Era l'ora buca e Michele, Rebecca e Simone avevano abbandonato Massimo intento a cercare di toccare il soffitto sulle spalle di Enrico e di un altro compagno di classe per uscirsene nel corridoio. Michele teneva il culo incollato al termosifone, culo che rimaneva tragicamente gelato comunque. La bidella si era avvicinata per sgridarli, ma riconoscendo Rebecca le due si erano messe a chiacchierare e la donna sembrava preoccupata. Era evidente che sapesse del video, ma chi glielo aveva detto? La gente se ne andava in giro a parlarne con le bidelle? Rebecca rispondeva con garbo, ma dalle spalle tese era evidente la tensione che doveva provare.
Michele si voltò appena verso Simone, al suo fianco.
«Ce ne andiamo a fumare?» propose a bassa voce. Ehi, la bidella li aveva anche presi in simpatia, ma meglio cercare di non tirare la corda.
Al cenno di assenso di Simone, Michele scattò dentro l'aula. Scansò la piramide umana e raggiunse il proprio banco per frugare nello zaino, mentre l'impazienza di tornare da Simone lo agitava da vero demente.
«Non dico che sia colpa sua» una voce femminile lo raggiunse in quel caos che era il vociare concitato della classe «Ma in parte sì, dai. Voglio dire, è stata lei a farsi registrare, aveva visto cosa stava facendo Ivan e le piaceva, è palese.»
«Infatti, non sopporto che ora fa la vittima... Dio, accetta che sei stata scema e va' avanti!»
A quelle parole, Michele voltò il capo. Il banco di fianco al suo era occupato da un paio di ragazze che lui ricordava di aver visto in compagnia di Rebecca, anche se non nell'ultimo periodo. Afferrò il pacchetto e, prima di lasciarle a confabulare dei cazzi altrui, si degnò di rivolgere loro la parola.
«Voi due, non mi ricordo come vi chiamate» le compagne di classe lo fissarono con tanto d'occhi, sorprese «Andate a farvi un ditalino a vicenda invece di sparlare alle spalle della gente. Ma è solo un consiglio, ovvio» alzò le mani con un sorriso e diede le spalle alle Mean Girls per tornare di nuovo fuori.
Intanto, Amelia aveva raggiunto Rebecca e ora la bidella stava venendo stordita da discorsi contro la preside, contro lo stato in cui riversava la scuola, contro i fascisti: insomma, ce n'era per tutti i gusti. Michele ne approfittò per fare un cenno a Simone e i due si allontanarono tranquilli per arrivare al bagno dei maschi lì vicino.
C'erano un paio di primini che chiacchieravano perdendo tempo, ma Michele e Simone li ignorarono per posizionarsi vicino la finestra. Il modo in cui l'altro tenne la sigaretta tra le labbra per avvicinare l'accendino a questa, il capo un po' piegato e lo sguardo assente di chi compiva un gesto ripetitivo, ipnotizzò Michele. Cercò di non guardarlo mentre faceva lo stesso e gettava una boccata di fumo fuori la finestra. Con la coda dell'occhio, poteva vedere il dorso della sua mano, le nocche appena contratte. Poi le labbra che avvolgevano il filtro e il vento di ottobre che muoveva appena i ciuffi della frangia, le sopracciglia castane sopra un paio di palpebre leggermente calate. Il modo in cui la linea della mascella si tendeva a uno sbuffo di fumo, il neo sul collo e la curva morbida delle labbra erano dettagli in grado di far correre come una lepre il battito, in un limbo tra il voglio avvicinarmi e il sembro un cazzo di psicopatico, calmiamoci.
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Rebel Rebel
Teen FictionSTORIA VINCITRICE DEL GRAN PREMIO #Wattys2022 [Tematica Gay] Michele è stato bocciato e si trova ora nella spiacevole situazione di iniziare il quinto anno, di nuovo. Lui però si porta dietro segreti che spera bene di mantenere privati. Omofobia, re...