#3 L'incubo della vita reale.

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Sono appena arrivato per passare le vacanze natalizie con i miei, lascio il mio baule nell'atrio e seguo l'elfo domestico che è venuto ad accogliermi. Rose invece è rimasta a scuola, siamo già al sesto anno e lei ha detto di voler passare più tempo che può con le sue amiche. Io però credo volesse evitarmi. Mi scrollo subito di dosso questo pensiero ed entro nel salone da pranzo del Manor dove mamma e papà mi stanno aspettando.
Draco Malfoy ed Hermione Granger sono seduti a tavola e mi rivolgono un enorme sorriso, io ricambio andando subito ad abbracciare mia madre.
-Ciao tesoro come stai?- mi chiede lei stringendomi a sé. Penso che non mi stancherò mai di essere abbracciato da lei, chiessene frega di cosa pensano gli altri.
-Sto... bene mamma- le rispondo poco convinto per poi prendere posto a tavola. Mia madre mostra subito il suo famoso cipiglio ed io mi sento piccolo piccolo di fronte a lei; mio padre invece si limita a guardarci nascondendo un sorriso.
Il fatto è che a undici anni Rose mi aveva promesso di diventare la mia luce contro gli incubi e lo è stata.. sempre; ora però mi sento un po' perso senza di lei. È stata la mia valvola di sfogo per tutti questi anni e ora che ne ho più bisogno lei non c'è e i miei se ne sono accorti.
- Scorpius vorrei mi dicessi la verità- mi rimprovera la mamma sempre con il suo cipiglio in viso. Mi mordicchio leggermente il labbro indeciso se raccontarle o meno di tutti i miei incubi.
-Sto bene- ripeto come un idiota -Davvero- provo a convincerla con il mio miglior tono rassicurante. Ma la mamma non pare per niente rassicurata.
- Scorpius Hyperion Malfoy. Voglio la verità. Credi di potermi fregare dopo che ho passato quasi sedici anni insieme a tuo padre?!- mi chiede tutto d'un fiato e io inizio ad avere paura di lei.
-Hey io che centro?!- chiede mio padre appunto, con le mani alzate in segno di resa.
Mamma lo fulmina con lo sguardo -Tu centri sempre. Ora taci Malfoy- lo zittisce in un attimo e mio papà si ammutolicsce come un pesce borbottando un "Donne" con aria rassegnata.
-Allora?- mi chiede di nuovo girandosi verso di me.
Deglutisco in cerca delle parole giuste da dire; come si può spiegare una cosa del genere ai propri genitori?
-Ecco... non dormo molto...- inizio abbassando lo sguardo per poi rialzarlo subito sulla mamma.
-E..?- mi esorta lei.
-E... faccio anche degli incubi strani.- concludo, mentre mi trastullo le dita in cerca di altro che non sia questa conversazione.
-Quando sono iniziati?- mi chiede mio padre, ha smesso di sorridere e sembra apparentemente molto tranquillo, ma io lo conosco bene e la sua immobilità non è mai un buon segno.
-Non mi ricordo esattamente, credo... credo di averli sempre avuti- gli rispondo esitante.
- Scorpius tesoro, per favore raccontaci tutto- mi incita mia madre con voce preoccupata. Ho tanta voglia di dirglielo, non ce la faccio più a gestire tutto questo da solo e da quando Rose non c'è, sono quasi andato in pezzi.
-Ecco, faccio degli incubi strani in cui sogno una donna dai lunghi capelli neri e gli occhi verdi slavati, ma spalancati come se fosse pazza e mi fa paura. Nel sogno... Ecco...- mi fermo un attimo cogliendo un'occhiata allarmata che si scambiano i miei genitori - io so che lei è mia madre, ma non la voglio vicino e non voglio stare con lei- continuo mentre vedo gli occhi della mamma abbassarsi sulle sue dita intrecciate.
-Non so chi lei sia!- mi affretto ad aggiungere - ma mi fa paura e tu mamma nei miei incubi sei la mia nuova mamma e non capisco perché- continuo mentre già sento la confusione frullarmi in testa.
-Cosa succede negli incubi?- mi chiede la mamma con un tono piatto, ma da come stringe le dita vedo quanto sia preoccupata.
Deglutisco, rievocarli mi fa sentire il sapore delle lacrime in bocca e il terrore che mi serra lo stomaco -In alcuni quella donna ti fa del male, mi punta la bacchetta addosso oppure la vedo distesa in una vasca mentre fa un bagno... - deglutisco di nuovo il sapore amaro che mi ha invaso la bocca e mi trattengo dal dire che l'acqua è mischiata dal sangue. Sono brutti ricordi. -negli incubi mi sento sempre molto piccolo-.
Il silenzio che si crea in sala sembra quasi surreale, mia madre mi sta guardando immobile come una statua di sale, mentre mio padre le ha preso una mano e si passa ripetutamente l'altra sulla fronte come se avesse un gran mal di testa.
Io non capisco perché li turbino così tanto questi incubi, tanto poi mi sveglio e svaniscono.
-Perché non ci hai mai detto nulla Scorpius?- mi chiede mio padre alzando il viso sul mio, sembra si stia sforzando di non urlare.
-Perché sono solo incubi. Pensavo mi sarebbero passati- sembro perfino convinto mentre lo dico.
-Dobbiamo dirglielo Draco- mormora la mamma rassegnata e mio padre annuisce.
Dirmi cosa?.
-Tesoro dobbiamo dirti una cosa- inizia mio padre titubante; ed io comincio a preoccuparmi davvero sembra agitato e di solito papà non lo è mai.
-Cosa... Cosa dovete dirmi?- chiedo in un sussurro.
-I tuoi incubi... Non sono solo incubi- mi dice la mamma prendendomi una mano fra le sue -Sono ricordi-.
Spalanco la bocca stupito, penso che il mio cuore si sia fermato e non abbia alcuna intenzione di ripartire. Stringo la mano libera fino a conficcarmi le unghie nei palmi. Il tempo mi sembra immobile al secondo in cui mia madre mi ha rivelato che i miei non sono solo incubi, ma ricordi. Non è possibile, come possono essere ricordi?.
-C...come?- balbetto sconcertato mentre passo gli occhi da mio padre a mia madre a ripetizione.
-Ecco Scorpius, Hermione non è... non è la tua... madre biologica- mio padre sembra essersi tolto a fatica le parole di bocca; mentre io scatto in piedi ribaltando la sedia.
-Cosa vuol dire?!- chiedo quasi urlando, non posso crederci, non è possibile -se lei non è mia madre chi sarebbe?!- chiedo esasperato.
-Tesoro siediti, ti diremo tutto quello che devi sapere- mi invita la donna che ho creduto mia madre fino a questo momento.
-No!- inveisco, sono furioso, sconcertato, deluso e spaventato. Mi sento perso e non ho nessuna luce ad indicarmi la via. Ora più che mai sento la mancanza di Rose, stringo il braccialetto che mi ha regalato quando avevamo undici anni come se potesse darmi la forza che a me manca. Il mio cuore batte lento nel petto e mi sento come se stessi per sgretolarmi. Tutta la mia vita, le mie sicurezze basate su una bugia.
-Va bene, se preferisci stai in piedi. Lo capiamo se ora sei arrabbiato, ma eri così sconvolto quando è successo tutto che abbiamo preferito non aggiungere altra carne al fuoco. Eri così piccolo...- continua Hermione guardandomi negli occhi, mio padre le tiene una mano come se solo quel contatto l'aiutasse ad andare avanti con la storia. Ma chi aiuterà me ad andare avanti?.
-Avevi solo quattro anni quando successe. Io e tuo padre ci eravamo appena reincontrati dopo tanto che non ci vedevamo. È allora che abbiamo iniziato a frequentarci. Rose aveva la tua stessa età ed è grazie a voi se io e Draco ci siamo avvicinati. Siete diventati inseparabili da subito, praticamente ci avete costretto a vederci.- Mia ma... cioè Hermione lo racconta scoccando un'occhiata a mio padre, sorridendo e ricordando un tempo di cui io però non ho memoria.
Sorrido amaro, si forse una volta io e Rose eravamo inseparabili, ma ora le cose sono cambiate e senza di lei mi sembra di sprofondare sempre di più verso il fondo, sono solo ad affrontare tutto questo.
-Quindi Rose non è... non è mia sorella?- chiedo in un mormorio.
- No...- risponde mio padre a fatica -È figlia di Hermione. Ma questo non mi impedisce di amarla come se fosse mia- aggiunge guardandomi dritto negli occhi. Sto per sentirmi male, mi metto le mani nei capelli, ma mi ricompongo subito, appena sento la mamma parlarmi di nuovo.
-Tesoro ci dispiace, all'epoca non era questo che avevamo in mente. In realtà io e tuo padre evamo deciso di procedere con calma, ma di trasferirci comunque al Manor per poter stare tutti insieme; eri molto piccolo e continuavi a chiedere una mamma, io non mi volevo anteporre alla tua madre naturale, ma tu eri talmente contento e per me era già come se tu fossi mio figlio, anche se non hai il mio stesso sangue- continua Hermione, la vedo stringere un po' di più la presa sulla mano di mio padre e guardarmi con occhi lucidi. Reprimo le lacrime, che io mi ricordi è sempre stata lei a cantarmi la ninna nanna la sera prima di addormentarmi, a cullarmi quando non riuscivo a prendere sonno; a prepararmi il pranzo per la scuola, a curarmi le ferite quando mi facevo male giocando con gli altri bambini; sento ancora le sue mani tra i miei capelli, quando me li accarezzava per tranquilizzarmi mentre piangevo o che mi abbracciava orgogliosa quando riuscivo in qualcosa a cui tenevo. Quella donna è stata ed è l'unica madre che io abbia mai avuto.
-Tu e Rose stavate dormendo nella vostra cameretta, io ero lì a leggere, quando dal piano di sotto è arrivato un gran frastuono. Sono corsa subito a vedere e nell'atrio ho trovato...-Mamma fa una pausa in cui deglutisce e scambia un'occhiata con papà. Mi sembra di non essere io il soggetto della storia, come fosse quella di qualcun altro. È troppo surreale per essere la mia. Sono ancora in piedi, non riesco a muovere un passo per sedermi, non riesco a proferire parola. Riesco solo a fissare i miei genitori senza sapere più chi sono.
-Nell'atrio ho trovato una battaglia in atto. Gli elfi stavano cercando di tenere fuori una donna, era Astoria Grengrass...- Hermione fa un'altra pausa, sembra fare un enorme sforzo per poter parlare. Negli occhi posso vederle aleggiare la paura. Vorrei consolarla, dirle che lei è mia madre e che questa cosa non cambierà mai, ma come posso consolare qualcuno se io per primo sto per spezzarmi?.
-Tua madre...- Interviene mio padre con voce neutra, mentre Hermione riprende fiato -Lei non faceva più parte delle nostre vite per un motivo Scorpius, vuoi davvero sapere il perché?- mi chiede cupo.
Voglio saperlo? No. Si. Non lo so, non so più nulla. Il cuore rimbomba nel petto scandendo ogni mio battito, ormai cosa ho da perdere?.
-Voglio sapere tutto- rispondo in un mormorio e mio padre annuisce grave.
-Tua madre...- inizia per poi sospirare rassegnato -si è ammalata di depressione durante la gravidanza e ne ha sofferto ancora di più dopo il parto. Non passava mai del tempo con te, non riusciva nemmeno a starti vicino.- papà si ferma di nuovo, vedo la sua mano libera passare tra i capelli argentati e poi chiudersi in un pugno stretto, riesco solo ad immaginare quanto sia difficile raccontarmi una cosa del genere. -Un giorno sono tornato dal lavoro e non vi trovavo da nessuna parte, un elfo mi aveva avvisato che Astoria era andata a farsi un bagno e tu eri con lei.- papà fa una pausa guardandomi dritto negli occhi così simili ai miei, la mamma gli mette una mano sulla spalla per fargli forza. Io sento che quello che sta per dirmi farà crollare il primo pezzo della mia fragile anima.
-Sono subito corso nel bagno padronale e quando sono entrato la scena che mi si è presentata davanti... Non so se sia il caso di dirtelo...-.
-Papà voglio sapere. Avete detto che mi avreste raccontato tutto-. Non so perché mi sto impuntando, non so nemmeno se riuscirò a reggere quello che mi sta per dire.
Mio padre mi fissa, poi sospira e si passa di nuovo una mano nei capelli argentei, Dio siamo davvero simili.
-In quel bagno c'era tua madre immersa in una vasca piena d'acqua e tu... tu giocavi sul pavimento. Lei...- papà esita un attimo guardandomi con occhi tristi. -Lei si era... tagliata i polsi, l'acqua era piena di... di sangue e tu ci stavi giocando in mezzo Scorpius.- conclude in tono grave e io sento le mie ginocchia cedere. Mi appoggio pesantemente allo schienale della sedia che qualcuno ha rimesso in piedi, mentre fisso intensamente le mie mani che stringono il legno. Serro la mascella mentre il cuore batte impazzito e mi rimbomba nelle orecchie. Faccio respiri lunghi, sento l'aria entrarmi lentamente nei polmoni per poi uscire nuovamente. Le parole di mio padre che mi frullano di continuo in testa.
-L'ho...- deglutisco mentre cerco la mia capacità di parlare, anche se faccio un'enorme fatica a comporre l'intera frase -l'ho sognato... innumerevoli volte- mormoro sotto shock, mentre scosto la sedia e mi ci lascio cadere pesantemente.
-Tesoro mio, perché non ce lo hai mai detto?- mi chiede mia madre con aria preoccupata, Mi prende una mano fra le sue e me l'accarezza. Un piccolo calore mi pervade.
-Perché voi non mi avete mai detto la verità. Vi prego continuate- dico sforzandomi di non piangere o di non crollare.
-Dopo quello che era successo i tuoi nonni materni hanno deciso di portarla via senza darmi più alcuna notizia. Per il suo bene e per il tuo-.
-I Signori Grengrass...- mormoro ricordandomi le volte in cui li andavamo a trovare.
-Si, loro sono i tuoi nonni. Hanno accettato le nostre condizioni per poterti vedere. All'inizio non erano felici né di Hermione, né di Rose, ma con il tempo hanno imparato ad amarle-. Ricambio lo sguardo di mio padre trovandolo adombrato, non oso immaginare come sia stato per lui affrontare tutto questo.
-Hanno accettato le nostre condizioni, perché Astoria si era ripresentata al Manor e ci ha attaccato. Ha iniziato uccidendo parte degli elfi domestici che avevamo. Sono arrivata giusto in tempo per mettere in salvo gli altri. L'ho affrontata, lei era completamente persa nel suo delirio, è stato in quel momento che sei arrivato nell'atrio. Ti sei svegliato per colpa del frastuono e sei venuto a controllare. Quando sei arrivato mi hai chiamato mamma, è stata la prima volta che mi chiamavi così.- Hermione fa un leggero sorriso all'ultima affermazione - Astoria è impazzita quando ti ha sentito, ha iniziato a delirare ancora di più e ti ha... ti ha puntato contro la bacchetta.- la mamma abbassa gli occhi fissando il tavolo deglutendo, sembra fare un enorme sforzo per raccontarmi quella parte di storia; vorrei abbracciarla e dirle che va tutto bene. Ma ho come l'impressione che andrà sempre peggio.
-Sento ancora il terrore che ho provato quando l'ho vista minacciarti, non riuscivo a pensare ad altro che a portarti via da lei. Ero disarmata, ma per fortuna un rumore la distrasse e così... l'ho colpita più forte che ho potuto e poi ti ho portato via da lì. Sono corsa nella nostra biblioteca, dove c'è il nostro nascondiglio. Ti ho nascosto lì e poi lei è arrivata nella stanza. Mi ha attaccata, ma per me l'importante era che tu fossi al sicuro tesoro mio. Non avrei fatto altrimenti.- mi finisce di raccontare mentre una lacrima le scende dagli occhi.
-Io sono corso al Manor appena sono stato avvisato. Sono entrato nella stanza ed ho reso innocua Astoria. Hermione era distesa a terra e tu sei uscito dal nascondiglio correndo verso di lei e chiamando la mamma disperato.- papà fa una pausa per poi guardarmi negli occhi -Piangevi così tanto, non sapevo cosa fare. Poi c'è stato il mese di coma, in cui Hermione non si risvegliava e tu e Rose continuavate a chiedere di vostra madre... Tu eri così sconvolto Scorpius che ho dovuto rivolgermi ad uno psicologo infantile e dopo qualche seduta, lui mi ha riferito che avevi rimosso completamente dalla tua memoria qualsiasi traccia che parlasse di Astoria; compreso quello che hai visto il giorno in cui ha fatto irruzione al Manor. Io ed Hermione abbiamo pensato... di lasciarti credere che non fosse mai accaduto. Così abbiamo messo a tacere ogni giornalista e testata, ci siamo inventati una storia abbastanza credibile e l'abbiamo fatta passare per vera. Da quel momento tu e Rose siete diventati ufficialmente i figli di entrambi. Così almeno avreste potuto passare un'infanzia serena, senza avere ricordi di questi traumi.-
-Invece io ricordo... nei miei incubi, ho rivisto scena dopo scena- mormoro sconvolto, mi strofino gli occhi passandomi le mani nei capelli per poi alzarmi di nuovo e voltare le spalle ai due adulti seduti al tavolo. Sento pezzo dopo pezzo la mia anima sgretolarsi come cristallo. Tutte le immagini dei miei incubi e le parole dei miei genitori che mi rimbombano in testa e sono solo. La prima lacrima mi scende salata sulla guancia, dolorosa e affilata come un coltello. Guardo il vuoto davanti a me per secondi interminabili, poi non riesco più a trattenermi. Scoppio in lacrime lasciandomi cadere in ginocchio sul pavimento. Sento rumori di sedie che si spostano e i passi concitati dei miei genitori che si avvicinano. Mi metto le mani sugli occhi, mentre piango per la madre biologica che non ho mai conosciuto e che mi ha rifiutato e piango per la mia vera madre, quella che si è sempre presa cura di me, che si è portata sopra le spalle questo fardello per anni ed ha rischiato la vita per me; piango per tutto quello che mio padre ha dovuto affrontare da solo e per i sacrifici che hanno dovuto fare solo per me.
Per colpa mia.
Piango perché in questo momento non ho la forza per fare altro e perché sono distrutto. Mi sono sgretolato in polvere che vola via trascinata dal vento. Sento un braccio posarsi sulle mie spalle e tolgo le mani da davanti agli occhi senza curarmi di tutte le lacrime che mi bagnano le guance. Le mie spalle tremano e cerco di reprimere un singhiozzo ma non ci riesco. Giro la testa ed incontro gli occhi ambrati di Hermione, sono lucidi.
-Rose lo sa?- chiedo tra un singhiozzo e un'altro.
-Sa che non siete fratelli, nulla di più. Non ho voluto caricarla di questo peso e non avremmo voluto far affrontare tutto questo a te- mi risponde la donna attirandomi a sé e stringrndomi in un abbraccio pieno delll'amore che una madre può avere solo per il proprio figlio. È inginocchiata di fianco me e vedo mio padre che la imita, così da ritrovarci tutti e tre sul pavimento.
-Ci dispiace Scorpius- dice mio padre con voce rotta.
-Capiremo se sarai arrabiato con noi. Capirò se farai fatica a vedermi come tua madre d'ora in poi, ma noi siamo disposti ad apettare tutto il tempo che ti serve tesoro.- la voce di Hermione è appena un sussurro strozzato.
-Non ho bisogno di tempo- dico guardandoli negli occhi, senza smettere di piangere -Voi siete i miei genitori.- dico con tutta la convinzione di cui sono capace -Tu sei l'unica vera madre che io abbia mai avuto e questo non cambierà mai.- concludo fissando Hermione.
Mia madre perde il suo autocontrollo e lascia scorrere libere le sue lacrime mentre mi abbraccia sorridendo e mio padre fa lo stesso stringrndomi come se avessero paura di perdermi di nuovo. Io li abbraccio a mia volta cercando la mia luce, ma Rose non c'è.
Allora continuo a piangere, non più solo per quello che mi hanno raccontato, ma anche per quello che sto perdendo; Rose non è mia sorella e lei lo sa. Ora capisco perché mi evita. Stringo ancora di più i miei genitori aggrappandomici per evitare di cadere nel vuoto, mentre mi lascio cullare tra le loro braccia come se fossi ancora un bambino.

***
Nei media: Roselyn Minerva (Granger) Weasley-Malfoy.

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