16. Brividi.

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"Ti troverò prima che faccia chiaro.
Faremo l'amore in scena e la gente penserà che sia danza contemporanea."
-Vasco Brondi

Rivedere Damiano è come perdere all'improvviso il pavimento sotto i piedi.
È come in uno di quei sogni in cui stai per cadere e senti il cuore accelerare,
poi il vuoto, il buio a tratti, lo stomaco sottosopra,
il cuore bloccato in gola,
ed io non so più distinguere la realtà dall'immaginazione.
T'ho pensato così tanto che mi fa male tutto.
Mo' crollo.
Sento gli arti formicolare, le vene mandare sangue come se fossi in una maratona, un'ansia nervosa che si è attaccata al mio addome e non mi lascia respirare.
Sto perdendo l'equilibrio, il senno, la facoltà di linguaggio.
È n'overdose.
È n'iniezione di adrenalina.
Devo smetterla di guardare Pulp Fiction una volta al mese.
Un solo rumore nelle mie orecchie : il battito cardiaco.
C'ho sete.
Sbatto ripetutamente le palpebre.
Che sensazione paurosa ed unica.
Sento la bocca asciugarsi, le mani perdere sensibilità per il freddo qui fuori.
Non può essere lui.
Eccolo.
Certo che è lui, ma non può essere lui.
È lì che esce trionfante dal cancello principale del Forum, che potrebbe essere benissimo quello di Buckingham Palace dato il suo portamento regale e maestoso, nella sua enorme pelliccia bianca, ma ormai confondo tutto.
Batte il tacco sull'asfalto canticchiando Chosen con un'energia che invidio.
La band al completo, gli amici, le manager che lo seguono in corteo.
È lui, è lui.
Che forza che ha anche dopo lo show di stasera.
È mio, è mio.
Nonostante le ginocchia tremolanti e il respiro che non mi assiste, alla visione di Damiano prendo la rincorsa e mi ci aggrappo violentemente fino a sentire le lacrime bagnarmi le guance.
I denti non smettono di battere.
Damiano grida di felicità, mi tiene la schiena e il suo abbraccio è tanto forte che per un attimo ho pensato di condividere con lui le costole.
"Amore mio!" Esclama tenendomi il viso e commuovendosi.
La tua voce.
La tua voce è viva.
La tua voce è la mia linfa vitale.
Ha ancora dei residui di trucco sulle labbra e sugli occhi stanchi, ma inconfondibilmente luminosi.
Se mi permetti, sto alone di rossetto nero ti rende ancora più interessante.
Non stacco i miei occhi dai suoi finché non decide di portarmi sotto la sua stessa pelliccia e lì rimango a baciagli le spalle piangendo, avvolta dal suo stesso calore, dalla sua stessa emozione.
Chiudo nei pugni la sua maglia nera, i suoi anelli argentati percorrono i miei fianchi.
Lo sento singhiozzare e baciarmi ripetutamente la testa.
Tutti intorno a noi sono in festa, applaudono, fanno cori, saltano come i matti,
ma esistiamo solo io e lui adesso,
in uno scambio semi silenzioso di complice elettricità.
Il cuore potrebbe non reggere tutto questo.
I suoi baci mi fanno tornare a respirare normalmente, ma più lo bacio e più ne necessito.
Solo attraverso il suo respiro, respiro anche io.
Non smetto di toccargli il viso e il corpo dimagrito,
di passargli le dita sotto gli zigomi per accertarmi che sia vero,
che sia tutto vero,
che sia davvero lui,
che sia veramente qui ed ora con me.
"Peccato che non abbiamo vinto, sennò sai-"
Lo zittisco subito.
"Hai vinto tutto. Tutto. Sono fiera di te.
Sei sul tetto del mondo e manco lo sai."

Per la prima volta in vita mia ho davvero avuto paura.
Lo guardo posata all'armadio mentre si fa la doccia, in questa camera d'albergo a Milano, e mi sono resa conto di quanta paura ho avuto nel non averlo vicino.
Hai visto?
Lo vedo.
Sorrido e lui mi sorride con la lingua stretta tra i denti nel vedermi senza vestiti, ancora con le guance scottanti.
Cerca di fare ordine mentale, metabolizzare l'esperienza, ed in modo confuso mi racconta qualche episodio del loft con una nube di vapore e profumo che invade la stanza.
Lo ascolto, ma sono stordita quanto lui.
Questa prova di coraggio mi ha insegnato ad apprezzarlo ancora di più e ad essere più forte quando è via, ma io avverto un'ulteriore consapevolezza.
È una radice condivisa che non può essere estirpata,
è un filo conduttore che non può essere tagliato,
è un grado di empatia e di complicità troppo elevato.
Paradossalmente mi manca persino ora che è ad otto mattonelle da me.
Nella mia testa risuona "Smile" dei Peal Jam.
I miss you already, I miss you all day.
This is how I feel.
Damiano esce dalla doccia ed io inclino la testa per non perdermi il suo viso nemmeno quando si asciuga i capelli.
"Biondì?"Continua a mostrare i denti compiaciuto.
Mi avvicino e gli metto in ordine i capelli con la spazzola.
"Oggi volevo salire sul palco e saltarti addosso, non puoi capire che agonia è stata aspettarti fuori."
Lo accarezzo scostandogli le ciocche dalle clavicole.
"Posso capire invece, era la stessa mia che 'nme facevano 'scì subito."
Dallo specchio continuo ad osservarlo mente infila i boxer neri e mi lascia un bacio sulla fronte.
"E poi me sarebbe piaciuto balzà giù dal palco e prennerti avanti a tutti."
Esce dal bagno ed io poso le mani sul lavandino.
Arrossisco ancora come na bambina se lo fa.
"Domani a che ora partiamo?"
Chiedo raggiungendolo sul letto e sedendomici accanto.
"Tardi credo, domani abbiamo le interviste e la promozione del disco."
Si gira nella mia direzione e porta il braccio sotto la testa.
"Sei bella amore." Mi passa delicatamente l'indice sulle cosce nude per poi agguantarmi a palmo aperto.
Si avvicina ancora di più, raccogliendo nella voce quell'innocenza che gli è rimasta, tutta per me,
e mi sussurra sul collo un "bellissima" umido e caldo.
Gli bacio il braccio, si posa con la testa sul mio sterno e mi rimane lì ad analizzare il ricamo del reggiseno.
I suoi lunghi boccoli castani ancora caldi di phon si sparpagliano su di me mostrando tutti i riflessi dorati e mentre mi parla vi passo le mani attraverso.
"Te l'ho già detto che mi sei mancata da morire?"
Ha la voce roca.
Mi fa quasi solletico sentirlo deglutire sulla mia pelle.
"Sapessi quanto mi sei mancato tu."
Faccio scendere la mia mano sul suo fianco fino all'elastico del boxer.
"Tanto quanto?" Mi bacia appena sopra il pizzo del perizoma.
"Tanto da volerti tenere in ostaggio a Roma."
"Non è un sequestro se lo voglio pure io eh!"
La sua risata mi fa vibrare il ventre.
"Parti con me, quanno voi, quanno stai precisa co l'università, quanno te la senti."
Ormai mi ha incastrata fra i suoi gomiti e si sorregge il mento con i palmi.
Il suo respiro mi arriva sul seno.
"Mi organizzerò al più presto, anche perché qua c'è un tour da fare e un bel po' di foto da scattare, no?"
"Brava biondì." Mi bacia a lungo e lo sento sorridere sulle mie labbra.
"Vado a pijarmi na sigaretta."
Si alza, infila la vestaglia e socchiude la finestra per fumare e non prendere troppo freddo.
Sei diventato re.
Il prescelto.
Il mio disco d'oro.
Tutta la mia musica.
Cantami, David, cantami.
Quando finisce mi fa cenno di metterci sotto il piumone.
"Fatte abbraccià."
Mi respira sulla schiena ed io rabbrividisco al soffio.
Damiano strofina il viso tra le mie scapole e mi domanda
"Te ricordi la prima notte che avemo dormito assieme?"
"Certo che me la ricordo."
"Avevi rabbrividito allo stesso modo quando ti baciai qui." Mi tocca la spina dorsale.
"E oggi t'ho visto contenta come quanno stavamo a casa insieme."
E allora io ho un dubbio.
"È quello il giorno in cui hai iniziato a scrivere la famosa canzone che ancora devi farmi ascoltare?
Quella che mi tieni segreta da mesi ormai."
Gli domando stringendogli le mani e portandomele al petto.
"No. Quel giorno l'ho finita." Si schiarisce la voce fieramente.
1-0 per te.
"Perché allora non me la fai sentire? Hai cantato davanti a migliaia di persone stasera."
Damiano ride e mi tira più vicina a sé.
"Perché te conti di più di tutte quelle persone.
Con te ho bisogno di altre prove generali."
Gli bacio le nocche, poi le dita.
Mi sei necessario per vivere.
"E come l'hai intitolata?"
"Tu torna a casa e lo scoprirai."
"Portami a casa."

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