U.S.A.// Sofference

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Spazio all'autrice

Questo é il primo capitolo in cui metto uno "spazio all'autrice" all'inizio. Tutto questo perché volevo avvertirvi che ci saranno due capitoli insieme. Niente... spero che vi piacciano.

U.S.A.

Dan's pov

Salimmo sull'aereo e, appena mi accomodai sulla mia soffice poltrona, mi addormentai.

Dopo non so quante ore, i ragazzi mi svegliarono dicendomi che eravamo arrivati, così presi lo zaino e scesi. Appena uscimmo dall'aeroporto, un taxi ci stava già aspettando là davanti.

-Alle valige ci penso io, non preoccupatevi- ci disse gentilmente il tassista. Accettammo ed entrammo nel veicolo.

New York era davvero stupenda ed era molto diversa da Londra. Era più "moderna".

Arrivammo all'hotel in cui avremmo alloggiato per due giorni, disfammo le valige per poi andare a fare una passeggiata per la città.

-Siete pronti per stasera?- chiese Kyle mentre eravamo seduti su un tavolino in un bar a prendere il caffé.

-Abbastanza- risposi giocherellando con il bicchiere di plastica che conteneva il liquido scuro.

-Non vedo l'ora di sbattere su quei piatti sopra quel palco!- disse Woody, provocando una fragorosa risata negli altri due. Io mi limitai a sorridere.

-C'é qualcosa che ti turba Dan?- chiese Will guardandomi con aria preoccupata.

-Jessi- dissi dopo aver annuito. Mi guardarono tutti e tre con aria interrogativa, così presi un bel respiro ed alzai lo sguardo per guardarli. Diedi dei leggeri colpetti con le dita sul tavolo e comimciai a parlare:-Ho paura di farla soffrire. Lei non conosce quella parte di me che viene fuori quando salgo sul palco. Divento quel ragazzo menefreghista che pensa solo a divertirsi e non fa più sapere niente a nessuno di lui. Potrei ignorarla per due mesi e tornare a Londra come se non fosse successo niente. Lei ha già sofferto troppo e non voglio che lo faccia ancora-

-Ma tu la ami, giusto?- mi chiese Kyle.

-Cazzo Kyle, sì che la amo. Ma sono pericoloso e non so neanche io di cosa sono capace. Posso diventare uno stronzo senza cuore da un momento a l'altro e lei non se lo merita. Forse sono troppo poco per lei e non mi merita. Forse sono davvero troppo stronzo per permettermi di amarla- urlai, poi mi alzai dando dei pugni sul tavolo. Mi incamminai svelto fuori dal bar mentre i ragazzi mi seguivano. Appena vidi arrivare un taxi lo fermai e mi feci portare all'albergo. Volevo rimanere solo.

Ore 20.45, New York

-Dan, dobbiamo andare- mi disse Woody bussando alla porta. Non risposi e mi limitai a tirare un'occhiataccia alla parete.

-Ascolta Dan, so che é difficile per te e che hai paura di farle del male, ma ora dobbiamo andare altrimenti faremo tardi-

-Va bene, arrivo- urlai per farmi sentire. Afferrai la mia felpa grigia e me la infilai uscendo dalla porta.

Ci avviammo verso l'arena in cui si sarebbe tenuto il concerto. Una volta arrivati andammo dietro al palco per prepararci prima di cominciare.

Salimmo sul palco e cominciammo a suonare Laura Palmer. Alcuna gente acclamava eccitata ed urlava i nostri nomi, altri invece cantavano a scuarciagola le parole delle canzoni.

Ero salito sul palco e avevo cominciato a cantare. Mi ero divertito ad ascoltare le ragazze che mi chiamavano mentre mi porgevano le mani. Ero diventato quel Daniel Cambpell Smith che avevo sempre odiato. Ero diventato quel Daniel Cambpell Smith senza cuore che pensava solo a se stesso  e al suo divertimento. E difficilmente sarei tornato indietro.

Broken heart// Dan SmithDove le storie prendono vita. Scoprilo ora