#1.2 La fine è solo un nuovo inizio.

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Si erano appena materializzati al Manor, ma la cena era già pronta.
Gli elfi dovevano sapere che stavano arrivando e Scorpius corse loro incontro dall'inizio del corridoio.
-Ciao campione!- allargò le braccia Draco sorridendo, ma Scorpius lo scartò abilmente gettandosi su Hermione e facendola barcollare pericolosamente verso il pavimento.
-Hermione! Mi sei mancata!- gli disse il bambino stritolandola in un abbraccio mozzafiato.
Hermione sorrise stringendo il bambino a sua volta.
-Magnifico! Preferisce già te- disse Draco con una punta di ironia giocosa.
Hermione si alzò prendendo in braccio il piccolo che si appoggiò docile alla sua spalla -Si vede che ha buon gusto- gli rispose sorridendo.
I tre si avviarono verso la cucina, dove la cena li aspettava servita a tavola.
Hermione spalancò gli occhi sorpresa, la tavola sembrava imbandita per una grande festa. Presero posto e il profumo invitate delle pietanze la stordì leggermente; solo allora si rese conto di quanta fame avesse. Lei e Draco avevano saltato il pranzo, tra la discussione e il loro assopimento pomeridiano si erano risvegliati che era già ora di cena.
-Buon appetito allora- disse Draco prima di iniziare a mangiare.
Cenarono tranquillamente e chiaccherarono come fossero sempre stati una famiglia unita, così spontaneamente da far credere che fosse davvero così.
-Hermione, pecché non vivi qui con me e papà e potti Rose?-.
Fu questa domanda a far piombare il più completo silenzio nella sala. Hermione tossichiò un attimo cercando di mandare giù l'acqua che stava bevendo poco prima che Scorpius parlasse.
-Tesoro, ne abbiamo già discusso. Hermione e Rose vivono nella loro casa- gli disse Draco con calma -non possono lasciarla per venire qui-.
-Pecché no?- chiese il bimbo guardando prima Draco e poi Hermione che era ancora rossa, ma ora dall'imbarazzo.
-Perché, sai Scorpius... si vive insieme quando ci si vede per tanto tempo- rispose ancora suo padre, che a stento trattenne una risata, quando il suo piccolo aggrottò la fronte in un'espressione pensierosa.
-Ma papà! Tu e mamma vi vedevate tantissimo, ma lei non sta con noi-.
Draco irrigidì leggermente le spalle, aprì la bocca per rispondere, ma scoprì di non riuscirci.
-Io voglio una mamma- sussurrò il piccolo guardando Hermione con i suoi grandi occhi di ghiaccio e il labbruccio tremante.
Draco serrò le mani sul tavolo e irrigidì la mascella. Sbatté le ciglia cercando di evitare le lacrime che non avrebbero che peggiorato la situazione.
Hermione se ne accorse, perché con tutta la naturalezza di una mamma che lo aveva fatto già un miliardo di volte, prese il piccolo in braccio cullandolo un po'.
-Facciamo così piccolo- disse cercando di rassicurarlo -io e il tuo papà ne parliamo va bene? Ma se non è d'accordo io e Rose continueremo a vivere nella nostra casa capito?-.
Il bambino sorrise radioso, per poi sbadigliare.
-È ora di andare a letto- disse Hermione, stringendo il bambino a sé ed uscendo dalla stanza guidata dagli elfi domestici.

Draco sentì i suoi nervi distendersi, quello che Scorpius aveva detto gli aveva spezzato il cuore per l'ennesima volta. Poggiò i gomiti sul tavolo e si prese la testa fra le mani afferrandosi i capelli biondi. Scorpius continuava a chiedergli una mamma da quando aveva conosciuto Hermione e l'aveva vista con Rose; e lui non sapeva più come fare per fargli capire che non era così semplice. Sospirò affranto, la sua vita era complicata anche adesso che era adulto.
Quando la porta si riaprì e si richiuse subito, Draco quasi non se ne accorse. Fu la gentile mano di Hermione a riscuoterlo. L'Ex-Serpeverde alzò la testa e si voltò incrociando i suoi caldi occhi.
-Credo che sia ora della storia- disse con voce lieve. Draco annuì, si alzò e la condusse nella stanza dove avevano preso il tè la prima volta che Hermione era venuta al Manor.
Questa volta, al posto delle poltrone, c'era un bel divanetto abbastanza largo per poter incrociare le gambe sulla seduta.
Draco ed Hermione si accomodarono così, come fossero ancora adolescenti.
L'Ex-Serpeverde prese un grosso respiro -Non so cosa tu sappia- esordì nervoso -ma ci sono molte versioni della storia.- continuò, cercando sul volto di Hermione un qualsiasi segno di cedimento, non ne trovò nessuno -Il mio matrimonio con Astoria era combinato. Le nostre famiglie si misero d'accordo a nostra insaputa. Non che per lei non fosse stato piacevole scoprirlo, era innamorata di me da sempre, io però non provavo gli stessi sentimenti. All'epoca mi piaceva un'altra ragazza.- si fermò guardando intensamente Hermione negli occhi, per poi continuare -Comunque, non avevo scelta, mio padre aveva già dato la sua parola e si erano anche già mosse ingenti somme di denaro e poi mi è stato detto con due giorni d'anticipo; praticamente fu impossibile per me rifiutare.- disse abbassando la testa sulle sue mani intrecciate in grembo, ricordare quei giorni portava sempre dolore -Celebrammo il matrimonio al Manor, festa in grande stile ovviamente, degna del cognome Malfoy- sorrise amaro per poi continuare -Per un po' andò tutto bene, passammo sei anni insieme. La vita con Astoria era tranquilla, mi ero ormai abituato ad averla come moglie e poi non avevo alternative; ero sposato con lei ormai. Poi...- esitò un istante non sapendo come continuare, deglutì a vuoto incerto per poi farsi forza e riprendere il racconto -Astoria rimase incinta al settimo anno. Furono nove mesi terribili. Astoria era di umore facilmente variabile ed era diventata violenta. A volte se dicevo o facevo qualcosa che non le andava bene, mi lanciava addosso tutto quello che riusciva a sollevare.
La notte dormiva poco, mangiava poco e solo grazie all''intervento del medimago e annesso psicologo siamo riusciti a portare a termine la gravidanza.- Draco deglutì a vuoto e alzò lo sguardo su Hermione. Lei ricambiava con occhi liquidi; allungò una mano e prese delicatamente quella di Draco fra le sue. Il calore di lei gli si infuse dentro dandogli la forza di continuare a raccontare.
-Astoria ha partorito tra dolori atroci, anche se i medimaghi cercavano di alleviarle la sofferenza in ogni modo. Se avessero esagerato però il bambino ne avrebbe risentito. Scorpius è nato prematuro, non potevano permettersi di osare di più.- Draco fece un respiro tremante stringendo un po' di più la mano di Hermione, mentre lei gli accarezzava leggera i capelli -Per qualche mese le cose sembrarono andare bene. Astoria pareva riprendersi, anche se passava poco tempo con il bambino, giusto quello per nutrirlo, del resto mi occupavo io. Ho amato Scorpius dal primo momento in cui l'ho visto. Era ed è la mia ragione di vita.- le labbra gli si addolcirono a pensare al suo piccolo -Passammo un anno e mezzo, più o meno, in questo delicato equilibrio. Poi un giorno, tornai prima dal lavoro. Entrato in casa chiamai Astoria più volte, ma lei non mi rispondeva. Chiesi agli elfi dove potesse essere finita, loro mi dissero solo che era andata a fare un bagno insieme a Scorpius. Questo mi mise in allarme... Astoria non stava mai con il piccolo, non riusciva nemmeno a stargli vicino.- la voce gli si spezzò. Il dolore stava tornando prepotente a perseguitarlo, mentre la scena che aveva trovato in quel maledetto bagno, la rivedeva nitida davanti a sé come se fosse appena successa. La mano di Hermione continuava ad accarezzargli la testa con dolcezza rimanendo in silenzio, lasciando a Draco tutto il tempo che gli sarebbe servito.
- Avevo...- ricominciò lui deglutendo a vuoto - Avevo un brutto presentimento, così sono andato subito nel bagno padronale e...- Draco si portò entrambe le mani fra i capelli per poi strofinare il viso in un gesto esasperato -ho trovato Astoria immersa nella vasca, l'acqua era completamente rossa e Scorpius era sul pavimento del bagno, sporco del sangue di sua madre-.
Le spalle di Draco tremarono, mentre un'unica lacrima gli solcò il viso diafano.
-Mio Dio- mormorò Hermione con gli occhi spalancati, non poteva nemmeno immaginare cosa avesse dovuto sopportare Draco, con tutte quelle malelingue che erano pronte a giudicarlo senza sapere un bel nulla.
-Non era morta.- mormorò lui guardando fisso davanti a sé -Sono arrivato appena in tempo. L'abbiamo fatta ricoverare, ma i miglioramenti erano pochi e lei aveva iniziato a sviluppare una repulsione nei miei confronti e in quelli di... di Scorpius.- sospirò passandosi di nuovo una mano tra i capelli -Poco più di un anno fa la sua famiglia ha deciso di portarla via dall'Inghilterra per il bene del bambino. Non hanno voluto dirmi dove o per quanto tempo.- sospirò avvilito -Comunque ho chiesto il divorzio- concluse ancora con gli occhi fissi davanti a sé. Hermione non sapeva proprio come controbattere, era esterrefatta dalla situazione, completamente spiazzata dalla crudeltà della gente che giudicava senza sapere nulla e piegata a sua volta dal dolore immenso che Draco stava provando. Come se raccontandoglielo avesse preso un po' dei suoi problemi caricandoseli in spalla, cercando di alleggerirgli il cuore. -Sento ancora il terrore e il panico che ho provato quando mi avevano detto che il piccolo era con Astoria. Davanti ai miei occhi rivedo continuamente la scena dei suoi polsi tagliati e il bagno pieno di sangue con Scorpius. Rivedo Astoria e la sua depressione e mi dico che forse avrei dovuto fare qualcosa, ma non ho fatto nulla. Poi ci sono tutti quei pettegolezzi che, giorno dopo giorno, si sono conficcati come schegge dentro la mia corazza arrivando piano piano a quella parte indifesa che ho ben nascosta dentro di me. Il problema è che anche io sono fragile a volte, ma questo nessuno se lo aspetta da un Malfoy. Ho dovuto fare enormi sacrifici per poter proteggere Scorpius dai curiosi, ora mi sento così distrutto che non so proprio come farò a superare tutto questo.- fece una pausa nel quale puntò i suoi occhi argentei su Hermione, erano brillanti di lacrime trattenute, ad Hermione si strinse il cuore -Quando sei venuta qui e mi hai fatto quella domanda pensavo... pensavo che ti avessero messa al corrente io credevo...- la voce gli morì in gola mentre ritornava a fissare il vuoto davanti a sé.
-Non sapevo nulla; e anche se fosse non mi sarebbe importato-.
Draco si girò a guardarla con occhi spalancati dalla sorpresa. Era rimasto solo così allungo che non si era accorto che qualcuno volesse stargli accanto.
-Oggi è l'anniversario della morte di Ron- mormorò lei -Come vedi abbiamo entrambi delle ferite che non se ne andranno mai, per me è Ron, per te è Astoria; ma possiamo superarle, se tu lo vuoi- si fermò un attimo e prendendo coraggio fissò intensamente Draco negli occhi -Magari insieme a me?-.

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