17.

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Hermione si svegliò e il suo sguardo venne catturato dal sottile filo di luce che entrando dalla fessura tra le tende illuminava il pavimento.
Si ricordò di essere a Parigi, in un hotel, con Malfoy e di condividere il letto con lui perciò rimase ferma con la sensazione di averlo alle spalle sperando che lui non avesse notato che fosse sveglia.
Un alito di vento freddo entrò e riempì la stanza costringendo la donna a portarsi le coperte fino al collo; dati i movimenti si aspettava di sentire la voce del Mangiamorte ma quando questo non successe Hermione si voltò e vide il letto vuoto.
Sospirò e si mise seduta poi guardò il comodino dalla parte del biondo e si allungò a sbirciare l'ora sull'orologio da polso. Erano le nove e mezza si passò le mani sugli occhi poi si alzò e uscì dalla camera.
Malfoy era sul terrazzo, appoggiato con le braccia alla ringhiera, la riccia notò la sigaretta stretta tra indice e medio.
Si voltò cogliendola a guardarlo, spense la sigaretta dall'aroma di anice e rientrò.
« Buongiorno. »
Chiuse la finestra e la superò sedendosi sul divano.
« Quella è la colazione per te. »
« Tu l'hai già fatta? »
« Si. »
Hermione si sedette sulla poltrona e annusò il tè ai frutti che ancora fumava.
« Dobbiamo fermarci un giorno in più. »
Hermione annuì soltanto e vide Draco alzarsi.
« Quando hai finito preparati che usciamo. »
« Dove devi andare questa volta? »
Lui la guardò e scosse la testa.
« Voglio solo godermi la città. »
« Cosa? »
« Hai sentito Granger, voglio visitare Parigi. »
La donna fece colazione, si vestì e si raccolse i capelli in una coda alta.
« Pronta? »
« Si. »
« Bene. »
Mentre lei indossò il cappotto Draco le si avvicinò, le afferrò i capelli e le sciolse la coda.
« Mal- »
Lo guardò gettare l'elastico sul letto.
« Cosa diavolo fai?! »
« Ti preferisco con i capelli sciolti. » disse alzando le mentre lei lo guardava sconvolta.
« Andiamo. »
Le porse il braccio e la riccia lo prese senza rivolgergli lo sguardo.
Cominciarono a camminare per le vie della città e la donna non potè far a meno di notare la differenza tra Parigi e Diagon Alley, nella capitale francese le strade erano ricche di gente e non si vedeva povertà come invece succedeva nella città magica; si chiese in che condizioni fosse Londra, da quando era tornata non l'aveva ancora vista.
Attraversarono il fiume arrivando all'Île de la Cité, guardarono Notre Dame de Paris e passarono oltre proseguendo tra grossi corsi e piccolissime vie.
Hermione poco abituata a camminare sui tacchi aveva i piedi che le dolevano e non poco.
« Che hai Granger? »
« Niente. »
Draco si fermò e la guardò.
« Niente? »
« Non sono abituata a camminare sui tacchi Malfoy. Ad una serata posso resistere ma ad una camminata del genere no. »
Il Mangiamorte si guardò intorno poi tornò con lo sguardo su di lei.
« Dobbiamo andare a Montmartre. »
« Cosa c'è a Montmartre? »
« Uno degli ingressi alla Parigi magica. »
Hermione propose un incantesimo per alleviare il dolore e Draco che tra i due possedeva una bacchetta lo eseguì con grande sollievo della riccia.
Proseguirono fino alla loro destinazione, arrivarono a Montmartre ad ora di pranzo.
Malfoy si fermò davanti ad una statua che rappresentava una donna seduta e con l'aria pensierosa, le toccò un ginocchio e con sorpresa di Hermione questa li guardò, sorrise e scostò la donna di bronzo rivelando un passaggio. L'uomo porse la mano alla riccia e la trascinò con sé all'interno della statua.
Sbucarono in una via nuvolosa, e priva di gente. Andando avanti Hermione notò che le poche persone che giravano per le vie sembravano persone benestanti e di alto rango. La maggior parte dei negozi erano aperti ma c'erano comunque alcune eccezioni, botteghe chiuse con vetri rotti e scritte discriminatorie.
La riccia rabbrividì e distolse lo sguardo.
« Andiamo a mangiare Granger? »
La Grifona annuì distratta e lo seguì. Entrarono in un lussuoso ristorante, enormi lampadari di cristallo scendevano dal soffitto illuminando la grande sala con numerosi riflessi e giochi di luci; il cameriere li accompagnò al tavolo e porse loro due menù prima di congedarsi.
Lessero in silenzio ciò che il ristorante offriva e quando arrivò il cameriere ordinarono.
« Per lei Mademoiselle? »
Hermione guardò il ragazzo con aria persa e fece scorrere velocemente gli occhi sul menù prima che il biondo glielo togliesse di mano porgendolo al cameriere.
« Lei prende ciò che ho preso io. »
« Oui Monsieur. Da bere cosa vi porto? »
« Una bottiglia di Chambolle-Musigny. »
Il ragazzo annuì e si allontanò.
« Sei pensierosa Granger. » ma Hermione non rispose e non lo guardò neanche.
Il sommelier dopo aver fatto testare il vino al biondo riempì entrambi i bicchieri; Draco prese il suo e lo alzò ricevendo un'occhiata scettica dalla donna.
« A cosa vorresti brindare? »
« A Parigi, e ai bei seppur dolorosi ricordi. »
Gli scorsero velocemente nella testa tutti i ricordi con Astoria ma li cacciò con prepotenza quando sentì il calice della riccia tintinnare contro il proprio.
Il resto del pranzo si svolse in silenzio, dopo quasi due ore si alzarono, Draco pagò e uscirono.
Continuarono la passeggiata fino a tardi e tornarono in hotel un'ora prima della cena mangiarono al ristorante interno poi tornarono finalmente in camera.
Hermione si sedette sul letto e si tolse subito le scarpe massaggiandosi i piedi doloranti mentre Draco si diresse in bagno.
Chiuse a chiave la porta e aprì l'acqua della doccia; aspettò che il getto fosse caldo per entrare. Mentre l'acqua gli accarezzava il corpo non potè evitare di pensare alla donna nell'altra stanza, dovette ammettere a sé stesso che avere compagnia durante i viaggi era piacevole e rendeva tutto più leggero, questo nonostante la compagnia fosse lei, nonostante fosse sempre sulla difensiva e nonostante la tensione sempre presente e quasi soffocante.
Riemerse dai pensieri e si sbrigò a lavarsi, si strinse un asciugamano intorno alla vita e uscì dal bagno seguito da una nuvola di vapore.
La donna era seduta dove lui l'aveva lasciata ma a differenza di prima si era tolta il vestito e ora indossava la camicia da notte offerta dell'hotel.
Ghignò quando la vide spostare rapidamente lo sguardo imbarazzata dalla sua seminudità e raggiunse l'altro lato del letto prendendo il pigiama da sotto il cuscino.
« Domani sera abbiamo l'ultimo incontro. »
« D'accordo. »
« Partiremo la mattina successiva. »
Hermione annuì prima di mettersi sotto le coperte e si addormentò prima ancora di sentire l'uomo sistemarsi accanto a lei.
Per la serata Draco richiese un vestito diverso per la riccia e l'hotel gliene fornì uno dalle maniche lunghe, senza scollatura, il corpetto leggermente rosato decorato con dei ricami mentre la gonna di tulle color cipria scendeva dritta fino a terra.
La scena fu identica a quella precedente, vennero accolti, presero da bere e si sedettero con gli altri invitati.
Hermione prese sorridendo al cameriere un secondo bicchiere di vino e ne bevve un sorso prima di appoggiarlo sulle gambe. Dopo una manciata di secondi cominciò a sentire la gola grattare e si ritrovò a tossire incapace a riempire i polmoni d'aria.
« Che ti prende? »
Tentò di parlare ma non ci riuscì, si piegò con le mani alla gola e il calice cadde a terra.
Draco puntò un rapido sguardo alla collana che era sistemata normalmente e la guardò negli occhi iniziando ad essere preoccupato.
« Cathleen? »
La donna portò d'istinto una mano sull'avambraccio di lui chiedendogli aiuto.
Malfoy raccolse con due dita un po' del liquido finito per terra e lo annusò sbarrando gli occhi.
« E' veleno. »
« Veleno? » Draco guardò il padrone di casa che aveva parlato e gli chiese di mettergli a disposizione una stanza, prese in braccio la donna e dopo averla depositata sul letto chiuse tutti fuori dalla stanza.
Erano passati pochi secondi ma ad entrambi sembrarono anni.
Il Mangiamorte cominciò a rovistare nella giacca fino a trovare una piccola boccetta piena di liquido giallognolo, la stappò e si avvicinò alla donna che aveva le labbra cianotiche.
Mentre le avvicinava la fiala alla bocca lei gli afferrò il polso e lo guardò.
« Devi berlo. »
Hermione colse qualcosa che le diede sicurezza nel suo sguardo ma lui dovette comunque ripetersi.
« Se vuoi tornare a respirare devi berlo. »
Lei si attaccò all'ampolla come se questa contenesse l'ultima goccia di acqua disponibile nel deserto, quando l'ebbe svuotata Draco l'appoggiò sul comodino, si sedette sul letto e le accarezzò la fronte bagnandosi la mano di sudore.
Il respiro della donna tornò ad essere normale con solo un fischio di sottofondo.
La mano di Draco passò dalla fronte di lei fin tra i suoi capelli, e continuò ad accarezzarla, per dei minuti, eterni.
« Come stai? »
Si guardarono, senza parlare, lei chiuse gli occhi e lui ricominciò ad accarezzarla.
« Stai meglio? » insistette poco dopo e la riccia annuì.
Draco uscì e tornò poco dopo con la valigetta e i cappotti, aiutò Hermione ad indossare il suo poi la sollevò tenendola in piedi con un braccio intorno alla vita.
« Monsieur Malfoy. »
« Organizzeremo un altro incontro, monsieur Dubois; mi dispiace, voglio assicurarmi che lei stia bene. » specificò guardandola, aveva la testa appoggiata alla sua spalla e gli occhi chiusi.
« Certamente, lo comprendo. »
Venne scortato fino all'entrata mentre tutti i presenti li guardavano e sussurravano tra loro.
Arrivarono in albergo e la sostenne fino in camera, la mise sul letto senza cambiarla e le sistemò le coperte addosso poi uscì sul balcone, si accese con gesti nervosi una sigaretta e guardò Parigi illuminata.
"Ai bei seppur dolorosi ricordi"

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Ho pensato che essendo in quarantena potrei iniziare ad aggiornare due volte a settimana.
Vi piace come idea?

A lenti e piccolissimi passi il loro rapporto cambia. Secondo voi fin dove arriverà?

Spero vi sia piaciuto,
Elly❤️

Under the Darkness | Dramione | Italian VersionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora