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"C'è un ragazzo che mi piace. Gira sempre con una mascherina e da quello che so frequenta il club di pallavolo nella sua scuola. Dicono sia molto bravo, è stato selezionato per costituire la futura squadra di pallavolo giapponese che rappresenterà il Giappone nelle competizioni a livello mondiale. Io non l'ho mai visto giocare, sono abituata a vederlo con i capelli mossi che gli scoprono un lato del viso, quello con i due nei sopra il sopracciglio e la mascherina che gli copre la bocca. Si tiene sempre lontano dalla folla e qualche volta va alla pasticceria di fronte casa mia".
-Dai Atsumuuuu! Smettila di leggere le note sul mio cellulare- -Scema non pensavo ti piacesse Kiyoomi- rivolsi al biondo tinto un sguardo inseverito e fintamente offeso. Rispose abbracciandomi forte e ridendo, facendomi il solletico per farmi abbandonare quel broncio. Intanto Osamu, il gemello di Atsumu, era uscito dalla cucina in cui si era chiuso per preparare la cena. -'Muuuu! Allora sei vivo!- corsi da lui, saltandogli in braccio. -T/n-chan ma tutta quest'energia prima di cena dove la trovi?- -È proprio l'idea di cenare che mi rende così attiva- cacciai di poco la lingua, facendo l'occhiolino e portandomi due dita aperte davanti all'occhio aperto, neanche fossi stata un'idol.

-A T/n piace Sakusa- Osamu quasi si strozzò con il tè freddo che stava bevendo. -SAKUSA?! Seriamente?- -Ehm..guardate che ci sono anche io a tavola e sento quello che dite. Mi piace ok? Ma non è nulla di serio, mi passerà. È un bel ragazzo e anche i modi di fare non mi dispiacciono, forse è un po' esagerato per quanto riguarda la pulizia, ma è innegabile che la mascherina gli stia davvero bene e poi non sapevo lo conosceste così bene da chiamarlo per nome- dissi continuando a mangiare la cena con nonchalance. -Sì ma non te lo faremo conoscere, tu sei nostra e se te lo presentassimo ti ruberebbe. È fuori discussione- protestò Atsumu, interrotto dalla risata di Osamu alla quale si unì poco dopo. -Vergognatevi voi due-. Scossi la testa divertita. Proseguimmo la cena scherzando tra di noi e i gemelli non persero occasione per prendermi in giro riguardo alla mia cotta.

-Dormite qui stasera?- Feci gli occhioni, sapevo che non mi resistevano quando li facevo. -Dai abitate nella casa accanto, prendete i pigiami e tornate qui, mi sento solaaa-.

I miei genitori erano soliti fare lunghi viaggi per piacere personale e io restavo a casa, non che mi dispiacesse. Potevo stare con i gemelli e avevo moltissima libertà. Insomma per farla breve non avevo restrizioni e potevo partecipare a festini e uscite senza alcuna restrizione in quanto ad orari. Loro mi chiamavano giusto qualche volta, la mattina, di solito quando si trovavano su una delle spiaggie tropicali che tanto amavano. Mi davano il buongiorno, mi chiedevano un po' come stessi e mi raccontavano in breve quello che facevano loro. Ogni settimana mi mandavano dei soldi per le spese di affitto e per il cibo e anche per le uscite, erano molto generosi in termini di denaro. Concludendo si poteva dire che ad occuparsi di me erano i gemelli, specialmente Osamu che era più tranquillo rispetto ad Atsumu che come me era un po' una testa calda.

Ci sistemammo tutti nell'ampio letto dei miei, che tanto non usavano praticamente mai, e ci coprimmo con innumerevoli coperte. Mi ritrovai schiacciata tra i due gemelli, che mi stringevano uno la vita da dietro, e l'altro le spalle. Quasi finii per soffocare tanto il calore che si era creato stando in quella posizione sommersa dalle coperte, ma in fondo gliel'avevo chiesto io e sapevo non mi avrebbero lasciata fino al giorno successivo, così mi feci forza e mi lasciai coccolare da quei due giganti, se confrontati a me.

Mi risvegliai con Osamu che ancora mi teneva stretta con la mia schiena contro il suo petto, un po' scoperto dalla canottiera che usava come pigiama. Rimasi ancora un po' a crogiolarmi in quel calore, accarezzando il braccio del grigio che ancora dormiva. Poi mi svincolai dalla sua forte presa, scendendo dall'ampio letto.
La pelle nuda dei miei piedi riscaldati dalle coperte, a contatto con il freddo pavimento, mi fece venire i brividi e repentina afferrai una felpa gettata ai piedi del piumone.

Sbadigliando attraversai l'ampia casa, scesi al piano di sotto, facendo attenzione a non inciampare e cercai di raggiungere la cucina. Finii per sbattere contro il divano, che a causa dei miei occhi socchiusi peggio di quelli delle talpe, non vidi e così finii sdraiata su questo in una posizione alquanto innaturale. Presa dalla stanchezza mi abbandonai a quella morbidezza e mi riaddormentai. Peccato che il mio sonnellino durò poco, a causa di Atsumu che si lanciò su di me schiacciandomi completamente, iniziando un'asfissiante ed interminabile sessione di coccole mattutine com'era suo solito.
-Oh che bel buongiorno- dissi sarcastica, facendo, invano, il solletico al tinto per togliermelo di dosso. Il risultato fu un Osamu infastidito, ancora addormentato che entrò nel salotto sbraitando e lamentandosi del fatto che l'avessimo svegliato di sabato mattina.

-CAZZO È SABATO MATTINA!- urlai, schizzando dal divano e correndo in bagno, lavandomi il più velocemente possibile. -MUOVETEVI VESTITEVI ANCHE VOI, NON SO SE VI RICORDATE MA ABBIAMO SCUOLA- ripresi i due ragazzi urlando come una pazza dal piano superiore.

-Behhhh guardate il lato positivo...oggi finiamo prima...- cercò di calmare la situazione Atsumu, vedendo Osamu e me alquanto preoccupati per la ramanzina che ci aspettava giunti a scuola.
-Se tutto ci va bene qua ci facciamo minimo due ore in più di punizione-. Sconsolata abbandonai il capo sul palmo della mano, per poi scoppiare in una risata nervosa e un po' isterica insieme ai due ragazzi.

Per dirla tutta amavo la mia vita, è vero magari se avessi potuto vedere i miei genitori più spesso e non solo una settimana ogni mese magari sarebbe stato anche meglio, ma tutto sommato mi andava più che bene la mia situazione. Potevo invitare a casa chi volevo e i soldi non mi mancavano, avevo poi i gemelli che mi facevano da secondi genitori e si preoccupavano per me quando io non lo facevo e inoltre non andavo proprio da schifo a scuola, insomma non potevo lamentarmi di nulla. Però a pensarci bene c'era qualcosa che irrompeva in quella perfezione, una piccola mancanza, qualcosa che mi tormentava il cuore, ma questo l'avrei capito solo dopo, dopo aver incontrato lui.

~Alloraaa anche questa storia la dedico a IrisAtanasio8 💗 E vi ricordo che ci sono delle sigle come T/n: tuo nome T/c: tuo cognome c/c:colore capelli c/o:colore occhi.
Buona lettura 💕💕

Pretty boy -Sakusa Kiyoomi x reader  |ita|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora