67.

1.5K 62 26
                                    

L'uomo strinse i lacci del vestito di lei che lo ringraziò e quasi corse ad infilarsi le scarpe.
« Come mai sei così felice? » chiese sedendosi sul letto che molleggiò.
« Sono sono felice di fare qualcosa di diverso. »
« È una fiera di paese... »
« Appunto! -esclamò sorridendo ma all'espressione distaccata di lui sospirò un po' più triste ma senza perdere il sorriso- Hai detto di goderci questi giorni giusto? Lo sto facendo. »
« Va bene -rispose Draco alzando le mani- ma non so proprio cosa ti aspetti da una fiera. »
***
Il paese era illuminato da lanterne di carta appese a dei fili che andavano da un balcone all'altro intrecciandosi.
Per le strade c'erano tavoli portarti direttamente dalle case dei cittadini ricolmi di cibo, bevande, giochi e festoni.
Dovunque c'era musica, non c'era un solo angolo o vicoli silenzioso, che fossero gruppi professionisti, gruppi improvvisati o solisti che si lasciavano trasportare dall'atmosfera festosa.
« Ogni quanto viene organizzato tutto ciò? » chiese Hermione già completamente immersa nell'atmosfera festosa.
« Una volta all'anno, per festeggiare il patrono del paese. »
Solo dopo qualche minuto di camminata la riccia si rese conto che tutti li fissavano quasi in adorazione, Torres doveva essere conosciuto e più che rispettato in quei territori e loro erano suoi ospiti.
Una bambina dal bordo della strada fece un passo verso di loro ma venne fermata da una ragazzina più grande.
« Pero es hermosa! »
Hermione le guardò incuriosita e la più grande dopo aver abbassato un po' la testa in una sorta di inchino tradusse le parole della sorella.
« Ha detto che la trova molto bella. »
La donna sorrise intenerita e si inginocchiò sotto gli occhi attenti di Draco. Raccolse una decorazione dal tavolo lì vicino e la trasfigurò in un fiore. La bambina la guardò ammaliata e prese timidamente il tulipano dalle mani della riccia.
Quando tornò a fianco al marito colse la sua espressione seccata ma questa non fu capace di scalfire il suo buon umore.
Torres fece assaggiare loro i piatti tipici e bevvero Sangria che scorreva a fiumi per le vie in festa.
Raggiunsero così la piazza centrale piena di gente che ballava a tempo delle ballate tipiche del posto suonate da gruppi violini e flauti.
Ascoltarono attentamente i racconti dello spagnolo sui territori, usanze e leggende.
« E voi ballate Torres? » domandò Hermione incantata dalla folla esuberante.
« Di solito sì ma quest'anno Agatha si è infortunata andando a cavallo per cui purtroppo no. »
« Se non è un'offesa ad Agatha posso accompagnarla io. » guardò la donna seduta su una sedia messa a disposizione dal venditore a fianco a loro che le sorrise e annuì.
« Nessun problema per me, se vostro marito è d'accordo... »
Hermione guardò il biondo e Torres gli rivolse la parola.
« Lord Malfoy? »
« Certamente. »
Vide il viso della grifona illuminarsi di felicità e la guardò negli occhi aspettandosi qualcosa che non arrivò, lei accettò la mano di Torres che la trascinò in mezzo alla piazza e Draco affiancò Agatha guardando i due -ma soprattutto sua moglie- ridere a crepapelle e divertirsi come mai l'aveva vista fare.
Passarono solo dieci minuti prima che Eric ed Hermione riemergessero dalla folla ma al biondo sembrò un'eternità.
La riccia accettò di buon grado il bicchiere di Sangria che il venditore le stava porgendo e calmò il proprio battito cardiaco.
Torres avviò un'altra conversazione e quando questa finì Hermione guardò il Mangiamorte.
« Mi accompagni tu questa volta? »
« Cosa? » chiese guardando prima la mano di lei tesa verso di sé e poi i suoi occhi.
« A ballare! »
« No. » la risposta uscì secca dalle labbra dell'uomo e il sorriso sulle labbra di lei scomparve.
Ci fu qualche secondo di silenzio prima che Hermione emettesse una risata ironica.
« Chissà cosa mi aspettavo... »
« Cos'hai detto Granger?! »
« Mi sono chiesta cosa mi aspettassi Malfoy! »
« Che intendi? »
Lo sguardo che gli rivolse lo lasciò senza parole, era furiosa e delusa.
« Che riesci sempre a rovinare tutto. » poggiò il bicchiere sul tavolo e prima di allontanarsi rivolse delle scuse alla coppia che li ospitava.
« Granger! »
Scioccato e infastidito da quella scenata la guardò allontanarsi per qualche istante e quando capì che non si sarebbe fermata, né tantomeno tornata indietro chiese anche lui scusa e la inseguì.
« Granger! GRANGER! »
« Cosa vuoi?! »
Tra i balli e la sfuriata l'acconciatura che aveva si era disfatta e ora i capelli le ricadevano disordinati sulle spalle.
« Stai dando spettacolo Granger, datti una calmata. »
Hermione non rispose e gli diede di nuovo le spalle ricominciando ad allontanarsi, Draco la seguì zizzagando tra la folla e quando furono abbastanza isolati scattò ad afferrarla per un polso.
« Si può sapere che diavolo ti prende?! »
« Sono solo stanca di questo tuo modo di fare! Perché la risposta è stata no? A priori! Non sembri averci neanche pensato! »
La serpe non rispose ed Hermione sospirò ancora cercando di voltarsi per l'ennesima volta.
« Ti ho vista così felice in mezzo a quella folla e io non sono capace di darti tutta quella felicità. »
« Te l'ho chiesta? »
Draco la guardò sorpreso da quella domanda.
« Te l'ho chiesta Malfoy? Rispondimi. »
« No. »
« E se non te l'ho chiesta è perché non ne ho bisogno, perché magari ce l'ho già. »
La presa intorno al suo polso si indebolì e lei si liberò.
« Magari sei tu quello che ne ha bisogno e io volevo condividerla. »
Ci fu ancora silenzio da parte del biondo e quando la donna stanca fece per parlare lui le tese la mano con un'espressione seria.
« Andiamo. »
Si fece spazio nella marea di gente e appena trovò un spazio adatto a loro si fermò e l'attirò a sé.
« Non sono- » si interruppe poiché tutte le persone si separarono creando uno schieramento maschile e uno femminile.
Hermione fece pressione sul suo petto e dopo qualche secondo di incertezza lui la lasciò sentendola sussurrare: « Segui loro. »
Draco si maledisse per aver scelto quell'esatto momento per dirle di si.
La osservò avvicinarsi e imitò i movimenti degli altri uomini andandole incontro.
Durante quei continui salti e scambi di dama lui non la perse di vista un attimo e quando finalmente riuscì a riprenderla tra le braccia si fermò e la baciò, lì in mezzo alla piazza tra gli applausi per l'esibizione appena finita e i volti sorridenti e sognanti della gente che li guardava.
Quando l'uomo abbandonò le labbra di lei appoggiò la fronte alla sua.
« Non stai avendo un comportamento adatto al tuo rango Granger. »
« Hai detto che potevamo comportarci normalmente, è quello che sto facendo. »
Quando raggiunsero di nuovo gli spagnoli Torres assicurò loro per l'ennesima volta che i camerieri fossero capaci di prendersi cura di Isaac e per la prima volta dalla nascita del piccolo decisero di prendersi una piena serata per loro.
Rientrarono tardi alla villa e la cameriera li accolse con il piccolo sveglio e piangente in braccio.
Hermione si affrettò e prenderlo e a stringerlo cullandolo.
« Grazie Anna e mi dispiace per l'ora a cui sei ancora sveglia. Vai a dormire. »
« Nessun problema Milady, buonanotte. »
Si diedero la buona notte a vicenda e andarono a dormire estremamente stanchi ma felici.
***
L'estate terminò rapidamente e l'autunno annunciò il suo arrivo spogliando gli alberi nel giardino del Manor delle loro foglie.
Draco mantenne la parola e organizzò un paio di cene a fine agosto con gente che Hermione non aveva mai conosciuto e di cui neanche aveva sentito parlare ma non furono terribili come lei si aspettava.
La loro routine era cambiata, lui continuava a partecipare alle ronde, lei invece ne faceva molte meno e aveva preso il posto di Draco occupandosi della parte organizzativa, teneva i conti, i dati che arrivavano dai campi e dai paesi con cui avevano accordi, in questo modo poteva stare con Isaac, aveva più tempo per studiare ciò che le interessava e Malfoy poteva arrivare a casa e riposare.
Per questo motivo il momento preferito di entrambi divenne la notte, da quando si sdraiavano finalmente insieme sotto le coperte fino a quando il sole li disturbava invitandoli non tanto gentilmente ad abbandonare quel calore.
Quella mattina invece non fu il sole a svegliarli ma Ruf, Draco annuì assonnato congedandolo e si portò un braccio sugli occhi per ripararsi dalla luce che entrò quando le tende vennero aperte.
La riccia si girò finendo contro il corpo di lui e lentamente gli scivolò addosso appoggiando le mani e la testa sul suo petto. La mano libera di Draco si intrecciò subito tra i capelli della donna.
« Giorno. »
Il Mangiamorte ridacchiò al mugolio che ottenne in risposta.
« Ruf ci ha svegliati perché dobbiamo alzarci Hermione. »
« A che ora inizia? »
« La cerimonia di inizio anno comincia alle undici. »
Hermione sbuffò sulla pelle del biondo che finalmente la guardò.
« Cosa? »
« Ha cambiato anche l'orario del treno... deve proprio odiare quella scuola. »
Poiché lui non rispose la Grifona alzò la testa poi si mise seduta e vide l'espressione del marito cambiare quando i suoi occhi scivolarono sul suo seno nudo, sorrise e gli accarezzò il torace.
« Non fare quella faccia Granger, ho già bisogno di una doccia fredda. »
Alzò gli occhi al cielo divertita e afferrò il lenzuolo per stringerselo intorno al corpo poi scese dalle gambe dell'uomo che si mise seduto e restò per qualche istante a guardarla con un'immensa voglia di toccarla.
Draco si fece quella doccia fredda di cui aveva bisogno e una volta vestito raggiunse la moglie nella stanza di Isaac, Hermione indossava un lungo vestito blu decorato con ricami d'oro a forma di astri, le maniche lunghe e larghe erano semi trasparenti e quando lasciò il bambino nella culla scoprì la profonda scollatura a 'V'.
L'uomo le arrivò alle spalle e le baciò il collo poi guardò il figlio e gli fece vedere il peluche, non più bianco come la prima volta, che gli teneva sempre compagnia.
« Gli elfi hanno già preparato la colazione. »
Il piccolo afferrò il pupazzo dalla mano del padre e rise.
« Afferra già le cose. »
« Blaise ha detto che ha iniziato presto. Sta sviluppando le capacità basilari più in fretta rispetto alla norma. Per non parlare delle prime manifestazioni di magia che ha avuto. »
Si girò a guardare il marito sorridendo.
« Ho perso il conto di quante volte mi ha fatto volare via i fogli o spento le candele mentre richiedeva la mia attenzione. »
Draco sorrise divertito e accarezzò la testa del figlio già piena di capelli biondi.
« D'altronde è nostro figlio Granger. Non poteva essere altrimenti. »
Hermione annuì e gli poggiò una mano sul petto.
« Andiamo a fare colazione. Non ci tengo ad arrivare in ritardo. »
Fu lui a smaterializzare entrambi sul ponte di ingresso al castello.
« Draco. »
« Ciao Theo. Il Signore Oscuro è già arrivato? »
« Non ancora, siete in anticipo. Granger. »
« Nott. »
« Dove avete lasciato la prole? »
Il biondo fece per rispondere ma lei lo precedette.
« Isaac è a casa con gli elfi. »
« Sei ancora sulla difensiva Granger? Dovresti saperlo che al di là dell'opinione stranamente positiva che il Lord ha del vostro pargolo per molti di noi è incomprensibile come Draco abbia acconsentito ad un accordo del genere. »
« Di quello che pensate Nott sinceramente mi interessa ben poco. »
« Non mi sembra il caso di discutere in questo momento. -disse Draco intromettendosi- Theo scusaci ma raggiungiamo il cortile. »
Fece passare in braccio dietro alla schiena di lei e la trascinò letteralmente via.
« Granger- »
« Non serve Draco. -si fermò e gli sorrise lasciandolo sorpreso- L'ho detto a Nott e non mentivo, non mi interessa quello pensano gli altri. »
Si guardò intorno e dopo essersi assicurata che fossero soli gli accarezzò una guancia.
« Amo Isaac e sono sicura che lo faccia anche tu. Mi basta questo. »
Nel cortile c'erano già parecchie persone tra cui Hermione riconobbe Vicent Goyle, Pansy Parkinson ed Ernie MacMillan.
« È invitato anche Blaise? »
« Devo essere geloso che chiedi sempre di lui? »
« È l'unica persona con cui riesco a parlare quando tu mi abbandoni per discutere di lavoro. »
« Mi spiace Granger ma oggi dovrai conversare con qualcun'altro. »
Lei sbuffò e quando si avvicinarono al gruppo di persone queste si zittirono al loro arrivo.
« Goyle, Pansy, Ernie. »
« Ciao Draco. »
« Tenente Malfoy. »
Ad Hermione non sfuggì l'espressione disgustata della donna di fronte a lei e per una volta pensò che essere la moglie di Malfoy poteva tornarle utile, poteva atteggiarsi a tale.
« Non credere che io sia felice di vederti Parkinson. »
« Come osi rivolgerti a me Mezzosangue? »
Lei si accigliò divertita e guardò il marito.
« Malfoy non c'era quella regola non scritta di portare rispetto ai ranghi più alti? So che voi purosangue usate il matrimonio per elevarvi per cui deduco che possa parlare a chi voglio. »
Terminò sorridendo all'espressione scioccata della Serpeverde.
« Per essere ancora qua devi scaldargli davvero bene il letto. »
« Pansy. » ringhiò il biondo guardandola perdere l'espressione strafottente.
« No Draco, tranquillo, -sussurrò la riccia appoggiando una mano sul suo torace- me la cavo da sola. »
Poi si rivolse alla donna e le sorrise teneramente facendo un passo avanti.
« Fosse solo per quello, Parkinson, non siederei a fianco a lui al tavolo della cerchia più ristretta dei Mangiamorte. »
Qualsiasi cosa Pansy volesse dire venne interrotta dall'arrivo di Lord Voldemort e Travers.
« Draco, Granger, è ora, i ragazzi stanno arrivando. »
« Io? »
« Si Granger -rispose Travers guardandola dall'alto al basso- anche tu, al fianco di tuo marito. »
Hermione non riuscì a concentrarsi sul discorso tenuto dall'Oscuro, continuava a guardare la schiera di ragazzi davanti a loro che così giovani sarebbero già stati alle prese con le arti oscure.
Pensò che non avrebbero mai conosciuto Hogwarts come l'aveva conosciuta lei, si chiese se sarebbero mai riusciti a definirla casa come era stato per lei.
Si ritrovò a pensare ad Isaac in quella scuola totalmente diversa... chissà cosa sarebbe cambiato prima che ciò avvenisse.
« Hermione? »
Alzò lo sguardo agli occhi di suo marito e gli sorrise.
« Stai bene? »
« Si, ero solo persa nei pensieri. »
Draco la guardò scettico ma lei lo tranquillizzò ancora.
« E ora che succede? »
« Ancora un paio di formalità e poi andiamo a casa. »
Lei si lasciò trascinare di nuovo nel gruppo di Serpeverde al quale questa volta si erano aggiunti Theodore Nott e Angus Davies, rivolse uno sguardo di odio a quest'ultimo che le sorrise con strafottenza.
Quando vide Draco prendere la scatolina di legno in cui teneva le sigarette e tirarne fuori una gli impedì di chiuderla prendendone una anche lei.
« Non allatto più. Posso permettermelo. » disse per rispondere all'occhiata confusa dell'uomo.
Il profumo di anice che riempì l'aria intorno a loro la riportò ai primi viaggi a Parigi che avevano fatto quando ancora non andavano d'accordo ma quando lui l'aveva salvata la prima volta.
« Non parli più Granger? » domandò di punto in bianco Nott.
« Non ho niente da- »
« Statemi a sentire -cominciò Draco attirando lo sguardo di tutti su di sé- Mi va bene che non riusciate a capire il perché della mia scelta, non vi ho mai chiesto di farlo. Dateci un taglio, è mia moglie e dovete rispettarla in quanto tale, sono stato chiaro? »
« Ma sei serio? » domandò Pansy guardandolo incredula.
« Mi conosci Pansy? Ho mai scherzato queste cose? »
« Draco! È una mezzosangue! La- »
« Lo so benissimo Pansy, ma è stata una decisione del Signore Oscuro e la rispetta addirittura lei per cui non vedo perché non possa farlo tu. »
Nessuno rispose e la conversazione riprese da dove si era fermata.
Hermione non fece più attenzione e dopo qualche minuto si allontanò da sola dal gruppo.
« Ehi... -cominciò Davies- non la fermi? »
Draco la rivolse uno sguardo mentre lei camminava verso l'interno del castello e scosse la testa.
« No. »
Hermione entrò dalla porta principale e si diresse nella Sala Grande, le candele facevano poca luce lasciando la sala immersa in un'atmosfera cupa, non c'erano gli stendardi appesi e quando alzò la testa si accorse che per la prima volta poteva vedere il soffitto della sala non più incantato con un cielo stellato.
Uscì di fretta, quasi come se quella visione fosse stata in grado di intaccare il suo ricordo positivo e di farlo marcire.
Continuò a vagare per i corridoi poi salì verso la torre di Grifondoro, solo arrivata davanti all'entrata si rese conto che erano spariti anche i quadri con tutti i loro abitanti, al posto del ritratto della Signora Grassa c'era una porta di legno scuro. L'aprì mostrando il marchio ed entrò silenziosamente.
Trovò la sala comune vuota, i colori di Grifondoro erano spariti così come quelli di tutte le altre case in giro per il castello, ora dappertutto dominavano il nero e l'argento.
Draco salutò i suoi ex compagni e si incamminò verso il castello; non ci mise molto a trovarla, si incontrarono sulla scalinata per i dormitori, lei scendeva e lui saliva.
« Draco. » sobbalzò lei non aspettandosi di trovarselo davanti. Lui non rispose ma la strinse a sé e le posò un bacio tra i capelli.
« Possiamo andare a casa se vuoi. »
« È strano essere di nuovo qui... vedere Hogwarts così... »
« Granger... »
« Non sono sicura di volere che Isaac venga qui. »
Il biondo la guardò sorpreso ma dopo qualche secondo scrollò le spalle.
« Può andare a Durmstrang. I miei volevano mandarmici ed essendo sotto il controllo dell'Oscuro non è un problema. »
La guardò annuire ed uscirono dal castello. Draco camminò fino alla riva del Lago Nero.
« Granger... » la guardò negli occhi e a lei venne spontaneo sorridere. Quegli occhi azzurri erano diventati un'ancora di salvezza e le piacevano da matti.
« A cosa pensi? »
« Ad una cosa dolce, forse troppo. »
L'uomo aspettò un po' poi si accigliò con le labbra tirate.
« E non me la dici? »
« Che tutto ciò che mi circonda non mi piace, Hogwarts, il dominio dell'Oscuro, il mondo intero forse... e non dovresti piacermi neanche tu, invece... »
« Invece? »
Hermione abbassò la testa e appoggiò la fronte al suo petto.
« Invece siamo sposati, viviamo insieme, abbiamo un figlio, sei diventato la mia famiglia e la persona su cui so di poter sempre contare- »
Le afferrò il mento alzandole la testa e la riccia osservò stranita la sua espressione dura.
« Ti piaccio Granger? »
« Io... »
« Cosa provi Hermione? » domandò serio.
« Perché non entri nella mia testa? »
« Perché voglio sentirlo da te. »
« Avevo creduto che Ron fosse il mio vero amore ma non lo era per cui ora non so cosa esso sia ma qualsiasi cosa ci sia tra noi, qualsiasi sentimento io provi è forte, sincero e brucia da morire e non ho altro modo di descriverlo se non come amore, di qualsiasi tipo esso sia. »
Draco sorrise e la baciò con dolcezza per qualche secondo, la sentì aprire subito le labbra concedendogli l'ingresso alla sua bocca ma lui non approfondì quel contatto.
« Lo chiamerò così anch'io perché qualsiasi cosa sia non so spiegarmela ed è incredibilmente intenso. »
La Grifona lo guardò negli occhi e gli accarezzò il collo con entrambe le mani.
« Andiamo a casa? »
La strinse a sé e si smaterializzò, atterrarono nel salone e lì lui si piegò di nuovo sulle sue labbra poi si smaterializzò ancora e caddero sul letto dove restarono, dopo aver fatto l'amore, fino ad ora di cena.

-----------------------------------------
Finalmente in po' di tenerezza! 😍
E un'altra mezza dichiarazione, arriverà anche quella definitiva, abbiate pazienza.

Devo dire che si, ho portato Hermione completamente fuori dal personaggio originale, ma questa Hermione che risponde a tono a Pansy rivolgendole contro le loro stesse regole mi piace da matti🤣

Dal prossimo capitolo... *coff* caos *coff* 🤭

Come sempre, spero vi sia piaciuto, fatemelo sapere!
Elly💗

Under the Darkness | Dramione | Italian VersionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora