Capitolo 18

27 2 4
                                    

Mi risveglio senza il corpo forte del mio Uomo accanto al mio, per la seconda volta. Con un sospiro, mi alzo dal letto ed incomincio a prepararmi per andare a scuola.

Ho fatto un sogno stanotte: Franco ed io eravamo nel nostro momento più intimo. Ricordarlo mi mette un certo disagio e mi fa arrossire ad occhi lucidi.

Come in questo momento.

-Tesoro, a cosa pensi?- Mi chiede Franco, staccandosi un momento dal mio collo per guardarmi negli occhi.

Porto le mani alla sua nuca e lo avvicino a me per far combaciare le nostre fronti.

-A quanto sei speciale e mi rendi felice.

Mi da uno stampo.

-Sei tu ad essere speciale e a rendermi felice- Aggrotta le sopracciglia.

Insieme, facciamo un piccolo sorriso e a quel punto io prendo l'iniziativa per baciarlo. Lentamente, le sue mani scendono lungo la mia schiena ricoperta da brividi che hanno bisogno di essere sciolti. Le mie, di mani, si riempiono dei suoi capelli e li stringono. Devo ammetterlo, con questo bacio l'unica cosa che vorrei sono le sue mani su di me. Invece, mi separo da lui, forse spaventata, forse confusa, forse inesperta ed imbarazzata. Lo guardo negli occhi, notando le sue pupille un po' dilatate. Abbasso la testa e gli chiedo:

-Franco, tu... -Lui mi prende il viso tra le mani, facendo in modo che io torni a guardarlo. È così difficile capire che guardandolo negli occhi non riesco a pronunciare una parola coerente?- Io volevo chiederti se...

-Se...?

Sbuffo, senza sapere come procedere. So già che rovinerò tutto, ancora una volta, ma devo togliermi questo pensiero dalla testa.

-Nulla- Decido di tagliare corto.

-Mi nascondi qualcosa, signorina?- Domanda scherzoso, per poi avvicinarsi al mio collo e riempirlo di baci.

Ci stringiamo l'uno all'altra. Improvvisamente, il suo profumo diventa più intenso. Ogni cosa diventa più intensa, ma solo per poco.

-Giulia- Mormora lui al mio orecchio.

-Sì?- Sussurro stridulamente.

-Sabato... -Si separa da me e sorride- verresti a casa mia?

Il mio respiro si blocca.

-Ma se andiamo al parco, non ho il tempo di venire anche a casa tua-Rispondo velocemente, ma lui mi interrompe.

-Possiamo non andare al parco -Mi stampa un lungo bacio sulle labbra- Vorrei stare con te.

-Perché?- Balbetto.

Lui mi guarda stranito.

-Sei la mia ragazza. È normale che io voglia stare con te. Da soli- Specifica infine.

Faccio un sospiro spezzato.

-Tu vuoi che facciamo... Insomma, che lo facciamo?- Domando, col cuore che batte forte di timore.

-Non lo so, cioè... -Si gratta la nuca- Lo vorrei da morire, ma non dobbiamo organizzarlo. Non voglio farti venire a casa mia per scopare-Puntualizza- Possiamo anche solo metterci a letto e parlare. Guardare un film. Ci sono un sacco di altre cose che... potremmo fare -Propone, probabilmente capendo che io non ho intenzione di fare nulla di sessuale. Abbasso lo sguardo, ma lui mi prende il viso frale mani tornando ad alzarlo- Sei davvero importante per me, Giulia, e vorrei dare un passo in più alla nostra relazione.

L'azzurro nei suoi occhi è tanto dolce che potrei mangiarmelo. Lentamente, torna ad abbassarsi alle mie labbra.

-Ho paura- Gli confesso in un mormorio appena udibile.

Paura di ciò che potrà accadere.

Appoggia la sua fronte sulla mia.

-Anche io.

Non mi chiedo nemmeno il motivo. Mi perdo fra le sue braccia.


Lui è qui. È esattamente di fronte a me e mi sta guardando. Cosa ci fa qui? Mi guardo intorno, perdo di vista Franco, che sarà sicuramente già in aula per prendere i posti, e scappo nella direzione opposta, non appena vedo il mio Uomo avvicinarsi a me. Una mano grande e una forte stretta avvinghiano improvvisamente il mio braccio.

-Dove pensi di andare?

Mi chiedo come abbia fatto in così poco tempo a raggiungermi.

-Perché sei qui?- Gli chiedo.

Stringendomi di più il braccio, mi dice, rudemente:

-Non rispondere con una domanda!

Stringo i denti e balbetto:

-A lezione -Tento di liberarmi dalla sua presa- Sto andando a lezione esto facendo tardi- Finisco in un mormorio.

Mi avvicina di più a sé, fino a quando non sento il suo respiro caldo accarezzarmi l'orecchio.

-Non pensare che solo perché siamo qui, io non possa farti nulla.

Chiudo le palpebre, sull'orlo dell'umiliazione ancora una volta perché so che ne è capace.

-Lasciami, o mi metto a gridare.

Il mio cuore batte forte nel mio petto.

-Ma davvero?- Mi prende in giro.

Incomincia a trascinarmi in una direzione, ma cerco di fermarlo.

-Non puoi, non qui. Chiunque ti potrebbe scoprire.

-Qualcuno deve vedere a chi appartieni- Ringhia.

-Mi porteranno via da te!- Grido terrorizzata, cercando forse di farlo ragionare.

Lui si ferma e non si muove più, ma ha ancora la sua stretta ben salda al mio braccio, che ha incominciato a pizzicare. Si sente solo il mio respiro affannato nell'aria.

È possibile che non ci sia nessuno per i corridoi?

Sembra passare un'eternità, prima che io mi accasci a terra con un pugno che arriva dritto al mio stomaco. Non riesco a prendere aria, la mia voce trema un po' e non faccio in tempo a portarmi le braccia allo stomaco che lui spinge la mia testa sul pavimento.

-Ascoltami attentamente, Giulia -Mi sussurra all'orecchio. Sento delle voci in lontananza e chiudo gli occhi- Nessuno ti porterà via da me.

Detto questo, mi lascia a terra e scappa. Io rimango lì, trattenendo le lacrime. Dovrei alzarmi, ma non ho le forze per farlo. Le voci che sentivo in lontananza ora sono vicine a me, sono due ragazze che corrono verso di me. Una di loro si abbassa e avvicina la mano alla mia spalla, ma io tremo e lei la ritira.

-Vado a chiamare la bidella- Dice l'altra, ma prima che possa iniziare a correre verso la direzione del loro arrivo, la fermo.

-Sto bene, solo... -Mi schiarisco la voce- Aiutatemi ad alzarmi, per favore.

Lui ha bisogno di te. Questo pensiero fisso nella mia testa mi fa sentire in colpa. Non potrei mai lasciarlo, ma non credo più sia vero che sono io la sua cura a tutto. Inizio a pensare che sia solo un suo pretesto per tenermi vicina a sé.

Le ragazze mi accompagnano in classe. Non mi chiedono nulla ed io le ringrazio per questo. Rimaniamo in silenzio, sento i muscoli irrigidirsi di più quando penso a Franco. Mi chiederà perché ci ho messo tanto ad arrivare in classe, mi chiederà se sono stata male e dovrò inventarmi l'ennesima scusa. Il pensiero della giornata di domani sfiora la mia mente e il mio cuore inizia a battere forte dalla paura.

Devo fare una scelta: se vado a casa sua, devo raccontargli la verità. Non è più giusto mentirgli e non lo è mai stato. Questo ragazzo è una persona magnifica che ha sempre cercato di farmi stare bene come meglio poteva, con i suoi baci, le sue parole e le sue carezze. Devo dirgli la verità. Se lo merita.

Quello che vidi nei tuoi occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora