17. Servirà una scala.

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"Marta vi inserisco quindi?"

Una delle caratteristiche di Paride è quella di essere particolarmente insistente, ma è un suo piccolo difetto con cui ho imparato a convivere da anni.
Dietro ogni sua insistenza c'è, ovviamente, una motivazione di carattere affettivo.
Segue degli schemi ben precisi, delle tecniche oratorie che un giorno, forse, userà quando sarà seduto in Senato, ma fino ad allora farà pratica con me.
Non sarò mai capace di declinare un suo invito, perché al suo "vabbè ma perché non puoi?
Che devi fare altrimenti?" non mi darà tempo di replicare, elencando centinaia di soluzioni e motivazioni per accettare la proposta.
Sono il suo tirocinio.
Paride è fatto così, estremamente pignolo, altamente organizzato, ed io non mi azzarderei mai a scombinargli i piani.
C'è da dire che mi ha promesso un posto in Parlamento.

Il compleanno di Paride tra noi amici ha la stessa importanza della festa del Santo patrono di paese.
È un'occasione di rimpatriata in cui l'alcol è abbondate come pioggia e a Roma i tombini non funzionano.
Casa di Paride diventa così un vero e proprio lago di prosecco.
Nel nostro piccolo, nella grande capitale, si festeggia come se fosse un Natale in una famiglia  alternativa.
Tanto, il periodo è quello.

Senza staccare gli occhi dal manuale su Dante continuo a sottolineare sempre la stessa parola mentre sono in chiamata.
"Non mancheremo, cerco di capire Damiano a che ora finisce e ti avverto."
"Mi raccomando stellì, è la prima festa all'appartamento nuovo, tengo particolarmente alla vostra presenza. Ci saranno tutti..."
Tutti?
Giro pagina e poso la matita.
"Metti una bottiglia in fresco solo per me allora."
"Perfetto stellì, è la miglior conferma che potessi ricevere."
Riattacco la chiamata e sento gli inconfondibili passi di Damiano sulle assi del parquet.
Anche se è scalzo lo riconoscerei ovunque per come batte il tallone a terra a piedi nudi.
"Che devi capì?"
Mi chiede posandosi allo stipite della porta, mentre mangia il suo cornetto al miele.
Noto che ha la sigaretta già pronta dietro l'orecchio.
Incrocia le caviglie e mi rimane a guardare con un sorriso confuso in cerca di risposte.
"C'è il compleanno di Paride stasera, inaugura l'appartamento che ha finalmente preso, te lo avevo già accennato, tu come vuoi fare con i tuoi impegni?"
Damiano alza gli occhi cercando di fare un rapido calcolo mentale.
"Finisco alle sei sicuro." Deglutisce.
"Perfetto, alle nove dobbiamo essere lì."
Questo imperativo pare non essergli piaciuto, anzi, sembra addirittura che l'abbia messo in difficoltà.
Io, dall'altra parte, avverto un formicolio ai polsi.
Damiano si fa avanti e comincia a circumnavigare il mio letto lentamente a testa bassa, sta misurando le parole come misura i centimetri del pavimento.
"E senti... chi c'è a sta festa?" Sfila la sigaretta da dietro l'orecchio.
Nella testa mi rimbomba la voce di Paride.
"Tutti i miei amici e le mie amiche."
Tutti.
"Ti dovrò presentare a loro prima o poi, no?"
Tentenna, si ferma difronte ad un poster dei Beatles,
indietreggia e ribatte.
"Ma le amiche tue le conosco già."
Si morde il labbro inferiore, mostrandomi il palmo in segno di ragione.
"Se ti riferisci a quel giorno in cui eri nascosto qui in camera, insomma, non è stato il massimo."
Che poi me dovresti ridare il libro, se proprio vogliamo dirla tutta.
Ride gongolando un po', ma il miele che ha ingerito non ha addolcito una certa amarezza che gli leggo nei gesti e negli occhi.
Ha le mani tra i capelli, intento a legarseli di fronte allo specchio, lasciandosi alle spalle Paul McCartney, ma l'elastico fa giri forzati e le vene sulle mani si palesano vistosamente.
"Perché sei titubante?" Domando.
"Sono un po' nervoso." Risponde con la sigaretta stretta tra i denti.
Inarco il sopracciglio sinistro.
"Nervoso? Tu? Tu che settimana scorsa hai divorato il Forum?"
Damiano affonda sul mio letto e si sdraia accanto alle mie ginocchia.
Si è arreso, ha lasciato i lunghi boccoli liberi.
"E se faccio brutta figura?"
Ma si sta ribaltando la situazione?
Alla fine sei tu l'insicuro tra i due?
"Guarda che non siamo in sala stampa, sono le persone a cui voglio bene."
"Mh." Mugugna muovendo la sigaretta con la lingua.
Fermati, per carità, che è già una fatica normalmente.
"Fidati di me, rilassati.
Loro non vedono l'ora di conoscerti."
Gli cammino con le dita sul petto fino ad arrivargli alle labbra e sfilargli la sigaretta stretta dagli incisivi.
Damiano mi guarda e poi sospira al soffitto.
"Mi fido."
Promette baciandomi la mano.
"Ti adoreranno."

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 14, 2021 ⏰

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