I'm a liar

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Restammo lì per due ore, credo. Eravamo sdraiati sul prato e lui aveva la testa sul mio petto mentre mi accrezzava i fianchi ed io la sua schiena. Eravamo in silenzio, perché erano i nostri cuori a parlare.

Dopo un po' cominció a fare buio e ce andammo, mano nella mano come eravamo arrivati lì.

-Dio sono già le 7.30, devo andare in hotel a prepararmi!- urlai come una pazza guardando l'ora sul telefono.

-Siamo quasi arrivati alla macchina, se vuoi posso portarti all'albergo e posso anche accompagnarti... lì- mi disse tristemente e abbassando la voce sull'ultima parola. Lo ringraziai e gli diedi un bacio.

Ore 8.00, Londra

-Allora... io vado-

-Va bene-

Eravamo arrivati davanti al club ed eravamo ancora in macchina. Dovevo salutarlo e scendere, ma non ci riuscivo. Era come se qualcosa mi aveva incollato a quel cavolo di sedile.

"Adesso salutalo e scendi" zitti stupidi pensieri, non potete rovinare questo momento, "dai, é così facile" ho detto zitti, non rompete "cazzo Jessi, salutalo e scendi" che palle, avete rotto.

-Jessi, muovi quel culo ed entra!- stavolta era Mark che mi aveva visto e di lui avevo paura, quindi mi decisi a scendere. Diedi un bacio a Dan e aprii lo sportello.

-Se vuoi posso venirti a prendere più tardi- mi disse lui ed io accettai, poi entrai dentro quel lurido posto.

La situazione era la stessa dell'altra sera: ragazze che si strusciavano sui pali al centro del palco e uomini ubriachi ed eccitati che le guardavano ridendo. Ancora mi chiedo cos'é che li fa tanto ridere, forze il fatto che delle povere ragazze debbano fare quello stupido lavoro per soldi, ma io non ci trovo niente di divertente.

Ore 00.10 Londra
Dan's pov

Rimasi sveglio per tre ore solo per aspettare un suo messaggio, che alla fine arrivó.

"Io ho finito qua, puoi passarmi a prendere"

Andai subito a prendere la macchina e cercai di arrivare il prima possibile da lei. Una volta là davanti lei entró di corsa e senza guardarmi mi fece cenno di andare. Io partii confuso.

-Cos'hai fatto?- le chiesi a metà strada.

-...niente di importante-

-Vale a dire?- sapevo di essere troppo insistente, ma si vedeva che c'era qualcosa che non andava ed ero preoccupato per lei. Una piccola lacrima le attraversó la guancia, ma si affrettó ad asciugarla. A quel punto mi fermai in un piazzale isolato alla nostra sinistra, spensi il motore e la guardai attentamente.

-Smettila di guardarmi, ti prego- mi supplicó con una voce spezzata, ma io non le diedi retta.

-Finché non mi dici cos'hai fatto non ti lascio in pace, é una promessa-

A quel punto scoppió a piangere e quando si coprì gli occhi con le mani intravidi dei segni sui suoi polsi, così le presi delicatamente il braccio.

-Ma questi sono tagli! Dio tesoro, che cazzo ti é successo?!- esclamai sorpreso.

Jessi's pov

-Ma questi sono tagli! Dio tesoro, che cazzo ti é successo?!- mi disse dopo avermi preso un polso. Non volevo dirglielo, ma non ero mai stata brava a nascondere le cose e ormai mi aveva scoperto. Cercai di calmarmi e, di malavoglia, comimciai a spiegargli:-Mentre servivo ai tavoli, un uomo mezzo ubriaco ha cominciato a toccarmi e a baciarmi il collo. Ho cercato di andarmene ma mi stringeva troppo forte e non ci riuscivo, finché non è arrivato Mark che mi ha portato via. Mi sono chiusa in uno sgabuzzino, mi sentivo uno schifo così ho preso un pezzo di vetro rotto che era sopra ad uno scatolone e mi sono tagliata. Ti giuro Dan, non lo avrei mai fatto ma é stato più forte di me!-

-Shhh, non piangere. Risolveremo tutto insieme- mi disse abbracciandomi forte.

Ore 00.45, Londra

Eravamo già tornati all'hotel e lui si era seduto sul letto mentre mi stavo cambiando.
Mi tolsi quegli orribili vestiti e mi misi il pigiama, mi struccai e mi strecciai i capelli. Alla fine mi guardai allo specchio. Rividi la scena nei miei occhi e mi inorridii al pensiero. Ero un mostro. Non solo per quello che avevo fatto, ma anche perché avevo mentito a Dan. I fatti andarono così: portai due birre ad un tavolo e mentre tornavo al bancone vidi Gabriele in lontanaza che mi veniva dietro. Mi spaventai un attimo ma mi tranquillizzai quando vidi che Mark cercó di allontanarlo. Mentre passavo per i tavoli per pulirli, una mano mi toccó un fianco. Mi girai di scatto e vidi Gabriele che mi guardava con un sorrisetto seducente, poi cominció a baciarmi il collo. Non so come e perché mi lascai andare e cominciai a baciarlo anch'io, ma ad un certo punto qualcuno lo chiamó e lui se andó di corsa senza dirmi nulla. Tutto d'un tratto mi resi conto di quello che avevo fatto e mi sentii in colpa, così cominciai a piangere in uno sgabuzzino. Poi, bhé, il resto gliel'ho raccontato giusto!
"Mi fai schifo, stronza!" cominciai ad insultarmi da sola, cosa che facevo spesso. Ad un certo punto peró esagerai, così presi le forbicette che erano nel cassetto e cominciai a tagliarmi. Di nuovo. Mi tagliai anche le cosce, fino a rimanere per terra, piena di sangue. E cominciai a piangere in silenzio.

Spazio all'autrice.
Sì lo so, sono troppo macabra. Ma non mi va di scrivere una storia tutta rose e fiori (ma potrei evitare di scriverne una tutta sangue e lacrime!)
Credo che anche i prossimi capitoli saranno un po' tristi ma vi assicuro che la fine sarà molto bella. Scoprirete anche una cosa sul passato di Jessi, che tornerà a galla. Ora non vi svelo troppe cose e vi saluto. Ciaooo ✌❤
P.S.
In questi giorni credo che pubblicheró più spesso, almeno non vi lascieró troppo nel dubbio!

Broken heart// Dan SmithDove le storie prendono vita. Scoprilo ora