi in una situazione simile e dopo essermi sistemata i capelli, esco dal bagno dirigendomi verso la cucina comportandomi come se lui non fosse vicino alla porta.
Sbuffa infastidito per il mio comportamento e dopo essere andato pure lui in bagno mi raggiunge in cucina, dove io sfogo il mio nervoso su un bicchiere d'acqua mentre mi siedo e mi tengo la testa per il dolore.
Quando capisce le mie condizioni mi passa una pastiglia dicendomi che è per il mal di testa. La afferro senza contestare, facendo sfiorare le nostre mani e lo ringrazio.
- Posso sapere come diavolo ci sono arrivata a casa tua visto che non voglio neanche vederti? - chiedo in cerca ti spiegazioni, ma cercando sempre di mantenere un tono irritato.
- Ieri eri ubriaca marcia e non volevi tornare a casa con Austin perché ovviamente facevi i capricci e dicevi cose assurde, così mi ha chiamato disperato chiedendomi di venirti a prendere- risponde ghignando e aggiunge– comunque stamattina non mi sembrava ti dispiacessi così tanto mentre eri occupata ammirarmi- dice con sguardo sornione che mi fa intensamente desiderare di sparire.
- Ah, capito- rispondo soltanto.
- Cosa vuoi per colazione? - mi chiede continuando a cercare di attaccare discorso.- Nulla, me ne vado a casa- dico alzandomi, ma vengo fermata prontamente da lui che mi afferra per il polso tirandomi verso il suo petto contro cui mi scontro.
- So che sei arrabbiata, ma lo sai che sono uno stronzo... scusami non volevo prendermela con te, ma è ancora un argomento delicato per me...- si scusa guardandomi negli occhi.
- E non bastava dire queste cose in quel momento, invece di reagire come hai fatto...-
- Si... però lo sai che sono impulsivo, ma ti giuro che sto provando a migliorare, ci sto mettendo tutte le mie forze. Solo per te bimba- dice sincero facendomi sorridere.
- Questa volta ti perdono ma la prossima ti prendo a schiaffi seriamente - dico baciandolo dopo tanta mancanza di quel contatto.Tra un bacio e l'altro mi sussurra che gli sono mancata facendomi sorridere ogni volta come fosse la prima, mentre ammetto che è mancato molto anche a me.
Il bacio man mano si approfondisce sempre di più le nostre lingue danzano insieme, le sue mani fremono sul mio corpo sotto la maglietta e allo stesso modo le mie facilitate dall'assenza della sua maglietta.
Improvvisamente mi ritrovo in braccio a lui dove approfondisco ulteriormente il bacio, passando le mani tra i suoi capelli e tirandoli leggermente facendolo gemere.
Con me in braccio si dirige in camera sua, dove magicamente la maglietta e i pantaloncini che avevo addosso spariscono e la stessa cosa succede ai pantaloni di Damon.
Interrompe improvvisamente il bacio per lasciarmene una scia lungo il collo, i quali mi fanno fuggire un gemito incontrollato che fa sorridere il ragazzo su di me. Una marea di brividi invade il mio corpo e man mano sento sempre più di desiderarlo mio in tutto e per tutto.
Ferma di nuovo i suoi baci per alzarsi e contemplarmi e i suoi occhi parlano per lui e mi fanno sentire come se fossi la creatura più bella del mondo e infatti e Damon stesso ad affermarlo:
-Madison sei perfetta- dice con occhi luminosi così ricongiungo le nostre labbra bisognose di quel contatto.Anche il resto dei vestiti sparisce e a parlare ora sono solo i nostri corpi, i nostri gemiti, i nostri occhi ma soprattutto i nostri cuori che battendo all'unisono si sono uniti completamente.
STAI LEGGENDO
Ti insegno ad amare
RomanceCOMPLETA Lei è Madison, Madison Jhonson, una ragazza semplicissima ma con un oceano di emozioni dentro di sé che non riesce ad esprimere, vive una vita tranquilla, normale, forse anche un po' monotona. Lui, Damon Smith, classico bello e misterioso m...