#15 Un vigliacco spaccato.

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Dio! Il dolore è talmente intenso che vorrei gridare, ma evito perché non farebbe altro che peggiorare le cose.
Il salone del Malfoy Manor è maestoso e lussuoso come ricordavo dalle vacanze di natale, ma il pavimento è macchiato di rosso e il lancinante dolore al braccio mi fa capire che mi sono spaccato durante la smaterializzazione; ma il sollievo per essere finito tra le mura di casa mia supera di gran lunga il male. Sento caldo e freddo insieme e sento la densità di qualcosa che mi cola dalla spalla. L'odore ferroso che sento non lascia adito a dubbi. Ho il respiro talmente lento che fatico a percepirlo e mi sento troppo debole per poter fare qualsiasi cosa.
Provo a contorcermi sul pavimento cercando di mettermi in piedi ma soffoco malamente un gemito di dolore e ricado supino, fino a che non sento un'esclamazione sorpresa.
Il visino di uno dei nostri elfi domestici si materializza sopra di me e sembra stravolto dalla preoccupazione.
-Padroncino Scorpius!- esclama Krug con delle profonde rughe che gli solcano la fronte.
Il dolore si è fatto ancora più insistente e demolente, mi manda scariche elettriche per tutto il corpo e la testa inizia a girarmi. Una fitta peggiore delle altre mi fa gemere e portare la mano sulla spalla malandata. La stanza inizia ad avere i contorni sfuocati così come il viso di Krug chino su di me.
-Mamma- mormoro con un filo di voce -Krug... mia madre- sospiro piano perché anche solo parlare mi sta uccidendo.
Sento un dolore bruciante in tutto il corpo e ho come l'impressione che a breve mi lascerò andare all'incoscienza che sento avanzare inesorabile.
La stanza gira o è la mia testa?.
Sento la voce di Astoria in sottofondo che continua a ripetere che sono suo. Sento l'odore di quella distesa di erba rinsecchita e la muffa di quella baracca. Il gelo penetrante che mi ha trapassato le ossa e le mani di Astoria poggiate sul mio viso.
-Padroncino! Krug è qui, cosa deve fare?- chiese l'elfo con una voce acuta che mi fa scoppiare la testa.
-Chiama... chiama mia madre- mormoro prima di sentire le palpebre troppo pesanti per poterle contrastare.
-Sì signore. Krug va subito!- esclama l'elfo concitato, ma io non sento più nulla se non dolore, se non le mani di Astoria su di me. Le sue parole raggelanti e il terrore che possa fare qualcosa di male alla mia famiglia, ma soprattutto a Rose.
Può prendermi tutto e indurmi qualsiasi tipo di visione e farmi diventare pazzo trascinandomi con lei nell'abisso, ma non le avrei mai permesso di prendere Rose.
-Scorpius oddio!-.
Sento una voce famigliare raggiungermi, ma ormai sono lontano, sono così stanco e gli occhi sono chiusi. Mi lascio prendere da qualsiasi cosa stia arrivando e vedo Astoria infondo a tutta quella oscurità che mi aspetta. Grido, ma non mi esce la voce e il dolore alla spalla è ancora più lancinante adesso. Sbatto le palpebre e vedo visi confusi e sento voci che si accavallano le une sulle altre e non capisco dove sono, ma so che non è più il salone.
Sollevo leggermente le palpebre solo per vedere una matassa di capelli ricci china su di me e penso sia mia madre, ma prima che io possa parlarci piombo di nuovo nell'oscurità dove non vedo e non sento nulla.
Il dolore continua a pulsare e nel buio rivedo quella dannata baracca e Astoria sulla soglia che mi aspetta, che tende le braccia verso di me e io che voglio solo scappare e non vederla mai più.
Forse mi sto dimenando perché sento delle braccia tenermi fermo.
-Scorpius tesoro. Sei al sicuro, tranquillo-.
Conosco questa voce, è il dolce timbro di mia madre, quella che mi ha cresciuto e mi ha curato tutte le ferite e che c'era quando stavo male per qualsiasi cosa. L'unica madre che io conosco e che voglio al mio fianco.
Vorrei risponderle, ma non riesco. Vorrei dirle che sto bene, vorrei raccontarle cosa è successo e dirle che quella donna non mi ha fatto nulla. Vorrei dirle che sono in pericolo, che Rose è in pericolo, che Astoria vuole entrambi. Ma l'unica cosa che riesco a fare è ripiombare nel mio vuoto e nei miei incubi.

***

Mi sento così stanco che a fatica riesco a sollevare le palpebre. Le sbatto piano per abituarmi alla semioscurità della stanza e sento la gola secca. Ho bisogno di bere assolutamente qualcosa. Tossisco piano, mentre mi sollevo e gemo di dolore quando sento una fitta trapassarmi la spalla destra. Arriccio il naso in una smorfia di dolore e mi sistemo il più dritto possibile cercando di rimanere fermo immobile.
La testa mi pulsa terribilmente, ma riconosco dove sono alla seconda occhiata. La mia camera illuminata solo dalla lucina posta sulla scrivania.
-Scorpie?- chiede una voce sottile e leggermente assonata.
Sgrano gli occhi girandomi troppo velocemente verso la fonte della voce e subito me ne pento.
La fitta che mi spacca la spalla e la testa mi fa quasi gridare di dolore.
-Non fare movimenti bruschi- mi riprende la stessa voce e sento una mano piccola premermi sulla spalla buona per sistemarmi di nuovo con la schiena appoggiata contro la testiera.
Sbatto di nuovo le palpebre quando la figura minuta di qualcuno appare sotto il getto della lampadina e rimango ancora più sbalordito per aver riconosciuto davvero la persona che ora mi guarda dall'alto con un cipiglio che sembra addirittura preoccupato. Se non avesse speso gli ultimi tempi a rendermi perfettamente chiaro di non volermi bene, sarei quasi tentato di credere che sia in pena per me.
Rose si siede sul bordo del letto e mi fissa con i suoi granitici occhi blu; il volto aggrottato in una smorfia indefinita.
-Cosa...- mi schiarisco la voce arrochita e Rose pare capire immediatamente che ho bisogno di un goccio d'acqua perché me lo porge subito. L'afferro grato e ne ingollo un abbondante sorso che sento dare sollievo alla mia gola -Cosa ci fai qui?- chiedo piano posando il bicchiere ormai vuoto sul comodino.
Rose mi guarda alzando il mento fiera, gli occhi sono due perle brillanti, ma c'è qualcosa al loro interno... qualcosa che non mi convince.
-Ho dato il cambio a papà. È rimasto al tuo fianco fino a mezz'ora fa- mi spiega solo senza rispondere alla mia domanda.
Tipico di lei, piuttosto che ammettere qualcosa troverebbe mille altre scuse inutili.
-Rosalyn- la riprendo secco, la testa mi fa un male cane  come se le tempie avessero deciso di premere e allargarsi continuamente contro il mio cranio.
-Cosa vuoi sentirti dire Scirpius?- sbotta lei all'improvviso agitandosi sulla sedia.
-La verità. Sono stanco di essere preso in giro- rispondo aspramente abbandonando la testa contro il cuscino. Che dolore infernale a tutto il corpo, per non parlare delle fitte atroci alla spalla.
Lei stringe gli occhi in una linea sottile, per poi guardarmi con la migliore espressione di nostra madre quando è davvero incazzata. Oh, non credo di avere la forza per sopportare anche questo.
-Prima dimmi perché sei apparso nel salone di casa spaccato!- sbotta sorprendendomi. Il tono di voce incrinato, la guardo e sembra pronta a collassare. Non avevo mai visto Rose così fragile in vita mia -Quando mamma mi ha chiamato... mi ha detto che eri quasi morto Scorpius! Che diavolo succede?!-.
Mi mordo il labbro a disagio voltando il capo dalla parte opposta. Non so se dirglielo, non so se raccontarle tutto visto gli ultimi avvenimenti. Non so se le possa importare qualcosa, nonostante sembri veramente scioccata. Rose è brava a mentire.
Sento posarsi sulla mia guancia livida la sua mano che fa una leggera pressione perché giri la testa verso di lei. Quando lo faccio mi accorgo di quanto è vicina al mio viso. La sua piccola mano è ancora posata su di me e io sento lo stomaco ribaltarsi fastidiosamente.
-Ti prego- mormora piano -Dimmi cosa succede- mi accarezza la guancia e io chiudo gli occhi godendomi quelle poche briciole che mi sta donando. Mi fa stare così bene che mi sembra che tutto il dolore sia svanito in un attimo.
-Sono diventato pazzo- mormoro piano con voce debole, mentre i ricordi di Astoria, delle immagini che mi ha messo nel cervello, dei sentimenti che mi ha fatto rivivere e tutto quello che ho passato in questi mesi mi tormentano la testa di continuo.
Il mio lasciarmi andare alle sue braccia, il terrore che ho provato dentro quella baracca mentre pensavo di non riuscire a scappare. La paura che volesse rapire Rose.
So che è solo l'inizio, che probabilmente sono riuscito a scappare perché lei me lo ha permesso. So che tornerà, pronta a riprendersi ciò che crede suo. Non posso più nascondere quello che sta accadendo. Non posso proteggere le persone che amo, non da solo.
-Tu non sei pazzo Scorpie- mi riprende Rose dolcemente accarezzando delicata un ematoma che sento di avere sullo zigomo.
Mi mordo forte il labbro scuotendo appena la testa, il movimento mi procura una fitta di dolore ma non importa.
-Lo sono. Lei mi sta facendo diventare pazzo- mormoro con voce roca e il terrore sempre più presente e soffocante.
-Lei?- chiede Rose visibilmente confusa.
Deglutisco a vuoto, perché ripensarci, ripensare a come Astoria abbia influenza su di me e sappia farmi provare del vero odio verso la mia famiglia mi spaventa da morire. Forse dovrei andarmene, forse dovrei allontanarmi da loro per evitare di fare cose di cui potrei pentirmi.
-Astoria- gracchio a fatica, perché la gola mi si serra come se si stesse gonfiando, impedendomi di parlare.
-Tua madre- mormora Rose impercettibilmente ed io non mi meraviglio nemmeno più che sappia anche questo.
-Non so come, ma è riuscita a portarmi via da Hogwarts- sussurro intimorito che il solo raccontare queste cose possa far tornare reale l'incubo che avevo appena vissuto -Mi vuole con sé. Non mi lascerà in pace e siete in pericolo- Dio, ci sono talmente tante cose che devo raccontare, che non so nemmeno da dove iniziare.
-Scorpie aspetta, non capisco- mi ferma lei strofinando piano il pollice sulla mia guancia -Spiegati meglio-.
Deglutisco senza sapere come iniziare, dovrei dirle quanto il suo abbandono ha influito su di me? Dovrei dirle quanto l'essere solo mi abbia portato alla disperazione e forse quella disperazione è stata la porta di accesso per Astoria e i suoi giochetti mentali. Dovrei far capire quanto mi sento perso? Consapevole che probabilmente dopo oggi lei tornerà ad ignorarmi, a non volermi bene.
Faccio per aprire bocca e spiegargli che qualcosa non va in me, ma l'angolo buio della stanza cattura la mia attenzione. C'è qualcuno lì nell'ombra che ci guarda, ne sono sicuro. È quasi solo una sagoma, ma c'è o è il riflesso di qualcuno. Ma la fastidiosa sensazione di essere osservati non mi abbandona.
-Non siamo soli- mormoro piano a Rose e la vedo allargare impercettibilmente gli occhi.
Mi alzo a fatica stringendo i denti in una morsa di acciaio per non urlare dal dolore.
È uno sforzo immane mettermi dritto e uscire dal letto, ma lo faccio avanzando un tremolante passo in avanti per schermare Rose da chiunque sia dentro la stanza.
Guardo meglio, e quell'ombra pare essere ancora lì immobile, sento Rose dietro di me trattenere il fiato. La vede anche lei ne sono certo e non è una buona cosa. Ho come la sensazione che non dovrebbe vederla, che non dovrebbe esserne capace.
Faccio un cauto passo indietro premendo una mano sul fianco di Rose per esortarla a seguirmi. L'ombra tremula appena e io mi immobilizzo di nuovo.
Nella stanza immersa nel silenzio si sentono solo i nostri respiri rarefatti e la paura che inizia a volteggiare intorno a noi.
Respiro piano e aguzzo la vista cercando di vedere oltre il buio ma non vedo niente eppure sembra famigliare. Terribilmente famigliare.
-Scorpius che facciamo?- mormora Rose alle mie spalle e io non so cosa risponderle. Non so come dirle che probabilmente non c'è nulla da fare.
L'ombra si protende in avanti all'improvviso e sento il polso destro bruciare dove mi ha artigliato. Vorrei gridare, ma l'unica cosa che riesco a fare è voltarmi verso Rose con gli occhi spalancati dall'urgenza.
-Vai via da qui!- urlo mentre sento l'ombra risalirmi lungo il braccio tirandomi verso il buio. Rose mi afferra l'altra mano in un maldestro tentativo di tenermi con sé. Qualsiasi cosa sia quest'ombra ora vortica e sembra quasi una specie di portale. Aria gelida viene fuori e sento ancora le spire di quell'oscurità attorcigliate al mio polso. Il dolore è quasi insopportabile e gli occhi mi si annebbiano di lacrime dallo sforzo.
Rose mi tiene con tutte le sue forze. Lo vedo dalla sua fronte corrucciata e dall'espressione terrorizzata dei suoi occhi.
-Corri Rox! Lasciami andare!- urlo sopra il frastuono del vento che si è alzato nella stanza. Dio la spalla sta gridando in protesta ed è proprio il braccio che l'ombra sta risalendo sempre di più. Sento la presa di Rose venire meno ogni secondo che passa.
-Tieni duro!- urla lei di rimando. I capelli rossi che volano da tutte le parti e la mascella che si serra per lo sforzo di tenermi con sé.
Volto lo sguardo solo per vedere che da quel portale sbucano due braccia e delle mani magre e nodose che cercano di afferrarmi.
-Dannata stronza!- sento Rose inveire e capisco che la vede anche lei. Astoria mi ha seguito e sta cercando di portarmi di nuovo via con sé. Stringo i denti e vedo le stelle quando do uno strattone al braccio a cui l'ombra si è artigliata e che ora si è trasformata nella mano di Astoria saldamente ancorata intorno al mio polso.
-Sei mio Scorpius- sento la sua voce altalenante e mi terrorizza. Poi vedo sbucare il suo viso pallido e sciupato, metà del suo busto esce dal portale.
-Rose scappa ti prego!- la supplico, mentre sento la presa delle sue mani allentarsi sempre di più.
-Io non posso- mi guarda negli occhi e per una frazione di secondo mi incateno in quel blu, antidoto dei miei incubi peggiori.
Socchiudo le labbra sorpreso, ma Astoria mi artiglia il petto dandomi uno strattone e facendomi sentire le stelle. Il dolore che si propaga dal braccio mi investe come un'ondata demolente e mi fa vedere nero per cinque secondi. Una scarica mi scuote il corpo e digrigno i denti per non urlare.
Non voglio andare con lei. Non voglio seguirla.
-Sono venuta a prenderti Scorpius- mi sussurra Astoria all'orecchio facendomi rabbrividire e sono certo che l'abbia sentita anche Rose. Mi volto verso di lei con uno sguardo disperato e cerco di memorizzarne i lineamenti. Di bearmi di quei pochi contatti che mi ha donato. I suoi occhi blu puntati su di me, i suoi capelli rossi come il fuoco che le svolazzano intorno al viso dai lineamenti granitici.
Fredda Rose.
Forte Rose.
Ha quasi perso del tutto la presa su di me e io mi rassegno al mio rapimento. Mi rassegno ad essere sequestrato da una donna pazza che cerca di essere mia madre. La paura quasi mi paralizza, mentre guardo Rose e ci sono così tante cose che vorrei dirle, che vorrei fare. Ma mi limito a guardarla perché non ho altro. Astoria è troppo forte e sento che sto per cedere.
-Ti voglio bene Rox. Mi hai capito?- le grido per superare il frastuono del vento che è ancora più forte e che ci trascina verso quel portale. Verso Astoria che ride in modo altalenante. -Devi lasciarmi andare. Devi farlo- gli dico disperato, sperando che lasci la mia mano. Io sarò anche perduto, ma almeno lei sarebbe salva.
Lei mi guarda scuotendo la testa e forse vedo paura aleggiarle nelle iridi per una frazione di secondo, prima che una scintilla le oscuri quel blu che conosco bene. Sembra quasi una fiamma, una vampa di furia cieca.
-Io non ti lascio!- il suo urlo è talmente potente da sovrastare il frastuono del vento e del portale. La presa sulla mia mano si rafforza in modo straordinario. E vedo che dove si intrecciano le nostre dita qualcosa brilla. Respiro a fatica, ma mi rendo conto che il dolore alla spalla quasi non lo sento più per colpa dell'adrenalina. Scalcio cercando di liberarmi, ma Astoria ha una presa di ferro e mi conficca le dita nella carne.
Rimango completamente stupito dalla forza delle sue parole e da come quella luce si faccia più esplosiva. Rose sembra concentrata sulle nostre mani intrecciate dove la luce si fa sempre più intensa. La vedo alzare il volto ed incastrare gli occhi nei miei e per un secondo li vedo brillare di oro fuso, di luce accecante e socchiudo la bocca nel rendermi conto che sento nel mio corpo un calore devastante che mi sta risalendo le gambe e poi il busto. Mi avvolge e mi stordisce per poi prendermi il petto e il collo infine le braccia. Urlo chiudendo gli occhi perché è incandescente e mi brucia, ma mi salva. Mi trattiene.
-Resta con me Scorpie!- grida Rose sopra tutto il frastuono e Merlino sì. Voglio rimanere con te Rose per tutta la mia vita.
Riapro gli occhi appena in tempo per vedere la mia pelle brillare e bruciare le mani di Astoria che stanno cercando ancora di trattenermi.
La sento lasciarmi di scatto in un grido acuto, prima che Rose riesca a tirarmi verso di lei e sprigionare quella stessa luce, che ci aveva avvolti un attimo prima, contro il portale che si sgretola sotto i nostri occhi in mille granelli di polvere.


***
Bene miei Nargilli, ecco un nuovo capitolo (finalmente), e nulla spero vi piaccia.
Non ne mancano molti, 7 al massimo. Al prossimo capitolo

Bisoux😘

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